Il valore dell’acqua per il corpo
Qual è il valore dell’acqua?
L’acqua è un nutriente insostituibile per l’uomo. Paradossalmente i sistemi di tortura, purtroppo, prevedono la privazione del sonno e dell’acqua, più che del cibo. L’acqua è una molecola essenziale per la vita; quantitativamente è il costituente principale della cellula e dell’organismo umano. Il 60-65% del nostro peso corporeo è costituito da acqua. L’acqua è coinvolta in diverse funzioni cellulari e fisiologiche: è il solvente per numerose sostanze chimiche, regola il volume cellulare e la temperature corporea, rende possibili il trasporto di nutrienti e la rimozione di score, solo per citarne le principali. L’acqua come bevanda ha importanti funzioni nutritive essendo anche una importante fonte di sali minerali.
Siamo fatti di acqua e dobbiamo coprire il fabbisogno di acqua necessaria al nostro organismo.
Qual è la copertura del fabbisogno d’acqua?
Mediamente il fabbisogno giornaliero è di 1,5-2 litri di acqua al giorno in condizioni climatiche e di esercizio fisico normali. È intuibile che per effetto della temperatura ambientale o di un’intensa attività fisica la temperatura corporea aumenta e di conseguenza, aumentando anche la quantità di sudore prodotto per abbassare con l’evaporazione la temperatura corporea, cresce proporzionalmente anche il bisogno di acqua.
Serve mantenere un buon equilibrio idrico…
Esattamente. Le perdite idriche normali dell’organismo sono il sudore, le urine, le feci e la perspiratio insensibilis che comprende il vapor acqueo che satura l’aria espirata e l’acqua persa attraverso la cute per evaporazione (escluso il sudore). Queste perdite devono essere bilanciate introducendo dall’esterno dell’acqua attraverso le bevande e gli alimenti. Le entrate non devono essere mai inferiori alle perdite.
Il nostro organismo non sa sopperire da solo alle perdite di acqua?
C’è una piccola quantità di acqua che si produce durante i processi metabolici dei vari alimenti. L’acqua è infatti uno dei prodotti finali dell’ossidazione dei nutrienti energetici. Ma la modesta quantità così prodotta non è sufficiente per coprire il bisogno giornaliero di acqua e le perdite che sono quantitativamente notevolmente superiori. Per questo l’acqua è un nutriente essenziale che l’organismo deve prendere dall’esterno…
L’acqua come bene comune
Un suo punto di vista sul tema di privatizzazione dell’acqua che è oggetto di due quesiti del Referendum (ndr: l’intervista è stata rilasciata prima del Referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno)?
Il mio parere – del tutto personale che va al di là della mie competenze professionali – è che l’acqua sia un bene irrinunciabile che deve essere a disposizione dell’umanità tutta, senza limitazioni e senza aggravi economici di nessun genere. I servizi idrici pubblici hanno dato ampia dimostrazione di essere più che efficienti ed efficaci nel garantire il rifornimento idrico alla popolazione. Purtroppo questo bene non viene garantito in alcune aree del mondo e questo si verifica non solo nei paesi disagiati ma anche, per certi versi, nel nostro Paese.
È chiaro che gli acquedotti devono avere manutenzione e verifiche costanti, e questo non solo per garantire la qualità dell’acqua dal punto di vista dell’igiene e dell’assenza di inquinanti, ma anche per garantirne la tenuta e prevenire quindi lo spreco. Non è ammissibile che ancora oggi in alcune parti del mondo si possa morire di sete o di malattie connesse alla scarsa quantità e igiene dell’acqua disponibile.
