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Dietro la Biblioteca Medica Virtuale
A quante riviste è abbonata la vostra Biblioteca?
A circa 1300 riviste a stampa e circa 5000 riviste elettroniche. Queste ultime in gran parte le acquisiamo tramite consorzi.
Questa Biblioteca possiede anche dei fondi speciali?
Sì, la Biblioteca dell’Istituto possiede due fondi speciali: quello dei libri Rari e di pregio ed il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per quanto riguarda i Rari, si tratta di circa mille esemplari stampati tra il XVI secolo e la prima metà del XIX. Attualmente è in corso un progetto, in parte finanziato dal Ministero della Università e della Ricerca, finalizzato alla catalogazione in linea di questo materiale ed alla digitalizzazione di parte dei testi.
E il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità?
La collezione dei documenti OMS nasce dalla antica collaborazione tra il nostro Istituto e questa Organizzazione di rilevanza internazionale. La Biblioteca funge da depositaria dei documenti OMS e dal 1991 è anche sede di uno dei Centri di Documentazione OMS per l’Italia con compiti di raccolta, archiviazione e diffusione della documentazione prodotta dall’OMS.
Le risorse sono sufficienti per stare al passo con l’evoluzione dell’editoria e per garantire il supporto degli utenti?
Direi di sì, in quanto l’offerta informativa della Biblioteca dell’Istituto, relativamente al settore biomedico e della salute pubblica, è una delle più ricche in ambito nazionale. Inoltre bisogna aggiungere che, per quanto riguarda l’utenza interna, possiamo recuperare la gran parte degli articoli dei periodici che non possediamo attraverso un servizio (molto apprezzato dai nostri ricercatori) di scambio di documenti con altre biblioteche.
Mediamente quante persone frequentano la Biblioteca?
È difficile oggi calcolare con esattezza il numero dei frequentatori di una biblioteca, in quanto si deve tenere conto non solo di coloro che vi si recano personalmente, ma anche di chi la frequenta nello spazio virtuale. Quello che si può affermare con certezza è che l’utente della rete è molto più numeroso di quello locale.
Chi frequenta la Biblioteca ISS?
La Biblioteca è prima di tutto destinata ai ricercatori e studiosi dell’Istituto tra cui c’è un buon numero di tesisti. Naturalmente è aperta anche all’utenza esterna, la gran parte della quale è costituita da studenti e laureandi, seguiti da professionisti del settore (biologi, medici, infermieri, ecc.).
Gli utenti cosa cercano? Quali sono le principali richieste che vi fanno?
La maggior parte degli utenti viene in Biblioteca con l’obiettivo di recuperare un documento di cui ha già i riferimenti bibliografici (articolo di periodico, monografia, ecc.); gli altri vengono in cerca di informazioni di vario tipo (dati statistici, referenza completa di un articolo, ecc.). Per esempio, gli studenti e i laureandi si rivolgono alla Biblioteca dell’Istituto soprattutto per avere un aiuto ad orientarsi nelle loro ricerche o nella loro tesi.
E trovano sempre quello che cercano?
Naturalmente, non sempre trovano ciò che cercano. Infatti, la Biblioteca può talvolta non essere in grado di fornire una risposta al bisogno informativo dell’utente, ma può quasi sempre indirizzarlo verso la fonte o la struttura più adeguate.
Quali sono i principali ostacoli che incontrano gli utenti?
Direi che oggi il principale ostacolo per gli utenti sia l’eccessiva offerta informativa della rete, che può talvolta risultare disorientante. Inoltre, nello spazio virtuale si perdono gli aspetti più propriamente relazionali del rapporto utente-bibliotecario a danno anche della qualità del risultato. Infatti, bisogna considerare che la interazione diretta tra l’utente e lo specialista dell’informazione favorisce approfondimenti che possono essere molto utili ai fini della ricerca che si sta conducendo.
Diverse biblioteche ospedaliere riscontrano che il personale sanitario molto spesso non conosce l’inglese e/o ha poca dimestichezza con il computer: è un problema che avete riscontrato anche voi?
Sì. In taluni casi ci è capitato di trovarci di fronte a utenti (anche giovani) che ci chiedono materiale in lingua italiana o che hanno scarsa dimestichezza con il computer. Tuttavia, si tratta di casi sporadici, in quanto la maggior parte degli utenti che si rivolgono a noi ha una buona conoscenza sia della lingua inglese che degli strumenti informatici.
Ricevete richieste anche dai cittadini?
La maggior parte delle richieste che riceviamo provengono da studenti, studiosi o professionisti del settore. Tuttavia, anche i privati cittadini spesso si rivolgono a noi.
Cosa vi chiedono?
Principalmente dati statistici su argomenti vari e documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Talvolta, può capitare anche che ci richiedano dati o informazioni gestite dai Centri/Dipartimenti dell’ISS o comunque non di nostra competenza. In questi casi invitiamo l’utente a rivolgersi direttamente alla struttura competente.
Come cambia o dovrebbe cambiare la biblioteca scientifica nell’era dell’open access?
