In che misura i progressi dell’Information Technology hanno cambiato il lavoro del bibliotecario e del documentarista scientifico?
I progressi nell’Information Tecnology non hanno avuto una influenza particolare sulle fonti di informazioni, che da sempre sono definite come infinite, ma sulla loro gestione e diffusione. Mentre in passato ciò avveniva principalmente attraverso un sistema cartaceo, oggigiorno, ai sistemi che ormai possiamo definire “classici” (banche dati, data proceessing, posta elettronica e Internet) dobbiamo aggiungere il Web 2. 0.
Gli strumenti del Web 2. 0, ovvero blog, wikis, social-networking, podcasting, videopodcasting e così via, facilitano la collaborazione e lo scambio di informazione tra individui, e permettono ad ognuno di diventare editore aggiungendo, modificando e diffondendo le informazioni, comprese quelle in audio e video.
Questi strumenti ben si adattano al mondo delle biblioteche e dei centri di documentazione favorendo una maggiore interattività con gli utenti e una maggiore partecipazione da parte di questi che possono così contribuire sia all’arricchimento delle fonti di informazione sia alla diffusione delle informazioni stesse.
Come sono state colte, dalle industrie farmaceutiche, le opportunità della “rivoluzione digitale” dell’informazione?
Sicuramente le aziende farmaceutiche hanno sfruttato al meglio le opportunità offerte dal digitale e sono all’avanguardia in questo campo.
La disponibilità di fonti di informazione in formato elettronico ha permesso di sviluppare le biblioteche virtuali. Di solito queste sono accessibili attraverso una intranet aziendale e gli utenti possono consultare direttamente dal loro desktop un numero consistente di riviste elettroniche ed e-book, oltre che un certo numero di banche dati, alcune interne dedicate alla letteratura dei prodotti aziendali, altre esterne di tipo scientifico, di business, di competitive intelligence, legislative, ecc. Da una indagine svolta nel maggio 2008 tra i soci GIDIF, Rbm, di cui fanno parte più di 30 aziende farmaceutiche tra le più importanti in Italia, è emerso che, nonostante la rivoluzione digitale, nelle biblioteche dei nostri soci prevale ancora il formato carta + online (85%) e solo il 15% possiede riviste unicamente in formato elettronico. Per il futuro la percentuale delle biblioteche che passerà alle riviste solo in formato elettronico aumenterà in modo consistente (68%); nessuno dei soci prevede di mantenere abbonamenti solo in formato cartaceo, ma il formato misto carta + online non sparirà completamente (34%).
La consultazione delle fonti da parte del personale di un’azienda avviene spontaneamente o è per lo più stimolata dallo staff della Documentazione?
La possibilità di accedere alle biblioteche virtuali attraverso l’intranet aziendale favorisce sicuramente una consultazione spontanea delle fonti disponibili ed il ruolo dello staff di Documentazione è molto cambiato. Alcuni anni fa, poiché il linguaggio di interrogazione dei database era complesso e richiedeva l’intermediazione di specialisti (gli “information professionals”) il ruolo prevalente dello staff di Documentazione era quello di ricercare informazioni per gli utenti che ne facevano richiesta. Con l’avvento di fonti di informazione specificatamente pensate per gli utenti, e quindi con un linguaggio di interrogazione semplice, il ruolo dello staff è più indirizzato all’informazione degli utenti sulle fonti disponibili (novità, aggiornamenti) ed al supporto e training all’uso delle stesse. Il moltiplicarsi delle fonti disponibili ed lnternet hanno reso il tradizionale ruolo dello staff di Documentazione, cioè la valutazione delle fonti da acquisire (qualità, completezza, affidabilità, ecc. ) sempre più importante. Inoltre, poiché il costo delle fonti di informazioni è molto elevato, si sono aggiunti nuove attività: la comunicazione ed il “marketing” dei servizi e delle fonti offerte dalla Documentazione ed il monitoraggio dell’uso delle stesse. Queste due attività sono cruciali per stimolare l’uso delle fonti disponibili e definire il ROI ( return of investment).
Dall’indagine svolta dal GIDIF Rbm, risulta che la quasi totalità dei soci rispondenti (88%) ritiene che nei prossimi 5 anni il ruolo della sua Biblioteca/Servizio Documentazione cambierà. La maggior parte prevede un rinnovamento e una rivalutazione delle funzioni con l’implementazione di nuove attività e servizi a valore aggiunto.
Quali fonti sono soprattutto consultate? Articoli originali? Revisioni sistematiche? Sintesi di pubblicazione secondaria?
La fonte consultata dipende dal tipo di utente. Sicuramente i ricercatori delle varie fasi precliniche e cliniche: chimici, farmacologi, specialisti di ADME (absorption, distribution, metabolism, excretion), clinical monitor si rivolgeranno più ad articoli originali; mentre gli utenti delle direzioni mediche e marketing consulteranno sicuramente anche revisioni sistematiche e sintesi di pubblicazioni secondarie.
La metà degli interrogativi che sorgono al letto del malato riguardano problemi legati alla terapia: il lavoro di document delivery offerto al medico dall’industria conferma questa esigenza di maggiore aggiornamento sui problemi legati al trattamento?
