Dopo una larga diffusione oltreoceano, la seconda opinione sui reperti istologici fa il suo ingresso in Europa per garantire al paziente diagnosi accurate e terapie appropriate. "Ma nel nostro Paese la richiesta proviene più spesso dai pazienti e dai familiari che non dallo specialista che vede sminuita la sua professionalità nel chiedere l'opinione al collega", sottolinea
Juan Rosai, mettendo a confronto le differenze tra la pratica statunitense e quella italiana.
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