Il mese di luglio si era chiuso portando il conto di 48 morti a mare; fanno 12.895 da quando una barca nel canale di Sicilia è l’unica via di fuga da un continente disperato. L’Africa è anche negli editoriali del BMJ, ad agosto, mese in cui le grandi riviste di medicina sembrano risparmiare gli articoli “migliori” e regalano un occhio ai Paesi poveri; il Lancet ad Haiti, il BMJ anche all’Italia, con un intervento di Alfredo Pisacane sull’educazione continua venduta all’industria. L’articolo, con quelli di Ray Moynihan e Suzanne Fletcher, anticipa Arnold Relman, sulle stesse posizioni sul JAMA del 3 settembre.
Migranti che annegano, dunque, e Pellegrini che invece nuota alla grande in un’olimpiade di record e di dirigenti sportivi privi di qualsiasi spirito decoubertiano: l’animosità delle dichiarazioni desta sospetti, chissà che i cavalli non siano i soli dopati. Phelps vince 8 medaglie ma ha bisogno di 12 mila calorie al giorno, incluse 8 uova (tre fritte e cinque in una frittata): fedeli alla loro vocazione sedentaria, i giornalisti non provano a copiarne tuffi, virate e stile, ma le abitudini alimentari e finisce che uno sviene. Usain Bolt divora crocchette di pollo prima dei record del mondo di velocità. Con questi consumi da SUV della piscina e della pista, sarà difficile vedere in futuro italiani sul podio; aumenta la povertà e calano i consumi, dunque mangiamo meno ma, probabilmente, peggio, con buona pace dei dietologi che vedono di buon occhio la nuova austerità. Evitare di compiacersi delle buste vuote degli italiani al supermercato in nome della lotta al sovrappeso è una questione di sensibilità, una questione “di pelle”. A proposito…
L’amore per una dermatologa (dei Vip, beninteso, come si affrettano a specificare i giornali) trattiene il nostro ministro degli Esteri alle Maldive: del resto, dice, basta il telefono per discutere della crisi in Georgia. Là, piove (e si tratta di bombe) sul bagnato: come segnala Maurizio Bonati, la guerra si fa in una nazione, la Georgia, e in particolare l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, tra le più arretrate nell’ambito dei diritti alle donne e a bambini, i due gruppi della popolazione più esposti e sensibili alle conseguenze di un conflitto armato. Un modo significativo, da parte della Russia ma forse non solo, di celebrare la scomparsa di Aleksandr Solzhenitsyn, avvenuta il 3 di agosto, simbolo di libertà, giustizia e umanità secondo Vladimir Putin; un segnale della perdita di credibilità degli Stati Uniti, sostiene David Remnik sul New Yorker: “That is America’s tragedy, and the world’s”.
Intanto, prosegue il reality show delle elezioni americane con Obama e l’ex miss Alaska in copertina: di un “pitbull col rossetto” non sentiamo la mancanza; della copertura sanitaria universale, certamente sì: è una strada praticabile, leggiamo su Health Affairs ed è un tema che muove le coscienze: “I think that a country should be judged by how it treats its less fortunate. In that respect, I’m ashamed of our country”, sostiene Steven Schroeder sul NEJM. Poco risalto, invece, al caso di Bruce E. Ivins, il ricercatore indiziato per la contaminazione di antrace; era stato uno dei motivi della guerra santa di Bush. Un suicidio sospetto per molti, da Nature a MotherJones.
Tornando alle questioni di cuore, se ne sono occupati anche i principali periodici di medicina interna: chi non avesse avuto modo di sfogliarli sotto l’ombrellone (beato lui), si è perso il susseguirsi di anticipazioni del congresso europeo di Cardiologia: notizie buone (rallentare il ritmo con ivabradina può giovare a un sottogruppo di pazienti), così così (la prescrizione di rosuvastatina non sembra giovare alle persone con scompenso cardiaco al contrario di quella di acidi grassi omega 3) e preoccupanti (l’assunzione del farmaco per l’ipercolesterolemia, ezitimibe, potrebbe accrescere il rischio di mortalità cardiovascolare).
