Al convegno 4words: le parole dell’innovazione in sanità, Rodolfo Saracci – epidemiologo – si è confrontato con Ciro Cattuto – fisico – sul grande tema dei big data che arrivano con “grandi spunti e grandi promesse”. Certamente una promessa è che i big data permettano predizioni più accurate, consentendo un salto di qualità nella ricerca biomedica ed epidemiologica. Chiaramente la quantità da sola non è sufficiente: serve saper scegliere dati di buona qualità.
Pur riconoscendone le potenzialità, Saracci non si illude che – al momento attuale – con i big data siamo nelle condizioni di fare delle previsioni sul singolo individuo a lungo termine.
I big data permettono sicuramente di risolvere dei problemi che fino a ieri non eravamo in grado di risolvere ma ne vanno riconosci anche i limiti e i confini. “Chiaramente siamo nel dominio della prospettiva realistica, non sappiamo quando il salto di qualità avverrà. Ma se non cerchiamo di prenderne coscienza e di interagire con gli altri attori che possono far avanzare insieme a noi nelle giuste
direzioni questi sviluppi, si va verso una prospettiva rischiosa”. Saracci inviata a prendere coscienza del problema per non farsene trascinare e per non travisare la natura umanistica della medicina.