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Il medico di medicina generale e l’aggiornamento

Come si aggiornano i medici di medicina generale (MMG)?

Non ho molte informazioni dirette. Secondo il Presidente regionale della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) della Sicilia, circa l’80 per cento dell’aggiornamento è in qualche modo collegato a ditte farmaceutiche – il che è discutibile (vedi JAMA 2001; 285: 302-4). Sta avendo risultati disastrosi l’iniziativa nazionale di educazione continua in medicina (ECM): per acquisire crediti i medici sono costretti a frequentare congressi ascoltando relazioni su temi non scelti da loro, di solito elaborate senza rispettare i criteri obbligatori per una prestazione didattica, e con assurde domande di “verifica”.

Come invece sarebbe augurabile si aggiornassero?

L’aggiornamento dovrebbe rispondere a due diverse esigenze. La prima rientra in un aggiornamento istituzionale su patologie particolarmente rilevanti per frequenza, severità attuale o potenziale, possibilità di interventi efficaci (ad esempio, fattori di rischio cardiovascolare, reazioni avverse a farmaci, epatiti croniche virali, altro). Ogni anno potrebbe essere dedicato a 4-5 argomenti, ciascuno da ripetere dopo un certo numero di anni. L’elaborazione del programma e delle modalità di svolgimento dovrebbe essere effettuata da una vera e propria facoltà comprendente MMG esperti di ECM (e non commissioni pletoriche con un bel po’ di incompetenti, come quella attuale del Ministero…). Dovrebbe essere prevista qualche forma di interattività; inoltre, il materiale didattico dovrebbe essere messo online e con accesso libero ai MMG e facile (friendly).

E la seconda esigenza…

È il bisogno individuale di nuova conoscenza del singolo MMG, che emerge (o dovrebbe emergere) durante il contatto con un paziente per risolverne un problema. Questo tipo di bisogno è il motore della medicina basata sull’evidenza che necessiterebbe di un riferimento online di accesso facile, libero e veloce. Il modello ideale a cui penso sarebbe UpToDate, che però costa, ed è in inglese. Forse il Ministero, l’Ordine dei medici o le società scientifiche dei MMG potrebbero coordinare una sorta di UpToDate semplificata e ridotta (quella originale equivale a oltre 50.000 pagine, con più di 10.000 figure e tabelle e 100.000 voci bibliografiche con abstract leggibili in ipertesto).

Qual è la sua rivista preferita di medicina interna?

Non saprei scegliere fra il JAMA, il New England Journal of Medicine, gli Annals of Internal Medicine, il Lancet e il BMJ, che sono quelle a cui sono abbonato. Forse dal punto di vista puramente clinico, preferisco il JAMA e il New England Journal of Medicine; dal punto di vista della metodologia gli Annals of Internal Medicine e il Journal of Evaluation in Clinical Practice (non sono abbonato ma ho accesso online).

E quale di medicina specialistica?

Quella che leggo di solito è Hepatology. Ma in genere preferisco le riviste di Medicina generale.

A quale congresso lei cerca di “non mancare”?

Non c’è un congresso a cui cerco di essere sempre presente e, in generale, non credo che i congressi siano molto utili; una innovazione assolutamente negativa è rappresentata dai sempre più numerosi simposi satelliti nei quali le società scientifiche danno in pasto alle ditte le teste dei partecipanti al congresso…

Qual è il suo giudizio sui nuovi strumenti di educazione continua a distanza?

In linea di massima un giudizio positivo, perché la modalità a distanza favorisce la diffusione. Ma in realtà dipende dai contenuti, perché la trasmissione a distanza favorisce la diffusione del buono ma anche del cattivo; inoltre, è importante che ci sia una qualche forma di interattività e un facile accesso alla rete, e che il messaggio sia semplice e praticamente utile.

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