Cos’è il Segretariato Italiano Studenti di Medicina (SISM)?
Il SISM è un’associazione Non Profit fondata e gestita da studenti in Medicina e Chirurgia. è un’associazione apartitica e aconfessionale che si adopera per rispondere ai bisogni di salute dell’individuo impegnandosi a fornire contributi qualificanti alla formazione accademica degli studenti, alla loro sensibilizzazione sui profili etici e sociali della professione medica e alla crescita intellettuale, professionale e deontologica delle nuove classi mediche e attraverso l’informazione e l’educazione sanitaria della popolazione.
Quali sono gli obiettivi?
Di fatto il SISM offre l’opportunità di arricchire e completare il proprio percorso universitario non solo dal punto di vista scientifico e professionale, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano Lo fa attraverso l’ideazione, l’organizzazione e la partecipazione attiva dello studente ad attività in grado di colmare le lacune del nostro sistema universitario e l’incontro e il confronto con studenti provenienti da Paesi e culture diverse.
Società, (inter)cultura … vi occupate di tutto ciò che viene lasciato fuori dai percorsi di formazione classici per un medico?
Le aree tematiche in cui il SISM concentra le sue attività sono molteplici: esperienze professionalizzanti in ambito Clinico e di Ricerca, Pedagogia medica, Salute pubblica, Salute riproduttiva e Diritti umani, attraverso le quali affrontiamo i grandi temi della Medicina e cerchiamo di sensibilizzare ad una cultura della solidarietà e della responsabilità sociale della professione medica.
Il SISM promuove, ormai da tre anni, un Laboratorio di Mondialità. Di che cosa si tratta?
Il Laboratorio di Mondialità nasce nel 2007 da un gruppo di studenti del SISM, con la volontà di creare uno spazio fuori dal curriculum standard universitario in cui si affrontassero questioni come la cooperazione internazionale, il ruolo della scienza medica e della organizzazione sanitaria nel Sud del mondo, le diseguaglianze sanitarie e i determinanti di salute. Si tratta di un workshop di tre giorni organizzato e ideato da studenti per studenti con il supporto di partner del SISM che si occupano delle tematiche di Salute globale. La terza edizione, svoltasi lo scorso aprile a Parma, ha visto la partecipazione di oltre 150 studenti provenienti da tutta Italia.
Perché un’esperienza come il Laboratorio deve far parte della formazione di uno studente di medicina oggi?
Il medico che deve promuovere e proteggere la Salute deve essere a conoscenza di quei fenomeni che determinano un cattivo, se non pessimo, stato di salute della persona. è sempre più evidente che le cause di malattie non solo soltanto organiche ma anche, o addirittura prima, sociali, culturali ed economiche. Oltre a questo dobbiamo renderci conto che i fenomeni che accadono in continenti che ci appaiono lontani hanno radici e ripercussioni nel nostro territorio, per cui diventa imprescindibile un approccio alla salute che consideri i fenomeni globali e che li affronti in modo interdisciplinare.
Le Università propongono o incentivano iniziative di formazione di questo tipo?
Ad oggi le esperienze di insegnamento della salute globale nelle Facoltà di Medicina italiane si limitano a dei corsi opzionali organizzati in modo autonomo nelle singole Università. Si tratta comunque di iniziative nate grazie all’interesse di singoli studenti che coinvolgono docenti già sensibili all’argomento. Oltre ad essere esclusi dal curriculum standard delle Facoltà, questi corsi opzionali non sono presenti in tutte le Università italiane e, laddove esistono, il supporto delle istituzioni universitarie non appare così forte e determinato.
Ci sono margini perché l’insegnamento della Salute globale entri nelle Facoltà di Medicina?
Crediamo che per formare medici capaci e consapevoli ci sia il bisogno di far in modo che l’insegnamento della Salute globale non sia un’opzione ma una disciplina cardine del percorso formativo universitario.
Deve esserci una forte spinta da parte soprattutto degli studenti nell’ambiente universitario, e nelle sue istituzioni, affinché questo genere di tematiche siano parte importante del percorso formativo. Esperienze come il Laboratorio di Mondialità, così come altre iniziative, hanno l’obiettivo di fornire allo studente gli strumenti per andare ad ampliare le sue conoscenze nell’ambito della Salute globale, e per renderlo poi promotore di una campagna di advocacy sull’importanza di un approccio globale al diritto alla salute e quindi dell’insegnamento della Salute Globale nelle Università italiane.
14 ottobre 2009

Il
Segretariato Italiano Studenti di Medicina (SISM) è un’associazione fondata e gestita da studenti in Medicina e Chirurgia. è presente in diversi atenei italiani già dagli anni ’50, è stata legalmente riconosciuta nel 1970 e dal 2000 è registrata come Associazione Non Profit. è attualmente costituita da 35 sedi locali, operanti in altrettante Facoltà di Medicina e Chirurgia italiane e distribuite su tutto il territorio nazionale, e raccoglie più di 4500 soci, rappresentando di fatto la più grande realtà associazionistica studentesca. è membro dell’International Federation of Medical Students’ Association, associazione riconosciuta ufficialmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, che raggruppa associazioni studentesche mediche appartenenti ad oltre 100 Paesi diversi.