L’esigenza dell’aggiornamento del medico non è legata solo a problemi inerenti la terapia (indicazioni, dosi, effetti collaterali e interazioni tra farmaci sono le informazione più richieste), ma comprende anche richieste riguardanti informazioni su patologie o argomenti clinici specifici.
Negli ultimi anni però i medici non sono l’unica categoria che si rivolge allo staff della Documentazione. Si sono aggiunti farmacisti e farmacisti ospedalieri che richiedono soprattutto informazioni ed aggiornamenti sulla disponibilità dei prodotti e su quesiti tecnici.
La biblioteca di un’azienda farmaceutica svolge anche attività didattica nei confronti del personale dipendente di altri settori, come la Direzione medica o il Marketing?
La quasi totalità dei nostri soci, sia appartenenti ad aziende farmaceutiche sia ad altri istituti o enti, svolge attività didattica nei confronti del personale che usufruisce delle fonti di informazioni messe a disposizione dalla biblioteca. L’attività di training all’interno delle aziende farmaceutiche è rivolta sicuramente a tutte le direzioni ed è orientata non solo alle fonti di informazioni scientifiche, ma anche alle fonti di informazioni di business, competitive intelligence, legislative, ecc.
I centri di documentazione delle aziende farmaceutiche possono contare su risorse economiche relativamente maggiori rispetto a quelle delle pubbliche istituzioni?
Purtroppo le risorse economiche sono diventate un problema per tutti i nostri soci sia che essi appartengano ad aziende farmaceutiche sia a pubbliche istituzioni.
Le risorse dedicate all’informazione diminuiscono di anno in anno. Ma anche quando, nel migliore dei casi, il budget disponibile rimane invariato bisogna confrontarsi con gli aumenti dei costi che nel caso di riviste ammontano ogni anno al 6-10%.
Tra le industrie farmaceutiche e biotecnologiche esistono strategie consortili per l’acquisizione delle risorse, simili a quelle delle aziende sanitarie o delle università?
Dalla nostra indagine risulta che per sopperire alle difficoltà emergenti nel settore della documentazione (budget ridotti e costi elevati), l’85% dei rispondenti ritiene utile aggregarsi/consociarsi con altre biblioteche. La percentuale sale al 95% quando si chiede una previsione per il futuro.
Per le industrie farmaceutiche questa associazione/aggregazione comporta l’esigenza di avere contratti corporate per le diverse filiali nel mondo.
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Le fonti migliori hanno un costo
In che misura i progressi dell’Information Technology hanno cambiato il lavoro del bibliotecario e del documentarista scientifico?
I progressi nell’Information Tecnology non hanno avuto una influenza particolare sulle fonti di informazioni, che da sempre sono definite come infinite, ma sulla loro gestione e diffusione. Mentre in passato ciò avveniva principalmente attraverso un sistema cartaceo, oggigiorno, ai sistemi che ormai possiamo definire “classici” (banche dati, data proceessing, posta elettronica e Internet) dobbiamo aggiungere il Web 2. 0.
Gli strumenti del Web 2. 0, ovvero blog, wikis, social-networking, podcasting, videopodcasting e così via, facilitano la collaborazione e lo scambio di informazione tra individui, e permettono ad ognuno di diventare editore aggiungendo, modificando e diffondendo le informazioni, comprese quelle in audio e video.
Questi strumenti ben si adattano al mondo delle biblioteche e dei centri di documentazione favorendo una maggiore interattività con gli utenti e una maggiore partecipazione da parte di questi che possono così contribuire sia all’arricchimento delle fonti di informazione sia alla diffusione delle informazioni stesse.
Come sono state colte, dalle industrie farmaceutiche, le opportunità della “rivoluzione digitale” dell’informazione?
Sicuramente le aziende farmaceutiche hanno sfruttato al meglio le opportunità offerte dal digitale e sono all’avanguardia in questo campo.
La disponibilità di fonti di informazione in formato elettronico ha permesso di sviluppare le biblioteche virtuali. Di solito queste sono accessibili attraverso una intranet aziendale e gli utenti possono consultare direttamente dal loro desktop un numero consistente di riviste elettroniche ed e-book, oltre che un certo numero di banche dati, alcune interne dedicate alla letteratura dei prodotti aziendali, altre esterne di tipo scientifico, di business, di competitive intelligence, legislative, ecc. Da una indagine svolta nel maggio 2008 tra i soci GIDIF, Rbm, di cui fanno parte più di 30 aziende farmaceutiche tra le più importanti in Italia, è emerso che, nonostante la rivoluzione digitale, nelle biblioteche dei nostri soci prevale ancora il formato carta + online (85%) e solo il 15% possiede riviste unicamente in formato elettronico. Per il futuro la percentuale delle biblioteche che passerà alle riviste solo in formato elettronico aumenterà in modo consistente (68%); nessuno dei soci prevede di mantenere abbonamenti solo in formato cartaceo, ma il formato misto carta + online non sparirà completamente (34%).
