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La democrazia al tempo dei Big Data

“Grazie allo sviluppo della Information and Communication Technology, il costo di produzione dei dati è stato abbattuto drasticamente, mettendo sempre più soggetti in grado di diffondere statistiche provenienti da fonti amministrative e da rilevazioni campionarie. Attraverso Internet possiamo accedere in tempo reale a una massa sconfinata di informazioni quantitative prodotte in tutto il mondo (…) Non a caso l’Economist ha parlato di un vero e proprio ‘diluvio di dati’, in grado di cambiare profondamente comportamenti individuali e sociali”. Il quadro descritto da Enrico Giovannini nel suo libro Scegliere il futuro rappresenta fedelmente la situazione vissuta da paesi come l’Italia, in cui però straordinarie opportunità convivono con rischi, alcuni dei quali reali e altri solo temuti.

La possibilità di condivisione ha ulteriormente accelerato la spinta che lo sviluppo tecnologico ha impresso alla produzione di dati. Come lo stesso Giovannini sottolinea, accedere ai dati implica la possibilità non solo di interpretarli ma anche di trasformarli generando nuovi elementi sui quali confrontarsi.

Nel pieno diluvio di dati serve un cambiamento culturale. E ancor di più una rivoluzione verso la statistica 2.0. Una statistica interattiva e dinamica, in perenne divenire, quale piazza di dialogo con un ruolo attivo dello statistico e anche del cittadino che da consumer diventa prosumer dell’informazione. Chi fa ricerca deve imparare a “informare” la freddezza dei numeri con un’interpretazione che aiuti il cittadino a farsi un’idea corretta dei risultati delle indagini o delle rilevazioni compiute.


Il video è una sintesi dell’intervista a Enrico Giovannini presentata al Congresso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia nel corso della Sessione “L’epidemiologia 2.0: il dato è tratto?”.

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