Dal punto di vista personale sono contrario alla privatizzazione dell’acqua. Sono però contrario anche a una gestione pubblica non attenta alle fonti idriche e alla distribuzione di questo bene comune. Il nostro Paese è famoso in tutto il mondo per la sua ricchezza d’acqua: abbiamo numerose e copiose fonti di acqua di ottima qualità chimica e organolettica. Anche la sua storia è emblematica di questa ricchezza. Basti pensare agli acquedotti dei romani i cui resti rappresentano oggi una delle più importanti attrazioni turistica. La questione è che ci troviamo a discutere della gestione pubblica o privata dell’acqua mentre avremmo ben altri problemi da affrontare. Una parte di questi sono collegati all’acqua.
Cioè?
Mi riferisco agli approvvigionamenti di acqua con pozzi che pescano in falde inquinate… Recente è il caso delle acque inquinate da arsenico in molti Comuni italiani. L’inquinamento della falde acquifere coinvolge altre questioni oltre quella dell’acqua potabile che hanno delle ripercussioni anche su alcuni aspetti nutrizionali. Basti pensare ai pesticidi e fitofarmaci utilizzati in agricoltura che possono contaminare le falde acquifere ed entrare nella catena alimentare. Oppure agli allevamenti intensivi di bestiame che sono spesso origine di inquinamento delle acque anche a causa di uno scorretto smaltimento dei liquami. Se il sistema fognario non è a norma i reflui zootecnici entrano direttamente nel terreno diventando delle possibili fonti di inquinamento delle falde con sostanze tossiche per la salute.
Per concludere…
Sono favorevole a qualunque soluzione comporti una massima disponibilità di acqua per la popolazione mondiale (e quindi anche per la nostra popolazione) e garantista acqua di buona qualità, sotto tutti i punti di vista. E per questo, come dicevo, servono reti idriche e fognarie e controlli efficaci. Che la distribuzione dell’acqua sia gestita dal pubblico o dal privato è una questione sufficientemente capziosa, purché la fornitura di acqua sia garantita a tutti indipendentemente dalla sua condizione economica. Anche il singolo cittadino ha una sua responsabilità, dovere morale oltre che civico, nel contenere gli sprechi di acqua con piccoli accorgimento (chiudere il rubinetto d’acqua mentre ci si lava i denti, ad esempio!). Non possiamo permetterci il lusso di sperperare un bene comune così importante e prezioso come l’acqua.
15 giugno 2011
In primo piano
Acqua per tutti
L’acqua è un nutriente insostituibile per l’uomo. Paradossalmente i sistemi di tortura, purtroppo, prevedono la privazione del sonno e dell’acqua, più che del cibo. L’acqua è una molecola essenziale per la vita; quantitativamente è il costituente principale della cellula e dell’organismo umano. Il 60-65% del nostro peso corporeo è costituito da acqua. L’acqua è coinvolta in diverse funzioni cellulari e fisiologiche: è il solvente per numerose sostanze chimiche, regola il volume cellulare e la temperature corporea, rende possibili il trasporto di nutrienti e la rimozione di score, solo per citarne le principali. L’acqua come bevanda ha importanti funzioni nutritive essendo anche una importante fonte di sali minerali.
Siamo fatti di acqua e dobbiamo coprire il fabbisogno di acqua necessaria al nostro organismo.
Qual è la copertura del fabbisogno d’acqua?
Mediamente il fabbisogno giornaliero è di 1,5-2 litri di acqua al giorno in condizioni climatiche e di esercizio fisico normali. È intuibile che per effetto della temperatura ambientale o di un’intensa attività fisica la temperatura corporea aumenta e di conseguenza, aumentando anche la quantità di sudore prodotto per abbassare con l’evaporazione la temperatura corporea, cresce proporzionalmente anche il bisogno di acqua.
Serve mantenere un buon equilibrio idrico…
Esattamente. Le perdite idriche normali dell’organismo sono il sudore, le urine, le feci e la perspiratio insensibilis che comprende il vapor acqueo che satura l’aria espirata e l’acqua persa attraverso la cute per evaporazione (escluso il sudore). Queste perdite devono essere bilanciate introducendo dall’esterno dell’acqua attraverso le bevande e gli alimenti. Le entrate non devono essere mai inferiori alle perdite.