In primo piano
Formazione e aggiornamento, ma fuori dal cor(s)o
Il SISM è un’associazione Non Profit fondata e gestita da studenti in Medicina e Chirurgia. è un’associazione apartitica e aconfessionale che si adopera per rispondere ai bisogni di salute dell’individuo impegnandosi a fornire contributi qualificanti alla formazione accademica degli studenti, alla loro sensibilizzazione sui profili etici e sociali della professione medica e alla crescita intellettuale, professionale e deontologica delle nuove classi mediche e attraverso l’informazione e l’educazione sanitaria della popolazione.
Quali sono gli obiettivi?
Di fatto il SISM offre l’opportunità di arricchire e completare il proprio percorso universitario non solo dal punto di vista scientifico e professionale, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano Lo fa attraverso l’ideazione, l’organizzazione e la partecipazione attiva dello studente ad attività in grado di colmare le lacune del nostro sistema universitario e l’incontro e il confronto con studenti provenienti da Paesi e culture diverse.
Società, (inter)cultura … vi occupate di tutto ciò che viene lasciato fuori dai percorsi di formazione classici per un medico?
Le aree tematiche in cui il SISM concentra le sue attività sono molteplici: esperienze professionalizzanti in ambito Clinico e di Ricerca, Pedagogia medica, Salute pubblica, Salute riproduttiva e Diritti umani, attraverso le quali affrontiamo i grandi temi della Medicina e cerchiamo di sensibilizzare ad una cultura della solidarietà e della responsabilità sociale della professione medica.
Il SISM promuove, ormai da tre anni, un Laboratorio di Mondialità. Di che cosa si tratta?
Il Laboratorio di Mondialità nasce nel 2007 da un gruppo di studenti del SISM, con la volontà di creare uno spazio fuori dal curriculum standard universitario in cui si affrontassero questioni come la cooperazione internazionale, il ruolo della scienza medica e della organizzazione sanitaria nel Sud del mondo, le diseguaglianze sanitarie e i determinanti di salute. Si tratta di un workshop di tre giorni organizzato e ideato da studenti per studenti con il supporto di partner del SISM che si occupano delle tematiche di Salute globale. La terza edizione, svoltasi lo scorso aprile a Parma, ha visto la partecipazione di oltre 150 studenti provenienti da tutta Italia.
Perché un’esperienza come il Laboratorio deve far parte della formazione di uno studente di medicina oggi?
Il medico che deve promuovere e proteggere la Salute deve essere a conoscenza di quei fenomeni che determinano un cattivo, se non pessimo, stato di salute della persona. è sempre più evidente che le cause di malattie non solo soltanto organiche ma anche, o addirittura prima, sociali, culturali ed economiche. Oltre a questo dobbiamo renderci conto che i fenomeni che accadono in continenti che ci appaiono lontani hanno radici e ripercussioni nel nostro territorio, per cui diventa imprescindibile un approccio alla salute che consideri i fenomeni globali e che li affronti in modo interdisciplinare.
Le Università propongono o incentivano iniziative di formazione di questo tipo?
Ad oggi le esperienze di insegnamento della salute globale nelle Facoltà di Medicina italiane si limitano a dei corsi opzionali organizzati in modo autonomo nelle singole Università. Si tratta comunque di iniziative nate grazie all’interesse di singoli studenti che coinvolgono docenti già sensibili all’argomento. Oltre ad essere esclusi dal curriculum standard delle Facoltà, questi corsi opzionali non sono presenti in tutte le Università italiane e, laddove esistono, il supporto delle istituzioni universitarie non appare così forte e determinato.
Ci sono margini perché l’insegnamento della Salute globale entri nelle Facoltà di Medicina?
Crediamo che per formare medici capaci e consapevoli ci sia il bisogno di far in modo che l’insegnamento della Salute globale non sia un’opzione ma una disciplina cardine del percorso formativo universitario.
Deve esserci una forte spinta da parte soprattutto degli studenti nell’ambiente universitario, e nelle sue istituzioni, affinché questo genere di tematiche siano parte importante del percorso formativo. Esperienze come il Laboratorio di Mondialità, così come altre iniziative, hanno l’obiettivo di fornire allo studente gli strumenti per andare ad ampliare le sue conoscenze nell’ambito della Salute globale, e per renderlo poi promotore di una campagna di advocacy sull’importanza di un approccio globale al diritto alla salute e quindi dell’insegnamento della Salute Globale nelle Università italiane.
14 ottobre 2009