Lettera aperta alla Ministra della salute, On. Giulia Grillo
Gentile Ministra,
sarebbe troppo anche un solo bambino lasciato su una nave in un’interminabile attesa di sbarco. Sono tanti: decine, centinaia, ma il numero non ha più importanza. Come non ha importanza che siano donne o uomini, anziani o bambini destinati a diventare troppo presto adulti. Persone chiuse nelle navi o nelle gabbie volute dal presidente degli Stati Uniti, prigioni che hanno motivato una petizione già firmata da quasi diecimila operatori nordamericani che lavorano nella salute mentale: “Bambini spinti in centri di detenzione senza difesa e senza la presenza di adulti che parlino la loro lingua. Immagina per un momento come può essere per un bambino: fuggire dal luogo in cui hai la casa e imbarcarti in un viaggio pericoloso verso una destinazione sconosciuta, solo per veder lacerato il tuo unico senso di sicurezza senza capire cosa ti è appena successo o se rivedrai mai più la tua famiglia. E la sola cosa che hai fatto per meritarti questo è fare quello che fanno i bambini: stare vicino agli adulti per cercare protezione.”
Si è pronunciata la American Academy of Pediatrics. In Italia nulla, o quasi: i tempi di istituzioni e società scientifiche sono addirittura meno rapidi di quelli delle navi in cerca di attracco. Eppure, “tra la gente, per le strade, nei bar bisogna dire che questa politica è sbagliata, pericolosa e razzista. Anche se la maggioranza delle persone la pensa come loro. Ma nonostante ciò bisogna dirlo senza mai indietreggiare”: ne è convinto Paolo Siani, medico pediatra e oggi parlamentare. Anche per questo è importante discutere, invitare a riflettere, non perdere la speranza di far cambiare idea a chi è convinto che l’individualismo sia la sola via d’uscita. C’è bisogno di un grande sforzo di informazione, di quella “guerra all’ignoranza” auspicata da Edgar Morin nelle pagine di Tra i confini.
La giornata mondiale del rifugiato coglie un mondo ripiegato su sé stesso, che sembra saper rispondere solo con crudeltà alla profonda infelicità che deriva dall’incertezza del futuro. Una sanità così giustamente vigile nel tutelare la salute anche di un solo bambino italiano e sempre più attenta a sottolineare la centralità della componente umana della cura non può essere complice di politiche disumane che fingono di ignorare le biografie e i vissuti di centinaia di persone perseguitate.
Per questo chiediamo all’Onorevole Giulia Grillo, Ministra della salute, di contribuire a garantire i diritti fondamentali alla protezione, all’assistenza umanitaria e alla salute dei migranti, a partire da quelli dei bambini, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo. Amore, compassione e solidarietà sono componenti della cura.
Grazie per l’attenzione,
Il Pensiero Scientifico Editore
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Lettera aperta alla Ministra della salute, On. Giulia Grillo
Gentile Ministra,
sarebbe troppo anche un solo bambino lasciato su una nave in un’interminabile attesa di sbarco. Sono tanti: decine, centinaia, ma il numero non ha più importanza. Come non ha importanza che siano donne o uomini, anziani o bambini destinati a diventare troppo presto adulti. Persone chiuse nelle navi o nelle gabbie volute dal presidente degli Stati Uniti, prigioni che hanno motivato una petizione già firmata da quasi diecimila operatori nordamericani che lavorano nella salute mentale: “Bambini spinti in centri di detenzione senza difesa e senza la presenza di adulti che parlino la loro lingua. Immagina per un momento come può essere per un bambino: fuggire dal luogo in cui hai la casa e imbarcarti in un viaggio pericoloso verso una destinazione sconosciuta, solo per veder lacerato il tuo unico senso di sicurezza senza capire cosa ti è appena successo o se rivedrai mai più la tua famiglia. E la sola cosa che hai fatto per meritarti questo è fare quello che fanno i bambini: stare vicino agli adulti per cercare protezione.”
Si è pronunciata la American Academy of Pediatrics. In Italia nulla, o quasi: i tempi di istituzioni e società scientifiche sono addirittura meno rapidi di quelli delle navi in cerca di attracco. Eppure, “tra la gente, per le strade, nei bar bisogna dire che questa politica è sbagliata, pericolosa e razzista. Anche se la maggioranza delle persone la pensa come loro. Ma nonostante ciò bisogna dirlo senza mai indietreggiare”: ne è convinto Paolo Siani, medico pediatra e oggi parlamentare. Anche per questo è importante discutere, invitare a riflettere, non perdere la speranza di far cambiare idea a chi è convinto che l’individualismo sia la sola via d’uscita. C’è bisogno di un grande sforzo di informazione, di quella “guerra all’ignoranza” auspicata da Edgar Morin nelle pagine di Tra i confini.
La giornata mondiale del rifugiato coglie un mondo ripiegato su sé stesso, che sembra saper rispondere solo con crudeltà alla profonda infelicità che deriva dall’incertezza del futuro. Una sanità così giustamente vigile nel tutelare la salute anche di un solo bambino italiano e sempre più attenta a sottolineare la centralità della componente umana della cura non può essere complice di politiche disumane che fingono di ignorare le biografie e i vissuti di centinaia di persone perseguitate.
Per questo chiediamo all’Onorevole Giulia Grillo, Ministra della salute, di contribuire a garantire i diritti fondamentali alla protezione, all’assistenza umanitaria e alla salute dei migranti, a partire da quelli dei bambini, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo. Amore, compassione e solidarietà sono componenti della cura.
Grazie per l’attenzione,
Il Pensiero Scientifico Editore
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