La discarica di Malagrotta continua a funzionare grazie alle proroghe. Entro sei mesi dovrà essere avviato un sistema integrato per il trattamento totale dei rifiuti provenienti da diversi comuni di Roma nel rispetto delle quote consentite. Sei mesi saranno sufficienti? O si ipotizza un ulteriore rinvio?
La grande questione della chiusura della discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, è sempre più urgente. Si tratta di mettere in campo tutte quelle iniziative e quelle infrastrutture utili a chiudere il ciclo dei rifiuti muovendosi a piccoli passi verso l’obiettivo indicato dall’Unione Europea, di una riduzione e selezione dei rifiuti da conferire in discarica. Per questo motivo bisogna potenziare la raccolta differenziata, favorendo il riuso dei materiali, e utilizzare a pieno regime gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) per trasformare i rifiuti in risorsa.
Sono state fatte delle valutazioni di impatto sull’ambiente e sulla salute? Queste proroghe non impattano negativamente sulla salute dei cittadini? Qual è la difficoltà di trasferire gli esiti delle valutazione di impatto sulla salute nella pratica, nelle decisioni politiche delle amministrazioni regionali e locali?
La Provincia di Roma ha avviato da tempo un monitoraggio della qualità dell’aria nella Valle Galeria, con centraline mobili proprie e con la collaborazione di Arpa Lazio. Stiamo predisponendo un piano più complessivo di monitoraggio per valutare l’impatto ambientale degli insediamenti industriali dell’area, tenendo in considerazione i valori dell’acqua, dell’aria e del suolo, e fornire dati trasparenti, certi e consultabili da parte dei residenti.
I cittadini di Malagrotta protestano chiedendo che vengano costruite nuove discariche. I cittadini di altri comuni temono una Malagrotta bis. Come gestire questo problema? La Polverini ha dichiarato che "ci sono tutte le condizioni per evitare una seconda Malagrotta e arrivare a trattare quanti più rifiuti possibile per trasformarli in ricchezza per la città e la Regione, insieme alla raccolta differenziata".
L’obiettivo della chiusura della discarica è sempre più attuale ed urgente. Il territorio della Valle Galeria da anni subisce l’impatto di innumerevoli attività industriali (oltre alla discarica, la raffineria, il termovalorizzatore di rifiuti ospedalieri e numerose cave). Oggi, con l’avvio del gassificatore, bisogna tener fede alla promessa di chiudere la discarica ed avviare la bonifica dell’area interessata. Per questo bisogna potenziare la raccolta differenziata necessaria per il riuso dei materiali ed utilizzare tutti gli impianti autorizzati e realizzati, in particolare per gli impianti di TMB per trasformare i rifiuti in prodotti da riutilizzare o in materiali da smaltire in modo sicuro per l’ambiente. Solo in questo modo, l’obiettivo della chiusura di Malagrotta sarà possibile, e si eviterà di andare in emergenza e finiranno le proroghe. Tra l’altro, nell’ultimo decreto di proroga, il Ministero dell’Ambiente ha imposto alla Regione di inserire l’istituzione di un nuovo impianto per la triturazione-deferrizzazione dei rifiuti che dovrebbero essere trattati prima del loro interramento. Gli investimenti necessari sono di circa 20 milioni di euro e serviranno solo a ridurre il volume dei materiali interrati.
L’assessore Pietro Di Paolo della giunta Polverini indica nel 60% di differenziata l’obiettivo del 2011 e nel 65% quello del 2012. La Regione Lazio e la Provincia di Roma in particolare sono pronte ad incrementare il riciclaggio dei rifiuti?
Per quanto ci riguarda stiamo portando avanti nei 120 Comuni della Provincia, escluso Roma sul quale non abbiamo competenze, una impegnativa rivoluzione ecologica centrata sull’aumento della raccolta differenziata attraverso la promozione del servizio di raccolta dei rifiuti "Porta a Porta" (PaP). Si tratta, guardando ai primi risultati dei Comuni che hanno già avviato il servizio, del metodo più efficace per aumentare considerevolmente la percentuale di differenziazione dei rifiuti fino al 60%. Dopo soli due anni e mezzo abbiamo finanziato progetti di raccolta PaP per 56 Comuni della Provincia, ovvero per 850 mila abitanti. Un investimento ambientale di circa 24 milioni di euro che gradualmente estenderemo a tutta la Provincia con l’obiettivo di coinvolgere in questa modalità innovativa della gestione dei rifiuti un milione di abitanti entro il 2012. Allo stesso tempo ci siamo mossi sulla strada considerata strategica dall’UE, secondo la quale "il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto", recependo per primi in Italia la direttiva comunitaria sulla prevenzione e riduzione dei rifiuti.