La consultazione delle fonti da parte del personale di un’azienda avviene spontaneamente o è per lo più stimolata dallo staff della Documentazione?
La possibilità di accedere alle biblioteche virtuali attraverso l’intranet aziendale favorisce sicuramente una consultazione spontanea delle fonti disponibili ed il ruolo dello staff di Documentazione è molto cambiato. Alcuni anni fa, poiché il linguaggio di interrogazione dei database era complesso e richiedeva l’intermediazione di specialisti (gli “information professionals”) il ruolo prevalente dello staff di Documentazione era quello di ricercare informazioni per gli utenti che ne facevano richiesta. Con l’avvento di fonti di informazione specificatamente pensate per gli utenti, e quindi con un linguaggio di interrogazione semplice, il ruolo dello staff è più indirizzato all’informazione degli utenti sulle fonti disponibili (novità, aggiornamenti) ed al supporto e training all’uso delle stesse. Il moltiplicarsi delle fonti disponibili ed lnternet hanno reso il tradizionale ruolo dello staff di Documentazione, cioè la valutazione delle fonti da acquisire (qualità, completezza, affidabilità, ecc. ) sempre più importante. Inoltre, poiché il costo delle fonti di informazioni è molto elevato, si sono aggiunti nuove attività: la comunicazione ed il “marketing” dei servizi e delle fonti offerte dalla Documentazione ed il monitoraggio dell’uso delle stesse. Queste due attività sono cruciali per stimolare l’uso delle fonti disponibili e definire il ROI ( return of investment).
Dall’indagine svolta dal GIDIF Rbm, risulta che la quasi totalità dei soci rispondenti (88%) ritiene che nei prossimi 5 anni il ruolo della sua Biblioteca/Servizio Documentazione cambierà. La maggior parte prevede un rinnovamento e una rivalutazione delle funzioni con l’implementazione di nuove attività e servizi a valore aggiunto.
Quali fonti sono soprattutto consultate? Articoli originali? Revisioni sistematiche? Sintesi di pubblicazione secondaria?
La fonte consultata dipende dal tipo di utente. Sicuramente i ricercatori delle varie fasi precliniche e cliniche: chimici, farmacologi, specialisti di ADME (absorption, distribution, metabolism, excretion), clinical monitor si rivolgeranno più ad articoli originali; mentre gli utenti delle direzioni mediche e marketing consulteranno sicuramente anche revisioni sistematiche e sintesi di pubblicazioni secondarie.
La metà degli interrogativi che sorgono al letto del malato riguardano problemi legati alla terapia: il lavoro di document delivery offerto al medico dall’industria conferma questa esigenza di maggiore aggiornamento sui problemi legati al trattamento?
L’esigenza dell’aggiornamento del medico non è legata solo a problemi inerenti la terapia (indicazioni, dosi, effetti collaterali e interazioni tra farmaci sono le informazione più richieste), ma comprende anche richieste riguardanti informazioni su patologie o argomenti clinici specifici.
Negli ultimi anni però i medici non sono l’unica categoria che si rivolge allo staff della Documentazione. Si sono aggiunti farmacisti e farmacisti ospedalieri che richiedono soprattutto informazioni ed aggiornamenti sulla disponibilità dei prodotti e su quesiti tecnici.
La biblioteca di un’azienda farmaceutica svolge anche attività didattica nei confronti del personale dipendente di altri settori, come la Direzione medica o il Marketing?
La quasi totalità dei nostri soci, sia appartenenti ad aziende farmaceutiche sia ad altri istituti o enti, svolge attività didattica nei confronti del personale che usufruisce delle fonti di informazioni messe a disposizione dalla biblioteca. L’attività di training all’interno delle aziende farmaceutiche è rivolta sicuramente a tutte le direzioni ed è orientata non solo alle fonti di informazioni scientifiche, ma anche alle fonti di informazioni di business, competitive intelligence, legislative, ecc.
I centri di documentazione delle aziende farmaceutiche possono contare su risorse economiche relativamente maggiori rispetto a quelle delle pubbliche istituzioni?
Purtroppo le risorse economiche sono diventate un problema per tutti i nostri soci sia che essi appartengano ad aziende farmaceutiche sia a pubbliche istituzioni.
Le risorse dedicate all’informazione diminuiscono di anno in anno. Ma anche quando, nel migliore dei casi, il budget disponibile rimane invariato bisogna confrontarsi con gli aumenti dei costi che nel caso di riviste ammontano ogni anno al 6-10%.
Tra le industrie farmaceutiche e biotecnologiche esistono strategie consortili per l’acquisizione delle risorse, simili a quelle delle aziende sanitarie o delle università?
Dalla nostra indagine risulta che per sopperire alle difficoltà emergenti nel settore della documentazione (budget ridotti e costi elevati), l’85% dei rispondenti ritiene utile aggregarsi/consociarsi con altre biblioteche. La percentuale sale al 95% quando si chiede una previsione per il futuro.
Per le industrie farmaceutiche questa associazione/aggregazione comporta l’esigenza di avere contratti corporate per le diverse filiali nel mondo.
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