Le buone notizie, ormai, giungono (comunque) dai nomi dei trial: Beautiful, Improve, Advance… Perseverando nell’illusione che, comunque vada, sarà un successo.
10 settembre 2008
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In primo piano
Migranti e Pellegrini
Migranti che annegano, dunque, e Pellegrini che invece nuota alla grande in un’olimpiade di record e di dirigenti sportivi privi di qualsiasi spirito decoubertiano: l’animosità delle dichiarazioni desta sospetti, chissà che i cavalli non siano i soli dopati. Phelps vince 8 medaglie ma ha bisogno di 12 mila calorie al giorno, incluse 8 uova (tre fritte e cinque in una frittata): fedeli alla loro vocazione sedentaria, i giornalisti non provano a copiarne tuffi, virate e stile, ma le abitudini alimentari e finisce che uno sviene. Usain Bolt divora crocchette di pollo prima dei record del mondo di velocità. Con questi consumi da SUV della piscina e della pista, sarà difficile vedere in futuro italiani sul podio; aumenta la povertà e calano i consumi, dunque mangiamo meno ma, probabilmente, peggio, con buona pace dei dietologi che vedono di buon occhio la nuova austerità. Evitare di compiacersi delle buste vuote degli italiani al supermercato in nome della lotta al sovrappeso è una questione di sensibilità, una questione “di pelle”. A proposito…
L’amore per una dermatologa (dei Vip, beninteso, come si affrettano a specificare i giornali) trattiene il nostro ministro degli Esteri alle Maldive: del resto, dice, basta il telefono per discutere della crisi in Georgia. Là, piove (e si tratta di bombe) sul bagnato: come segnala Maurizio Bonati, la guerra si fa in una nazione, la Georgia, e in particolare l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, tra le più arretrate nell’ambito dei diritti alle donne e a bambini, i due gruppi della popolazione più esposti e sensibili alle conseguenze di un conflitto armato. Un modo significativo, da parte della Russia ma forse non solo, di celebrare la scomparsa di Aleksandr Solzhenitsyn, avvenuta il 3 di agosto, simbolo di libertà, giustizia e umanità secondo Vladimir Putin; un segnale della perdita di credibilità degli Stati Uniti, sostiene David Remnik sul New Yorker: “That is America’s tragedy, and the world’s”.
Intanto, prosegue il reality show delle elezioni americane con Obama e l’ex miss Alaska in copertina: di un “pitbull col rossetto” non sentiamo la mancanza; della copertura sanitaria universale, certamente sì: è una strada praticabile, leggiamo su Health Affairs ed è un tema che muove le coscienze: “I think that a country should be judged by how it treats its less fortunate. In that respect, I’m ashamed of our country”, sostiene Steven Schroeder sul NEJM. Poco risalto, invece, al caso di Bruce E. Ivins, il ricercatore indiziato per la contaminazione di antrace; era stato uno dei motivi della guerra santa di Bush. Un suicidio sospetto per molti, da Nature a MotherJones.
Tornando alle questioni di cuore, se ne sono occupati anche i principali periodici di medicina interna: chi non avesse avuto modo di sfogliarli sotto l’ombrellone (beato lui), si è perso il susseguirsi di anticipazioni del congresso europeo di Cardiologia: notizie buone (rallentare il ritmo con ivabradina può giovare a un sottogruppo di pazienti), così così (la prescrizione di rosuvastatina non sembra giovare alle persone con scompenso cardiaco al contrario di quella di acidi grassi omega 3) e preoccupanti (l’assunzione del farmaco per l’ipercolesterolemia, ezitimibe, potrebbe accrescere il rischio di mortalità cardiovascolare).
Le buone notizie, ormai, giungono (comunque) dai nomi dei trial: Beautiful, Improve, Advance… Perseverando nell’illusione che, comunque vada, sarà un successo.
10 settembre 2008