26 gennaio 2010
In primo piano
Malagrotta, la discarica delle proroghe
La grande questione della chiusura della discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, è sempre più urgente. Si tratta di mettere in campo tutte quelle iniziative e quelle infrastrutture utili a chiudere il ciclo dei rifiuti muovendosi a piccoli passi verso l’obiettivo indicato dall’Unione Europea, di una riduzione e selezione dei rifiuti da conferire in discarica. Per questo motivo bisogna potenziare la raccolta differenziata, favorendo il riuso dei materiali, e utilizzare a pieno regime gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) per trasformare i rifiuti in risorsa.
Sono state fatte delle valutazioni di impatto sull’ambiente e sulla salute? Queste proroghe non impattano negativamente sulla salute dei cittadini? Qual è la difficoltà di trasferire gli esiti delle valutazione di impatto sulla salute nella pratica, nelle decisioni politiche delle amministrazioni regionali e locali?
La Provincia di Roma ha avviato da tempo un monitoraggio della qualità dell’aria nella Valle Galeria, con centraline mobili proprie e con la collaborazione di Arpa Lazio. Stiamo predisponendo un piano più complessivo di monitoraggio per valutare l’impatto ambientale degli insediamenti industriali dell’area, tenendo in considerazione i valori dell’acqua, dell’aria e del suolo, e fornire dati trasparenti, certi e consultabili da parte dei residenti.
I cittadini di Malagrotta protestano chiedendo che vengano costruite nuove discariche. I cittadini di altri comuni temono una Malagrotta bis. Come gestire questo problema? La Polverini ha dichiarato che "ci sono tutte le condizioni per evitare una seconda Malagrotta e arrivare a trattare quanti più rifiuti possibile per trasformarli in ricchezza per la città e la Regione, insieme alla raccolta differenziata".
L’obiettivo della chiusura della discarica è sempre più attuale ed urgente. Il territorio della Valle Galeria da anni subisce l’impatto di innumerevoli attività industriali (oltre alla discarica, la raffineria, il termovalorizzatore di rifiuti ospedalieri e numerose cave). Oggi, con l’avvio del gassificatore, bisogna tener fede alla promessa di chiudere la discarica ed avviare la bonifica dell’area interessata. Per questo bisogna potenziare la raccolta differenziata necessaria per il riuso dei materiali ed utilizzare tutti gli impianti autorizzati e realizzati, in particolare per gli impianti di TMB per trasformare i rifiuti in prodotti da riutilizzare o in materiali da smaltire in modo sicuro per l’ambiente. Solo in questo modo, l’obiettivo della chiusura di Malagrotta sarà possibile, e si eviterà di andare in emergenza e finiranno le proroghe. Tra l’altro, nell’ultimo decreto di proroga, il Ministero dell’Ambiente ha imposto alla Regione di inserire l’istituzione di un nuovo impianto per la triturazione-deferrizzazione dei rifiuti che dovrebbero essere trattati prima del loro interramento. Gli investimenti necessari sono di circa 20 milioni di euro e serviranno solo a ridurre il volume dei materiali interrati.
L’assessore Pietro Di Paolo della giunta Polverini indica nel 60% di differenziata l’obiettivo del 2011 e nel 65% quello del 2012. La Regione Lazio e la Provincia di Roma in particolare sono pronte ad incrementare il riciclaggio dei rifiuti?
Per quanto ci riguarda stiamo portando avanti nei 120 Comuni della Provincia, escluso Roma sul quale non abbiamo competenze, una impegnativa rivoluzione ecologica centrata sull’aumento della raccolta differenziata attraverso la promozione del servizio di raccolta dei rifiuti "Porta a Porta" (PaP). Si tratta, guardando ai primi risultati dei Comuni che hanno già avviato il servizio, del metodo più efficace per aumentare considerevolmente la percentuale di differenziazione dei rifiuti fino al 60%. Dopo soli due anni e mezzo abbiamo finanziato progetti di raccolta PaP per 56 Comuni della Provincia, ovvero per 850 mila abitanti. Un investimento ambientale di circa 24 milioni di euro che gradualmente estenderemo a tutta la Provincia con l’obiettivo di coinvolgere in questa modalità innovativa della gestione dei rifiuti un milione di abitanti entro il 2012. Allo stesso tempo ci siamo mossi sulla strada considerata strategica dall’UE, secondo la quale "il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto", recependo per primi in Italia la direttiva comunitaria sulla prevenzione e riduzione dei rifiuti.