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Pesca, non c’è scelta che non sia importante

Un ampio dibattito pubblico è stato animato dal nuovo spot di Esselunga. Le famiglie ideali non esistono. Esistono le famiglie vere, reali, con le loro contraddizioni, difficoltà e varietà. Perché diversi sono i tenori, l’intensità e la mutevolezza delle relazioni umane e ancor più onerose quando inserite in un percorso educativo (proprio e dei figli). Così non esiste la famiglia ideale di Esselunga, come non esisteva la famiglia del Mulino Bianco nel 1990. Allora l’interpretazione data dal committente (Barilla) era quella di rappresentare la quotidianità di una famiglia “all’italiana” (la mamma insegnante, il papà giornalista, i due figli e il nonno) che faceva la colazione nel verde di in un antico mulino bianco. Ovviamente era la rappresentazione di una rarità, così come quella di “non c’è una spesa che non sia importante”. Entrambi gli spot non sono sulla famiglia, ma sono commerciali, creati per associare un’emozione inconscia all’azione di acquistare. Entrambi gli spot sono ben realizzati, come dimostra la efficacia economica del primo e l’attenzione ricevuta dal secondo.

Quello di Esselunga più cinematografico, ben diretto da Rusy Rosenberg, più moderno e creativo grazie alla firma dell’agenzia Small, più attuale e realistico rispetto agli spot di Gavino Sanna per Barilla. Uno spot commerciale quindi e non sulla famiglia, che utilizza “una famiglia pretesto” per altri fini. Tuttavia, sebbene il clamore suscitato vada in tutt’altra direzione, lo spot fornisce un buon pretesto per riflettere non sulla famiglia, ma sulla genitorialità.

Chi lavora con i bambini – insegnanti, psicologi dell’età evolutiva, pediatri di famiglia – sa bene che i bambini cercano stabilità, sicurezza e protezione nelle relazioni con i genitori; un desiderio infantile, semplice che sarà modellato dalla crescita, e quindi con l’educazione e l’esperienza. Un ingenuo desiderio di un legame indissolubile e duraturo, di continuità affettiva, che una separazione dei genitori, specie se conflittuale, mette in discussione anche con esiti traumatici per tutti i componenti della famiglia. La crescita affettiva ed emotiva sicura del bambino necessita della maturità emotiva dei genitori. Purtroppo non tutti i genitori sono pronti a questo, né sono consapevoli che fa parte del percorso di costruzione della genitorialità. La genitorialità inizia prima della nascita del figlio, prima ancora del concepimento, e deve essere costruita e adattata nel tempo, anche quando i figli sono diventati adulti.

La salute e lo sviluppo dei bambini sono soprattutto nelle mani e nella testa dei loro genitori, ma questo non basta, come sappiamo e constatiamo quotidianamente. Prendersi cura dell’infanzia, a cominciare dalle famiglie, è una delle priorità di una strategia volta al bene comune guardando avanti [1].

“Nell’interesse dei figli”, “per il bene d figli” si possono mantenere relazioni con una bassa intensità emotiva e affettiva, caratterizzata da costrizioni comportamentali con l’attenuante della responsabilità genitoriale. Lo spot di Esselunga ci dice che è possibile provare a costruire altro; c’è una maturità genitoriale che converge, in modo indipendente, sull’affetto verso la figlia. Non è detto che sia efficace o che sia semplice…  Questo rappresenta un modo positivo per passare dall’“essere in testa” o “nella testa dei genitori” al “mettere alla testa”: nel caso dello spot, la figlia che dovrà essere accompagnata anche nella sua crescita affettiva ed emotiva. Una neoavanguardia per la formazione degli individui e della comunità [2]. Il gesto simbolico della bambina – la scelta della pesca invece della mela – allude a intenzioni e desideri che sfuggono alle banalità di molti commenti. Il claim “non c’è una spesa che non sia importante” – mirato al marketing – lo si può quindi declinare “non c’è scelta che non sia importante”, lasciando ampio spazio alla riflessione di tutti.

Maurizio Bonati
Direttore di Ricerca & Pratica

 

Bibliografia

  1. Tamburlini G. I bambini in testa. Roma: Il Pensiero Scientifico, 2023.
  2. Bonati M. L’infanzia in testa. Ricerca & Pratica 2023; 39: 195-6.

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