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Come si aggiornano gli psichiatri?

“Per migliorare la salute dei pazienti i risultati della ricerca devono poter arrivare ai clinici”: una vostra ricerca indaga proprio questo aspetto. Quali sono le pubblicazioni specialistiche che in ambito psichiatrico sono effettivamente utilizzate all’interno della pratica clinica?

Il nostro studio ha preso in considerazione un campione di 1200 membri del Royal College of Psychiatrists fornito dall’università, selezionando i soggetti tra gli psichiatri che operano in contesti diversi: dalla cura del bambino e dell’adolescente, alla cura dell’adulto, fino all’età geriatrica. I diversi campi di intervento hanno contribuito a costituire un campione eterogeneo, garantendo la diversificazione in proporzioni confrontabili. Inoltre, il 26 per cento dei partecipanti è costituito da psichiatri con un incarico accademico. Attraverso un questionario, è stato chiesto loro quali riviste leggessero o consultassero regolarmente per la loro pratica clinica. Sono stati compilati e restituiti 560 questionari (47 per cento), con un tasso di partecipazione, rispettivamente, del 49 per cento tra coloro che si occupano di bambini, del 38 per cento dell’adulto, del 52 per cento dell’età geriatrica.

Come avete selezionato il campione di riviste proposte?

La lista delle riviste contenenti articoli di psichiatria è stata realizzata a partire da riviste selezionate all’interno del NHS Research Outputs Database utilizzando un filtro per la salute mentale precedentemente sviluppato per il Research Outputs Database. Le riviste sono state poi ordinate in base al numero di articoli di psichiatria pubblicati; poi il numero delle riviste, organizzate in ordine alfabetico, è stato circoscritto a 32. Agli psichiatri è stato richiesto di scegliere, tra quelle indicate, fino a dieci riviste lette o consultate regolarmente per il loro lavoro, indicando le tre migliori. Naturalmente, i medici sono stati invitati ad aggiungere alla lista le riviste mancanti, ma ritenute importanti per la pratica clinica in psichiatria; questo ha fatto crescere il numero delle riviste da 32 a 156.

Quali differenze sono emerse dallo studio?

Una differenza sostanziale emersa riguarda il numero medio di riviste lette che variano da dieci o più tra gli accademici, a tre soltanto tra i non accademici; una differenza costante nei tre gruppi (bambino, adulto, anziano) con un picco tra gli psichiatri che si occupano della cura di patologie psichiatriche nell’adulto (40 per cento). In generale, circa il doppio degli accademici rispetto ai non accademici legge almeno dieci riviste.

Quali sono le riviste più lette?

Dai 560 questionari completati è emerso come il British Journal of Psychiatry e il British Medical Journal (BMJ) fossero i più letti e più votati. Nel contesto delle cure psichiatriche dell’adulto a queste due riviste è spettato il primo posto tra le letture abituali. Sono state citate, infatti, da circa il 90 per cento del campione; mentre il terzo giornale più citato – l‘American Journal of Psychiatry – sembra essere letto soltanto dal 50 per cento degli psichiatri. Sebbene anche tra gli psichiatri dell’età evolutiva e geriatrica queste due riviste siano state votate da oltre il 90 per cento dei partecipanti, in questi due settori le riviste specialistiche sembrano meritare un particolare rilievo. Importanza che emerge soprattutto per quanto riguarda le riviste preferite.

Quante sono le riviste veramente importanti nella pratica clinica?

Purtroppo sono pochissime quelle ritenute veramente importanti per la diffusione delle informazioni all’interno della pratica clinica. All’interno di ogni categoria infatti c’è stato soltanto un piccolo numero di pubblicazioni (tra le quattro e le sette riviste) indicate tra le migliori tre, per la loro importanza nella pratica clinica da più del 10 per cento degli psichiatri.
Inoltre, il numero di psichiatri che leggono meno di tre riviste è più alto nel gruppo degli adulti, che è circa tre volte maggiore delle altre due categorie dei membri del Royal College of Psychiatrists. In generale un aggiustamento per questi fattori vede un 27 per cento di psichiatri che leggono tre riviste o meno, con un 11 per cento tra gli accademici e un 34 per cento tra i non accademici.