Il ruolo delle biblioteche scientifiche in questo ambito è importante e va dal sensibilizzare l’utenza sui vantaggi dello Open Access (OA) fino a diventare esse stesse centro di depositi istituzionali. Per quanto riguarda l’Istituto, in linea con i principi sull’accesso aperto alla letteratura accademica è stato costituito l’archivio DSpace ISS dove,a partire dal 2008, i ricercatori hanno l’obbligo di depositare tutti i propri lavori scientifici. Anche la Biblioteca partecipa alle iniziative a favore dell’OA attraverso una rubrica divulgativa sul suo sito dedicata specificamente a questo argomento: la rubrica è nata con la finalità di informare e sensibilizzare gli utenti su questo movimento.
Prevedete dei corsi di formazione per gli utenti sull’uso delle risorse informative disponibili in biblioteca e in rete?
Nell’era digitale la formazione ha un ruolo fondamentale per permettere all’utente di fruire efficacemente dei servizi informativi. Pertanto, la nostra Biblioteca organizza già da diversi anni corsi diversificati. Per l’utenza interna a partire dal 2008 si è avviata l’organizzazione di una serie di seminari di approfondimento su tematiche specifiche con l’obiettivo di migliorare la conoscenza delle risorse informative a disposizione del personale e di ottimizzarne l’utilizzazione. Per l’utenza esterna è previsto mediamente una volta all’anno un corso ECM destinato agli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (medici, biologi, infermieri, bibliotecari biomedici, ecc.) (1).
Qual è stata la risposta degli utenti?
La risposta degli utenti interni ed esterni a questo tipo di iniziativa è stata molto favorevole a dimostrazione della effettiva necessità di approfondire la conoscenza degli strumenti messi a disposizione dalla Biblioteca, di cui spesso non conosce le reali potenzialità e funzionalità.
Come è cambiato il servizio informazioni nell’era digitale?
Il servizio informazioni nell’era digitale è cambiato molto grazie allo sviluppo e all’incremento delle nuove tecnologie. In questo contesto il sito web della biblioteca ha un ruolo molto importante in quanto sostituisce lo spazio fisico tradizionale ed è l’ambiente virtuale in cui l’utente può accedere ai servizi di cui ha bisogno. In pratica, si va di meno in Biblioteca e si chiedono più risposte alla rete… per esempio attraverso servizi come Ask a librarian/Chiedilo al bibliotecario con il quale utente e bibliotecario dialogano tra loro a distanza attraverso la posta elettronica.
… e il ruolo del bibliotecario?
È un ruolo in evoluzione… Prima di tutto va sottolineato che dietro la biblioteca virtuale e i suoi servizi c’è il lavoro del bibliotecario; dall’altra parte è pur vero che Internet ha radicalmente modificato il modo di fare ricerca da parte degli utenti, che spesso scavalcano la Biblioteca per rivolgersi direttamente alla rete per le loro ricerche. L’aspetto critico di questo processo è la quantità delle informazioni disponibili ed il controllo della loro qualità. In questo contesto, il ruolo del bibliotecario diventa determinante nell’aiutare l’utente ad orientasi, consigliandogli le fonti più appropriate ed indirizzandolo verso l’informazione di qualità disponibile sui siti accreditati.
Come vede il futuro di una biblioteca medico-scientifica?
Un futuro sempre più virtuale… con un incremento dei servizi online ed uno spazio sempre maggiore da destinare alla formazione dell’utenza.
Una rete informativa computerizzata di biblioteche medico-scientifiche potrebbe servire per favorire l’integrazione, lo scambio e l’utilizzo delle risorse in formato elettronico. Ci sono dei progetti in questa direzione nel nostro paese?
Per quanto riguarda il settore biomedico, in Italia l’iniziativa a carattere cooperativo più significativa degli ultimi anni è sicuramente il sistema BIBLIOSAN. Questo nasce nel 2003 come progetto di ricerca finalizzata, su impulso del Ministero della Salute, con l’obiettivo di realizzare una rete collaborativa tra i servizi di documentazione scientifica e le biblioteche degli enti di ricerca di ambito biomedico (2). Attualmente è un vero e proprio sistema di biblioteche che si propone, tra l’altro, l’acquisizione di risorse elettroniche condivise (periodici, basi dati, ecc.) e lo scambio dei documenti.
Le altre interviste sulle Biblioteche
30 ottobre 2008
Informative
- I seminari organizzati dalla Biblioteca dell’ISS per i ricercatori dell’Istituto nel 2008 sono i seguenti: “Guida all’uso dei repertori ISO/UNI/EN”; “Guida all’uso del catalogo per soggetto della biblioteca e dei descrittori MESH”; “Guida all’uso di Refworks, il programma per la gestione delle bibliografie”; “Guida all’uso della piattaforma ISI WOK e delle basi dati Web of Science e Journal Citation Reports”. Per quanto riguarda i corsi di formazione ECM per gli utenti esterni, l’ultimo – organizzato nell’ottobre 2008 – ha per titolo “La Biblioteca in rete: le risorse elettroniche in ambito biomedico“.
- A BIBLIOSAN aderiscono le biblioteche degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), degli Istituti zooprofilattici sperimentali (IZS), dell’Istituto superiore di sanità (ISS), dell’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (ISPEL), dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (ASSR).