Il personale ospedaliero legge?
Il personale ospedaliero legge abbastanza, poi molto dipende dalla specialità di cui fa parte: è chiaro che un medico che fa ricerca è più portato a mantenere un aggiornamento costante in campo scientifico. Leggono molto gli studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche, che frequentano la biblioteca per la preparazione degli esami o la redazione della loro tesi.
Cosa porta medici, infermieri, farmacisti o dirigenti sanitari in Biblioteca?
Dipende dall’utente, i medici vengono soprattutto a recuperare degli articoli precisi, di cui hanno già i riferimenti bibliografici, ma non mancano casi di medici che vengono a sfogliare l’ultimo numero della rivista della loro specialità o di pubblicazioni importanti come The Lancet, BMJ, New England, per il piacere dell’aggiornamento. Diverso è il discorso per quanto riguarda gli studenti che, oltre al recupero di articoli precisi, molto spesso chiedono un aiuto nella ricerca nelle banche dati a nostra disposizione o nel nostro catalogo.
La consultazione delle fonti da parte del personale avviene spontaneamente o è per lo più stimolata dallo staff della Biblioteca?
La consultazione avviene in modo abbastanza spontaneo, anche se noi come biblioteca cerchiamo il più possibile di coinvolgere i nostri utenti proponendo seminari di aggiornamento: di aiuto nella ricerca, curando il nostro sito internet, dove inseriamo tutte le novità riguardanti i nostri servizi e una serie di notizie in evidenza, che possono stimolare la curiosità o l’aggiornamento dei nostri utenti.
Quali fonti sono soprattutto consultate articoli originali revisioni sistematiche sintesi di pubblicazione secondaria?
Sicuramente gli articoli originali, seguiti dalle revisioni sistematiche.
Gli operatori sanitari conoscono sufficientemente l’inglese per leggere fonti in lingua originale?
Per gli infermieri, tecnici e studenti, la lingua inglese rimane uno scoglio difficile da superare, ma devo dire che dopo il primo approccio e dopo un po’ di allenamento, c’è sicuramente più facilità nella comprensione. Mentre il personale medico è decisamente più preparato e la lettura in lingua inglese risulta più naturale.
Nella vostra realtà, le risorse sono scelte singolarmente o acquistate in “pacchetti” determinati dagli editori internazionali?
Dal 2002, anno di nascita della Biblioteca Biomedica, fino ad oggi, le più di trecento riviste che possediamo sono state scelte singolarmente, tenendo conto delle richieste dei singoli Reparti e sotto la valutazione di una Commissione per la Biblioteca.
Il budget per l’acquisizione di documentazione cresce proporzionalmente all’aumento del costo degli abbonamenti? In caso contrario, chi e come decide a cosa rinunciare?
Purtroppo, l’aumento dei prezzi è un problema che ci porterà a fare qualche sacrificio. La Commissione valuterà gli abbonamenti da mantenere in base all’impact factor di ogni singola rivista e alle statistiche interne di consultazione.
Che familiarità ha il personale sanitario con banche dati come la Cochrane Library?
Non come dovrebbe. Nonostante un accesso facilitato tramite il nostro catalogo, rimane ancora una certa pigrizia per quanto riguarda l’utilizzo di banche dati come la Cochrane. Questa pigrizia, per fortuna, non la riscontriamo negli studenti, che ultimamente hanno imparato molto bene a sfruttare al meglio le nostre risorse.
La vostra struttura svolge attività didattica per insegnare a trovare le conoscenze di cui si è in cerca o a valutare criticamente la documentazione scientifica?
La nostra Biblioteca organizza spesso dei seminari didattici che hanno lo scopo di far conoscere e di rendere più facile ed immediato l’utilizzo dei nostri servizi e, di conseguenza, rendere più autonomi nella ricerca i nostri utenti.
Può dirci dell’esperienza degli “Incontri in Biblioteca”?
“Incontri in Biblioteca” sono un’iniziativa di cui andiamo molto fieri e il loro successo è testimoniato dalle locandine colorate, che ormai hanno riempito il nostro corridoio e che ricordano una serie di ospiti autorevoli, che ci hanno omaggiato con la loro presenza. Si svolgono dal 2002 in Biblioteca Biomedica, un luogo volutamente raccolto per incoraggiare il dialogo e lo scambio di opinioni, fra relatore e partecipanti, in un clima colloquiale e molto disteso.
Quest’anno, oltre alla presentazione delle quattro riviste italiane indipendenti aderenti a ISBD, abbiamo voluto proporre degli incontri interdisciplinari, che trattassero il rapporto fra medicina e scrittura, filosofia e legge, con ospiti non strettamente legati al campo medico-scientifico, come lo scrittore Vitaliano Trevisan, la prof.ssa Laura Boella che sarà con noi il 27 novembre e a chiudere, l’11 dicembre, il dott. Gherardo Colombo che ci parlerà delle regole in Sanità, con l’intento che la conoscenza e il sapere siano sempre di più senza confini.
