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Alleati per migliorare l’efficacia delle cure

C’è una certa distanza tra chi studia l’uso dei farmaci nel mondo reale, chi li prescrive e chi ne fa uso. I medici vivono la farmacoepidemiologia e la farmacovigilanza come una sorta d’intrusione nella loro attività clinica. I pazienti non sanno a chi credere.

È un problema solo italiano?

Lo abbiamo chiesto ad Elisabetta Patorno, che abbiamo incontrato al Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio dove ha tenuto un seminario dal titolo “Applied farmacoepidemiology: the case anticonvulsant medications”. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Igiene e Medicina Preventiva in Italia, da cinque anni Elisabetta Patorno è research fellow alla Harvard Medical School, presso il Department of Medicine Division of Pharmacoepidemiology & Pharmacoeconomicsin del Brigham &Women’s Hospital (Boston, USA).

In questa intervista video, ci racconta la sua esperienza alla Harvard Medical School e commenta i processi di cambiamento culturale che vanno nella direzione di una sinergia tra i diversi attori coinvolti (non da ultima la Big pharma) e di una condivisione dei dati dei trial clinici.

16 gennaio 2013

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