I luoghi della pandemia di covid-19
A distanza di dodici mesi dall’inizio di un’avventura della quale è ancora difficile vedere la conclusione, abbiamo ricostruito la storia di un anno che ha visto alternarsi tragedie e speranze: dall’intervento di soccorso degli operatori del 118 nell’albergo romano dove alloggiavano i coniugi cinesi contagiati dal sars-cov-2, al lavoro di cura e ricerca dello Spallanzani; dalla riconversione degli ospedali, alle esperienze di assistenza di prossimità nei confronti delle persone malate e delle loro famiglie.
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Il senso dell’insieme
€ 14,25 € 14,25Dalla storia dei coniugi cinesi al vaccino per la covid-19
I luoghi della pandemia: Il Grand Hotel Palatino
Se parliamo dell’individuazione dei primi soggetti con una diagnosi certa di covid-19 in Italia è possibile identificare una data ben precisa: il 29 gennaio 2020. L’evento che sancisce ufficialmente la presenza di sars-cov-2 sul territorio italiano è il ricovero presso l’Unità di alto isolamento dell’IRCCS Instituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” di due turisti di nazionalità cinese poi risultati positivi al test per la covid-19.
I luoghi della pandemia: Santa Maria della Pietà
La prima postazione drive-in istituita in un contesto extra-ospedaliero è quella del comprensorio del Santa Maria della Pietà, che comincia a essere operativa dal primo aprile. Il servizio, attivo sette giorni su sette, prevede la realizzazione del tampone ai cittadini mentre questi rimangono seduti all’interno della propria auto.
I luoghi della pandemia: l’INMI Spallanzani
È la fine degli anni novanta quando l’INMI Spallanzani comincia a lavorare sui cosiddetti modelli di preparedness. Nel 2000 la Commissione europea affida al centro di via Portuense il coordinamento europeo delle unità di degenza e dei laboratori di classe quattro, quelli di massima sicurezza, mentre nel 2001 l’istituto viene identificato come polo nazionale di riferimento per il bioterrorismo e per la gestione della sindrome respiratoria acuta grave (Sars).
I luoghi della pandemia: Piazza San Pietro
Due discorsi diversi, ma allo stesso tempo uguali, quelli di Papa Francesco e della Regina Elisabetta, che hanno preso per mano i cittadini del mondo facendoli sentire meno soli. Una comunicazione efficace, fatta di piccoli elementi che forse sono in parte mancati nella comunicazione istituzionale.
I luoghi della pandemia: il Columbus Covid-2 Hospital
La riorganizzazione della rete ospedaliera avvenuta nel corso dell’emergenza ha messo in evidenza l’importanza di poter contare su un sistema flessibile, in grado di rispondere con tempestività ed efficacia a un improvviso aumento dei flussi. “Con la pandemia l’importanza della flessibilità è emersa molto chiaramente”, spiega Andrea Cambieri, direttore generale del Policlinico Gemelli. “L’ospedale è passato in un soffio da una struttura con reparti tradizionali a una organizzata per intensità di cure, con professionisti di più équipe, di più discipline, che lavorano insieme. Ora la struttura si dilata e si restringe a seconda dell’attività richiesta: è un ospedale che respira”.
I luoghi della pandemia: Piazza Pecile
La pandemia di covid-19 ha fatto emergere una serie di situazioni di vulnerabilità e fragilità che in assenza di una densa rete di presidi territoriali finiscono per uscire dal radar della sanità pubblica. “Durante la pandemia tutte le situazioni che normalmente non si vedono si sono accentuate”, racconta Degrassi. “I problemi che ci hanno impegnato di più sono stati quelli legati ai numerosi centri di accoglienza e palazzi occupati. Abbiamo dovuto imparare a comportarci in modo diverso per spiegare a queste persone che quello che facevamo lo facevamo per un problema di salute.”
I luoghi della pandemia: StazioneTermini
“Il suo volto era profondamente segnato e l’aria sofferente. Cinquant’anni compiuti da poco, Franco aveva sempre lavorato nel settore alberghiero e, dopo una vita di sacrifici, due anni fa ha provato a fare un salto contando sulla sua lunga esperienza professionale: con qualche sudato risparmio aveva avviato una sua attività in proprio. Le cose però non sono andate bene. L’inizio è stato faticoso, lunghe le procedure per regolarizzare quell’attività e poi l’arrivo di covid-19, con la minore circolazione delle persone e il crollo del settore turistico, ha rovinato totalmente gli affari.
I luoghi della pandemia: il tetto
Dall’alto si vedono cose che è difficile cogliere coi piedi ancorati al terreno. I tetti degli ospedali toccano quelli delle case, delle scuole, delle fabbriche. Le ambulanze sfrecciano tra le edicole e i negozi, le metropolitane vi passano sotto. Dall’alto tutto appare com’è: interconnesso. La salute, la politica, l’istruzione, l’economia, l’ecologia, la cultura, lo sport e via dicendo. […] A un anno dalla sua comparsa il virus sars-cov-2 è arrivato in tutti e sette i continenti, ignaro delle barriere e delle differenze che ci separano.