Il nostro organismo non sa sopperire da solo alle perdite di acqua?
C’è una piccola quantità di acqua che si produce durante i processi metabolici dei vari alimenti. L’acqua è infatti uno dei prodotti finali dell’ossidazione dei nutrienti energetici. Ma la modesta quantità così prodotta non è sufficiente per coprire il bisogno giornaliero di acqua e le perdite che sono quantitativamente notevolmente superiori. Per questo l’acqua è un nutriente essenziale che l’organismo deve prendere dall’esterno…
Il mio parere – del tutto personale che va al di là della mie competenze professionali – è che l’acqua sia un bene irrinunciabile che deve essere a disposizione dell’umanità tutta, senza limitazioni e senza aggravi economici di nessun genere. I servizi idrici pubblici hanno dato ampia dimostrazione di essere più che efficienti ed efficaci nel garantire il rifornimento idrico alla popolazione. Purtroppo questo bene non viene garantito in alcune aree del mondo e questo si verifica non solo nei paesi disagiati ma anche, per certi versi, nel nostro Paese.
È chiaro che gli acquedotti devono avere manutenzione e verifiche costanti, e questo non solo per garantire la qualità dell’acqua dal punto di vista dell’igiene e dell’assenza di inquinanti, ma anche per garantirne la tenuta e prevenire quindi lo spreco. Non è ammissibile che ancora oggi in alcune parti del mondo si possa morire di sete o di malattie connesse alla scarsa quantità e igiene dell’acqua disponibile.
Dal punto di vista personale sono contrario alla privatizzazione dell’acqua. Sono però contrario anche a una gestione pubblica non attenta alle fonti idriche e alla distribuzione di questo bene comune. Il nostro Paese è famoso in tutto il mondo per la sua ricchezza d’acqua: abbiamo numerose e copiose fonti di acqua di ottima qualità chimica e organolettica. Anche la sua storia è emblematica di questa ricchezza. Basti pensare agli acquedotti dei romani i cui resti rappresentano oggi una delle più importanti attrazioni turistica. La questione è che ci troviamo a discutere della gestione pubblica o privata dell’acqua mentre avremmo ben altri problemi da affrontare. Una parte di questi sono collegati all’acqua.
Cioè?
Mi riferisco agli approvvigionamenti di acqua con pozzi che pescano in falde inquinate… Recente è il caso delle acque inquinate da arsenico in molti Comuni italiani. L’inquinamento della falde acquifere coinvolge altre questioni oltre quella dell’acqua potabile che hanno delle ripercussioni anche su alcuni aspetti nutrizionali. Basti pensare ai pesticidi e fitofarmaci utilizzati in agricoltura che possono contaminare le falde acquifere ed entrare nella catena alimentare. Oppure agli allevamenti intensivi di bestiame che sono spesso origine di inquinamento delle acque anche a causa di uno scorretto smaltimento dei liquami. Se il sistema fognario non è a norma i reflui zootecnici entrano direttamente nel terreno diventando delle possibili fonti di inquinamento delle falde con sostanze tossiche per la salute.
Per concludere…
Sono favorevole a qualunque soluzione comporti una massima disponibilità di acqua per la popolazione mondiale (e quindi anche per la nostra popolazione) e garantista acqua di buona qualità, sotto tutti i punti di vista. E per questo, come dicevo, servono reti idriche e fognarie e controlli efficaci. Che la distribuzione dell’acqua sia gestita dal pubblico o dal privato è una questione sufficientemente capziosa, purché la fornitura di acqua sia garantita a tutti indipendentemente dalla sua condizione economica. Anche il singolo cittadino ha una sua responsabilità, dovere morale oltre che civico, nel contenere gli sprechi di acqua con piccoli accorgimento (chiudere il rubinetto d’acqua mentre ci si lava i denti, ad esempio!). Non possiamo permetterci il lusso di sperperare un bene comune così importante e prezioso come l’acqua.