Le altre interviste sulle Biblioteche
In primo piano
Indovina chi viene in Biblioteca?
Il personale ospedaliero legge?
Il personale ospedaliero legge abbastanza, poi molto dipende dalla specialità di cui fa parte: è chiaro che un medico che fa ricerca è più portato a mantenere un aggiornamento costante in campo scientifico. Leggono molto gli studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche, che frequentano la biblioteca per la preparazione degli esami o la redazione della loro tesi.
Cosa porta medici, infermieri, farmacisti o dirigenti sanitari in Biblioteca?
Dipende dall’utente, i medici vengono soprattutto a recuperare degli articoli precisi, di cui hanno già i riferimenti bibliografici, ma non mancano casi di medici che vengono a sfogliare l’ultimo numero della rivista della loro specialità o di pubblicazioni importanti come The Lancet, BMJ, New England, per il piacere dell’aggiornamento. Diverso è il discorso per quanto riguarda gli studenti che, oltre al recupero di articoli precisi, molto spesso chiedono un aiuto nella ricerca nelle banche dati a nostra disposizione o nel nostro catalogo.
La consultazione delle fonti da parte del personale avviene spontaneamente o è per lo più stimolata dallo staff della Biblioteca?
La consultazione avviene in modo abbastanza spontaneo, anche se noi come biblioteca cerchiamo il più possibile di coinvolgere i nostri utenti proponendo seminari di aggiornamento: di aiuto nella ricerca, curando il nostro sito internet, dove inseriamo tutte le novità riguardanti i nostri servizi e una serie di notizie in evidenza, che possono stimolare la curiosità o l’aggiornamento dei nostri utenti.
Quali fonti sono soprattutto consultate articoli originali revisioni sistematiche sintesi di pubblicazione secondaria?
Sicuramente gli articoli originali, seguiti dalle revisioni sistematiche.
Gli operatori sanitari conoscono sufficientemente l’inglese per leggere fonti in lingua originale?
Per gli infermieri, tecnici e studenti, la lingua inglese rimane uno scoglio difficile da superare, ma devo dire che dopo il primo approccio e dopo un po’ di allenamento, c’è sicuramente più facilità nella comprensione. Mentre il personale medico è decisamente più preparato e la lettura in lingua inglese risulta più naturale.
Nella vostra realtà, le risorse sono scelte singolarmente o acquistate in “pacchetti” determinati dagli editori internazionali?
Dal 2002, anno di nascita della Biblioteca Biomedica, fino ad oggi, le più di trecento riviste che possediamo sono state scelte singolarmente, tenendo conto delle richieste dei singoli Reparti e sotto la valutazione di una Commissione per la Biblioteca.
Il budget per l’acquisizione di documentazione cresce proporzionalmente all’aumento del costo degli abbonamenti? In caso contrario, chi e come decide a cosa rinunciare?
Purtroppo, l’aumento dei prezzi è un problema che ci porterà a fare qualche sacrificio. La Commissione valuterà gli abbonamenti da mantenere in base all’impact factor di ogni singola rivista e alle statistiche interne di consultazione.
Che familiarità ha il personale sanitario con banche dati come la Cochrane Library?
Non come dovrebbe. Nonostante un accesso facilitato tramite il nostro catalogo, rimane ancora una certa pigrizia per quanto riguarda l’utilizzo di banche dati come la Cochrane. Questa pigrizia, per fortuna, non la riscontriamo negli studenti, che ultimamente hanno imparato molto bene a sfruttare al meglio le nostre risorse.
La vostra struttura svolge attività didattica per insegnare a trovare le conoscenze di cui si è in cerca o a valutare criticamente la documentazione scientifica?
La nostra Biblioteca organizza spesso dei seminari didattici che hanno lo scopo di far conoscere e di rendere più facile ed immediato l’utilizzo dei nostri servizi e, di conseguenza, rendere più autonomi nella ricerca i nostri utenti.
Può dirci dell’esperienza degli “Incontri in Biblioteca”?
“Incontri in Biblioteca” sono un’iniziativa di cui andiamo molto fieri e il loro successo è testimoniato dalle locandine colorate, che ormai hanno riempito il nostro corridoio e che ricordano una serie di ospiti autorevoli, che ci hanno omaggiato con la loro presenza. Si svolgono dal 2002 in Biblioteca Biomedica, un luogo volutamente raccolto per incoraggiare il dialogo e lo scambio di opinioni, fra relatore e partecipanti, in un clima colloquiale e molto disteso.
Quest’anno, oltre alla presentazione delle quattro riviste italiane indipendenti aderenti a ISBD, abbiamo voluto proporre degli incontri interdisciplinari, che trattassero il rapporto fra medicina e scrittura, filosofia e legge, con ospiti non strettamente legati al campo medico-scientifico, come lo scrittore Vitaliano Trevisan, la prof.ssa Laura Boella che sarà con noi il 27 novembre e a chiudere, l’11 dicembre, il dott. Gherardo Colombo che ci parlerà delle regole in Sanità, con l’intento che la conoscenza e il sapere siano sempre di più senza confini.
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