Questi risultati significano che bisogna privilegiare una rivista piuttosto che un’altra nell’inviare manoscritti?

Se solo poche pubblicazioni hanno una certa importanza per i clinici, allora sono i risultati delle ricerche pubblicate in queste riviste che hanno maggiori possibilità di esitare in benefici per il paziente.
Bisogna però tenere presente che le riviste più importanti per i clinici – il British Journal of Psychiatry e il BMJ – sono entrambe disponibili a chi fa parte, rispettivamente, del Royal College of Psychiatrists e della British Medical Association.

Quindi, la maggior parte degli psichiatri le riceve gratuitamente?

Sì, dato che il nostro campione è stato fornito dal Royal College of Psychiatrists a partire dalle liste dei relativi membri e tutti ricevono il British Journal of Psychiatry. Inoltre circa 80 per cento dei medici praticanti sono membri della British Medical Association, dunque automaticamente ricevono il BMJ, che per giunta al tempo della ricerca era accessibile gratuitamente via Internet.

Che relazione esiste tra quanto un giornale sia effettivamente importante per la pratica clinica e il suo impact factor?

Lo studio ha messo a confronto i giornali letti e il loro impact factor. Tuttavia, anche se questo parametro è spesso considerato la misura della qualità delle ricerche pubblicate su una rivista, la correlazione emersa fra l’importanza attribuita dai clinici, nel campo della psichiatria, e l’impact factor di una rivista non è risultata né semplice né costante.

Cosa intende?

Per esempio, l’impact factor del British Journal of Psychiatry e del BMJ sono abbastanza alti. Il British Journal of Psychiatry occupa l’ottava posizione su 81 riviste in campo psichiatrico, mentre il BMJ, sebbene non compaia tra le riviste di psichiatria, ha un impact factor che lo porrebbe in terza posizione. Tra le prime dieci riviste nel campo della psichiatria, stando agli impact factor, solo quattro, Archives of General Psychiatry, Biological Psychiatry, American Journal of Psychiatry e British Journal of Psychiatry, comparivano tra le 31 riviste, con il 10 per cento o più di lettori in ogni categoria; inoltre le prime tre di queste sono risultate di importanza molto maggiore nel gruppo degli accademici che si occupano di cure psichiatriche nell’adulto.
Il Journal of Child Psychology and Psychiatry and Allied Disciplines risulta ampiamente letto e votato tra gli psichiatri, anche se il suo impact factor lo metterebbe in diciassettesima posizione nello Science Citation Index per la psichiatria. L’International Journal of Geriatric Psychiatry è analogamente molto letto all’interno del rispettivo sottogruppo di psichiatri, ma poco quotato per impact factor, tanto da essere in trentottesima posizione. Il Clinical Child Psychology and Psychiatry e Advances in Psychiatric Treatment è piuttosto importante all’interno dei risultati della ricerca, tuttavia non era stato incluso nel questionario originale perché non compare nello Science Citation Index.

Cosa possiamo concludere dopo avere sbirciato tra gli scaffali della biblioteca dello specialista?

La trasmissione dei risultati della ricerca attraverso le pubblicazioni non è la strada principale per assicurare l’applicazione di questi nella pratica clinica, ma, nonostante ciò, i clinici ritengono che le riviste siano la loro fonte principale di informazione. Quindi i ricercatori che desiderano influire sulla pratica clinica dovrebbero considerare la possibilità di indirizzare i loro risultati alle pubblicazioni più lette dai clinici.
inoltre, dovrebbero aumentare gli incentivi alla ricerca per diffondere di più i risultati nella clinica. Le pubblicazioni dovrebbero essere interessate a identificare modi per aumentare la loro rilevanza clinica. E forse, maggiori riconoscimenti dovrebbero spettare ai ricercatori che pubblicano in riviste importanti nella diffusione della ricerca, indipendentemente dal loro impact factor.

Per saperne di più

Jones T, Hanney S, Buxton M, Burns T. What British psychiatrists read: questionnaire survey of journal usage among clinicians. Br J Psychiatry 2004;185:251-7.

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