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La Sanità statunitense prossima ventura

Il sistema americano – spiega il giornalista di New Republic, Jonathan Cohn, in un libro dal titolo Sick: the untold story of America’s health care crisis and the people who pay the price (1) – non è nato da un’accurata programmazione politica, piuttosto è il risultato di una serie di decisioni sconnesse che, al momento in cui furono prese, sembravano innocue, ma che alla fine hanno avuto un impatto profondo sulla società americana. Questa tendenza porterà gli Stati Uniti, nel 2020, a raddoppiare la quota di prodotto interno lordo per la Sanità e, di conseguenza, a un aumento consistente delle tasse per pagarla. Il problema è capire quale sia la soluzione.
Dopo il fallimento della riforma sanitaria di Clinton nel 1993-94, l’ipotesi di una riforma per una copertura sanitaria universale è scomparsa dall’agenda del Governo nazionale: le elezioni presidenziali del 2008 rappresentano potenzialmente, per la prima volta dopo gli anni Novanta, la prima opportunità di cambiamento a livello federale del sistema sanitario. Repubblicani e Democratici hanno idee e programmi divergenti al riguardo.

Locandina

Il candidato repubblicano John McCain è favorevole al rafforzamento del mercato assicurativo individuale, tramite riforme sul sistema di tassazione ed incentivazione. Il punto centrale del suo programma è infatti la modifica del trattamento fiscale dell’assicurazione sanitaria. Attualmente i lavoratori non pagano tasse sui premi assicurativi erogati dai propri datori di lavoro. Il programma di McCain eliminerebbe questa esenzione e userebbe il reddito generato per offrire un credito di imposta per gli americani che intendono acquistare una polizza assicurativa privata ($ 2.500 per i singoli, $ 5.000 per le famiglie). Le persone non assicurate potrebbero usare questo credito per acquistare l’assicurazione sul mercato privato, mentre coloro che sono assicurati attraverso i datori di lavoro potrebbero con il credito integrare il premio assicurativo fornito dall’impresa o rivolgersi direttamente al mercato privato. Secondo l’analisi del New England Journal of Medicine (2) l’entità del credito d’imposta è molto lontana (meno della metà) dalle tariffe richieste dalle compagnie assicurative e quindi è molto probabile che i non assicurati con redditi bassi continueranno ad essere privi di copertura. Con il livello proposto di credito d’imposta molti americani potrebbero permettersi solo polizze con alti livelli di franchigia (ovvero si pagano le prestazioni fino a un certo livello di spesa, 5 o 10 mila dollari; superata questa soglia interviene l’assicurazione).

“Il piano di McCain – sostiene l’articolo del NEJM – potrebbe alla fine puntare al passaggio da una copertura assicurativa ampia verso forme di copertura più ridotte che spostano i costi sui pazienti. Inoltre, l’eliminazione dei benefici fiscali sulle assicurazioni erogate dai datori di lavoro potrebbe indurre qualche impresa, soprattutto quelle più piccole, a cessare di offrire questo benefico ai propri dipendenti. Ciò provocherebbe l’aumento della popolazione non assicurata”. “Forse i problemi più seri della proposta McCain – conclude l’articolo – vengono dall’affidarsi totalmente al mercato individuale. Un sistema notoriamente molto costoso dal punto di vista amministrativo, iniquo nei confronti dei pazienti (pagano di più le persone più malate e più anziane), e che generalmente offre un pacchetto di prestazioni inferiore rispetto alle assicurazioni fornite dai datori di lavoro”.

Una scena del film

Il candidato democratico Barack Obama sostiene di “avere l’opportunità e l’obbligo di voltare pagina rispetto alla precedente, fallimentare politica sanitaria” (3). Tuttavia, nonostante le premesse, la sua proposta non punta ad una riforma radicale del sistema (ovvero a introdurre un’assicurazione sanitaria nazionale e universale); ma piuttosto a rafforzare i punti deboli dell’attuale sistema correggendo le distorsioni più eclatanti. Continua infatti Obama: “Se hai già un’assicurazione sanitaria, l’unica cosa che cambierà sarà il prezzo del premio assicurativo: sarà più basso. Se invece sei uno dei 45 milioni di americani privi di assicurazione, sarai coperto una volta che il mio programma diventerà legge”.

Il programma di Obama si basa sui seguenti principali punti:
a) incentivare i datori di lavoro ad assicurare i propri dipendenti attraverso il sistema “Play or Pay”; o assicuri i dipendenti o paghi una tassa (l’efficacia di tale misura si potrà valutare quando sarà nota l’entità della tassa, se questa sarà bassa molte imprese preferiranno pagarla piuttosto che assicurare i lavoratori; inoltre, il piano di Obama prevede che da questa misura saranno esentate le imprese più piccole);
b) assicurazione obbligatoria per i minori (e questa è una misura molto importante perché nel 2007 erano oltre 8 milioni i soggetti al di sotto dei 18 anni privi di assicurazione) (4);
d) istituire un’agenzia nazionale di acquisto per facilitare gli individui e le imprese a scegliere polizze di qualità migliori a prezzi accessibili;
e) introdurre regole per impedire alle assicurazioni private di selezionare gli iscritti sulla base delle condizioni di salute.

“I piani sanitari di McCain e Obama – sostiene il citato editoriale del NEJM – appaiono più come delle bozze che dei programmi completi, con molti dettagli ancora da definire. Tuttavia le elezioni presidenziali del 2008 offrono agli elettori alternative drammaticamente differenti. Le opposte visioni dei candidati riguardo alle riforme del sistema sanitario riflettono le differenti posizioni riguardo alle virtù e ai vizi del mercato e del governo pubblico”.

30 settembre 2008

Bibliografia

  1. J. Cohn. Sick: the untold story of America’s Health care crisis and the people who pay the price. Harper Periennial Editos, 2008.
  2. Oberlander J. The Partisan Divide – The McCain and Obama Plans for U.S. Health care Reform. NEJM 2008; 359: 781-4.
  3. B. Obama’s Plan for a Healthy America
  4. US Census Bureau, Income, Poverty and Health Insurance Coverage in the United States: 2007, Issued August 2007.

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