Ormai si sa: a medici e pazienti arriva solo un’immagine mistificata dell’efficacia di un medicinale o dispositivo medico perché molti dati negativi o di trial clinici non vengono pubblicati perché scomodi per l’industria. Ma è arrivato il momento di riportare alla luce tutto quanto è stato tenuto nascosto. Come correggere queste distorsioni che ci sono nella letteratura biomedica? Ha ancora senso di esistere la peer review?
Come commenta Tom Jefferson, è arrivato il momento di cambiare rotta e puntare a una peer review post pubblicazione o revisione dei documenti regolatori che, in sintesi, è l’obiettivo della neonata iniziativa Restoring Invisible and Abandoned Trials.
Un vero e proprio ultimatum alle aziende che, se non accettano di pubblicare tutti i dati in loro possesso entro un anno, autorizzano implicitamente qualunque quipe di ricerca a pubblicare studi utilizzando fatti e cifre degli study report depositati alle agenzie regolatorie. Come reagiranno le industrie? Come risponderanno gli autori degli studi invisibili quando altri colleghi useranno le loro ricerche? Un’ultima inquietante domanda: perché, tra le riviste internazionali, solo BMJ e PLoS Medicine hanno dato spazio ai ricercatori del RIAT?
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Il tramonto della peer review
Ormai si sa: a medici e pazienti arriva solo un’immagine mistificata dell’efficacia di un medicinale o dispositivo medico perché molti dati negativi o di trial clinici non vengono pubblicati perché scomodi per l’industria. Ma è arrivato il momento di riportare alla luce tutto quanto è stato tenuto nascosto. Come correggere queste distorsioni che ci sono nella letteratura biomedica? Ha ancora senso di esistere la peer review?
Un vero e proprio ultimatum alle aziende che, se non accettano di pubblicare tutti i dati in loro possesso entro un anno, autorizzano implicitamente qualunque quipe di ricerca a pubblicare studi utilizzando fatti e cifre degli study report depositati alle agenzie regolatorie. Come reagiranno le industrie? Come risponderanno gli autori degli studi invisibili quando altri colleghi useranno le loro ricerche? Un’ultima inquietante domanda: perché, tra le riviste internazionali, solo BMJ e PLoS Medicine hanno dato spazio ai ricercatori del RIAT?
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