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Educazione continuamente conflittuale

I conflitti di interesse – sia di tipo economico che dipendono dall’interferenza delle aziende, sia culturali, professionali e religiosi – trovano terreno fertile nell’educazione continua in medicina.

“Comunque la si giri il conflitto di interessi resta una brutta bestia e non può considerarsi risolto con la sola ammissione o dichiarazione della sua esistenza, vuol dire dover tener conto di interessi che possono entrare in conflitto tra loro, entrambi spesso legittimi ma non coincidenti. Non posso decidere con serenità se so che il mio comportamento può danneggiare una delle due parti che devo rappresentare”, commenta Paolo Fiammengo, pediatra di famiglia.

“L’unica possibilità è starne fuori o meglio ancora non lasciarsene coinvolgere. Le persone che si trovano in conflitto di interessi non vanno cooptate all’interno di strutture decisionali che hanno a che fare con il bene pubblico, non bisogna chiedere ad un medico di rivestire un ruolo che può danneggiare in qualsiasi modo, anche solo potenzialmente, i pazienti che cura. Essere fuori da ogni conflitto vuol dire mantenere la propria autonomia e possibilità di scelta senza condizionamenti, per questo ha a che fare con la libertà”.

Una via di uscita è l’ECM dal basso all’interno di Comunità di Pratica: aggregazioni spontanee, prive di gerarchie interne, di persone accomunate dallo stesso obiettivo e che vogliono condividere le proprie conoscenze e capacità.

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