Quali sono stati finora gli infortuni seri che si è trovata a dover affrontare?
Due anni fa sono stata operata al polso destro, per colpa di un legamento rotto. È stata dura, anche se la malattia più pesante della mia vita è stato il tifo, quando avevo 18 anni. Come se l’è preso?
Stupidamente, mangiando frutti di mare a casa mia. Mi hanno tenuta 21 giorni in isolamento e poi ci sono voluti sei mesi per uscirne definitivamente.
Adesso fa più attenzione al cibo?
Per forza: noi tennisti non possiamo permetterci grandi sgarri, anche se paradossalmente io ho cominciato ad apprezzare la buona cucina quando sono andata via di casa per allenarmi. Da piccolina ero schizzinosa, mangiavo solo pasta in bianco o al pomodoro e obbligavo mia madre a togliere tutti gli eventuali semini. Adesso, se potessi, mangerei di tutto…
E invece?
Invece devo stare a dieta. In particolare seguo quella a zona, tanta carne, tanta frutta, verdure, cereali. Ormai sono diversi anni, e mi fa stare in gran forma, peccato solo che preveda poca pasta.
Ma non sgarra proprio mai?
Certo che sgarro. Quando sono giù di morale vado al supermercato e riempio il carrello di schifezze, a cominciare dalla caramelle gommose. La mia trasgressione preferita però è a base di pane e nutella. Il problema è che la “pago" sempre perché la cioccolata mi fa venire mal di testa.
Se non fosse una tennista, ma una comune cittadina preferirebbe affidarsi agli ospedali pubblici o alle strutture private?
Non ho niente da ridire sulla qualità del servizio pubblico, tranne che su un aspetto: le lunghe attese per una visita o per un esame diagnostico. Io invece sono una che se ha un problema di salute preferisce affrontarlo subito e non solo perché, essendo una tennista, ho la necessità di tornare il prima possibile in campo. Quindi continuerei a rivolgermi alle strutture private anche se fossi una comune mortale
Ha mai provato la strada della medicina alternativa?
No, a parte i massaggi shiatsu, di cui vado pazza. Ma quella non è considerata propriamente medicina alternativa, vero? |
In primo piano
Pennette al sugo o dieta a zona?
è la prima italiana ad aver raggiunto la Top 10 nella classifica WTA di singolo, l’unica a vincere un Master di doppio e chiudere la stagione al primo posto nel ranking del doppio femminile.
Vive con il BlackBerry attaccato alla mano destra e nel suo sito dichiara che senza internet potrebbe anche morire.
Mi seguono un fisioterapista, un medico generico e uno psicologo, con il quale preparo ogni match. So che posso sembrare una privilegiata, ma corpo e mente sono gli attrezzi da lavoro dei tennisti e degli atleti in generale.
Quanto si allena ogni giorno?
Sei ore tra tennis e atletica, quattro in campo, due in palestra.
Qual è il suo pasto tipo prima di scendere in campo?
Un piatto di pasta in bianco e un po’ di prosciutto due ore prima del match. Il problema di noi tennisti è che però non sappiamo mai quando entreremo esattamente in campo, perché magari il match precedente si prolunga. In tal caso c’è il “rinforzino” alimentare, un po’ di pane e formaggio.
Durante le partite prende integratori?
No, in questo sono una tennista atipica: non posso assumerne perché mi provocano mal di stomaco. Lo stesso discorso vale per i farmaci, al massimo posso concedermi un’aspirina.
Due anni fa sono stata operata al polso destro, per colpa di un legamento rotto. È stata dura, anche se la malattia più pesante della mia vita è stato il tifo, quando avevo 18 anni.
Come se l’è preso?
Stupidamente, mangiando frutti di mare a casa mia. Mi hanno tenuta 21 giorni in isolamento e poi ci sono voluti sei mesi per uscirne definitivamente.
Adesso fa più attenzione al cibo?
Per forza: noi tennisti non possiamo permetterci grandi sgarri, anche se paradossalmente io ho cominciato ad apprezzare la buona cucina quando sono andata via di casa per allenarmi. Da piccolina ero schizzinosa, mangiavo solo pasta in bianco o al pomodoro e obbligavo mia madre a togliere tutti gli eventuali semini. Adesso, se potessi, mangerei di tutto…
E invece?
Invece devo stare a dieta. In particolare seguo quella a zona, tanta carne, tanta frutta, verdure, cereali. Ormai sono diversi anni, e mi fa stare in gran forma, peccato solo che preveda poca pasta.
Ma non sgarra proprio mai?
Certo che sgarro. Quando sono giù di morale vado al supermercato e riempio il carrello di schifezze, a cominciare dalla caramelle gommose. La mia trasgressione preferita però è a base di pane e nutella. Il problema è che la “pago" sempre perché la cioccolata mi fa venire mal di testa.
Se non fosse una tennista, ma una comune cittadina preferirebbe affidarsi agli ospedali pubblici o alle strutture private?
Non ho niente da ridire sulla qualità del servizio pubblico, tranne che su un aspetto: le lunghe attese per una visita o per un esame diagnostico. Io invece sono una che se ha un problema di salute preferisce affrontarlo subito e non solo perché, essendo una tennista, ho la necessità di tornare il prima possibile in campo. Quindi continuerei a rivolgermi alle strutture private anche se fossi una comune mortale
Ha mai provato la strada della medicina alternativa?
No, a parte i massaggi shiatsu, di cui vado pazza. Ma quella non è considerata propriamente medicina alternativa, vero?
Novità in catalogo: L’alimentazione per lo sportivo, di Giacinto A.D. Miggiano (2012)