Un altro caffè per parlare di
codici etici e conflitti di interessi. L'ACP ha scelto di eliminare i legami di sponsorizzazione con l'industria, fino a vietarne la pubblicità sulla propria rivista: "
con la pubblicità si consiglia di prescrivere non il principio attivo e quindi il farmaco, ma un prodotto griffato". I singoli medici sono i più vulnerabili ai condizionamenti, ma non lo riconoscono. Un corso sul Powerpoint sponsorizzato dalla farmaceutica è poi così "pericoloso"? Rifiutare le pubblicità non incentiva le pratiche di marketing poco trasparenti?
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