In primo piano
Meglio il libro o l’e-book?
Chi sono gli utenti della vostra biblioteca?
Siamo una biblioteca specialistica materno-infantile, dedicata esclusivamente all’aggiornamento del personale laureato dell’IRCCS.
Il Burlo Garofolo ha una vocazione specialistica per l’area materno-infantile. Avete anche una biblioteca dedicata ai bambini o alle mamme?
Abbiamo periodici perlopiù in lingua inglese, con una specializzazione specifica in pediatria e in ostetricia-ginecologia, senza dimenticare ciò che attiene la medicina riproduttiva e la procreazione medicalmente assistita. Però, tutte le pubblicazioni di cui disponiamo sono consultabili esclusivamente dagli interni dell’Istituto. Esistono comunque, degli angoli riservati ai piccoli pazienti con libri e giochi, come ad esempio nella sala d’attesa del Pronto Soccorso, nella sala giochi della Clinica Pediatrica o in quella della Chirurgia Pediatrica.
La consultazione da parte degli utenti avviene in biblioteca o attraverso la rete?
Assolutamente, on-line. È una modalità chiaramente più rapida di accesso alle risorse ed è possibile fare ricerche più puntuali e veloci.
L’utilizzo degli strumenti informatici da parte dei medici avviene senza problemi?
La formazione va sempre fatta. In generale comunque, i più giovani sono anche i più avvezzi all’utilizzo delle risorse elettroniche.
La formazione la fate voi della biblioteca?
Ci occupiamo di guidare il personale all’utilizzazione delle risorse di cui disponiamo. Informazioni agli utenti vengono fornite su appuntamento, anche “ad personam”. In questo modo si provvede ad un vero e proprio reclutamento diretto, ad esempio, per quanto riguarda l’uso di Nilde, il software di richiesta diretta alla biblioteca di articoli scientifici e al contempo per l’interscambio fra biblioteche. La peculiarità di questo sistema informativo è che, dedicando al massimo una ventina di minuti, si possono capire e risolvere i problemi specifici del singolo utente, al di là di una più vasta comunicazione che lascia isolati i meno esperti. Questo sistema, meno evidente degli incontri organizzati, si rivela essere alla base dell’informazione agli utenti ed, in ultima analisi, il più utile e preferito.
Insegnate anche ad utilizzare le banche dati?
Abbiamo realizzato una specie di tutorial, una presentazione di PowerPoint, che spiega come procedere, passo dopo passo, per accedere alle risorse on-line ed anche per interrogare le banche dati.
Se la consultazione avviene perlopiù in rete, chi viene in biblioteca?
Con l’accesso alle risorse on-line, è cambiata la connotazione stessa della biblioteca. Da luogo fisico in cui venire a studiare, si è estesa a quella che potremmo definire la “Biblioteca Virtuale”. Tutti i ricercatori, quindi, vengono in biblioteca.
In biblioteca, però, non si va soltanto per leggere e consultare le fonti…
La nostra biblioteca è anche sede di seminari, incontri di studio ed esami.
C’è ancora il piacere di venire a sfogliare una rivista?
Credo che sia ormai un momento relegato al di fuori dell’orario di lavoro in Istituto. È un hobby o, comunque, un momento di svago.
L’accesso alle risorse elettroniche è possibile soltanto dalle postazioni aziendali?
Grazie al progetto Bibliosan possiamo accedere ad una notevole mole di documenti bibliografici. Il riconoscimento avviene mediante IP, per i computer dell’ospedale. I ricercatori possono fruire delle risorse disponibili anche da casa, grazie alle credenziali di accesso, username e password. Ciò è possibile dopo che la loro richiesta è stata validata e l’accesso autorizzato dalla biblioteca di pertinenza.
Il numero degli utenti che possono essere autorizzati è illimitato, oppure, contingentate gli accessi?
È limitato ovviamente al personale dell’Istituto.
Gli infermieri si aggiornano in biblioteca?
La biblioteca offre servizi a tutto il personale dell’Istituto. Abbiamo l’accesso anche a CINAHL, il database sulla letteratura infermieristica.
Quali sono le banche dati più utilizzate?
Oltre PubMed, tramite Bibliosan possiamo accedere alla Cochrane Library e a Proquest.
I vostri medici procedono autonomamente nella ricerca bibliografica o chiedono il supporto del documentalista?
Tutti i nostri ricercatori si muovono con molta autonomia. Solitamente giungono con la ricerca già effettuata ed, eventualmente, chiedono aiuto per il reperimento finale della fonte.
Come è cambiato il ruolo del documentalista con l’introduzione crescente delle nuove tecnologie dell’IT?
L’information technology ha modificato, ma anche arricchito la metodologia di lavoro di chi la usa, sia per le opportunità che offre, sia per l’aumento della fruibilità di beni e servizi.
Il cambiamento è stato verso il meglio?
C’è sempre il pro ed il contro. Una produzione scientifica incalzante conduce ad una richiesta maggiore di aggiornamento.
Tornerebbe indietro?
Assolutamente, no. La qualità del lavoro è sicuramente migliorata.
Crede che manchi un po’ il contatto con la carta stampata?
In senso stretto, non mancherà mai, poiché i ricercatori preferiscono stampare il documento finale. Siamo ancora troppo abituati a memorizzare ciò che vediamo su carta, rispetto a quanto è riportato su video. Certo è che, soprattutto per alcune discipline, il formato elettronico garantisce immagini di buona qualità a colori.
Quale spazio ha oggi il libro rispetto alle riviste?
Per quanto riguarda la nostra biblioteca, il libro risponde ad una richiesta di aggiornamento; sicuramente, vengono privilegiati i periodici, nondimeno vediamo i nostri ricercatori interessarsi agli e-book.
Come si perviene all’acquisto di un nuovo libro o alla sottoscrizione di un nuovo abbonamento?
Su richiesta ufficiale degli utenti interni, sentiti gli organi istituzionali, acquisiamo le risorse, siano esse libri, periodici o software.
Qual è la vostra posizione rispetto al fenomeno dell’open access?
Lo valutiamo molto favorevolmente. Alcuni nostri ricercatori hanno anche pubblicato su riviste open access.
Come valuta il servizio Bibliosan? Ritiene sia migliorabile?
Quando penso a Bibliosan, sono orgogliosa di essere una bibliotecaria. Tutto è perfettibile, è solo questione di risorse economiche, ma in generale il servizio è efficiente già così per come è.
Qual è il problema più frequente riscontrato dalle biblioteche mediche nella gestione delle risorse?
Purtroppo, il finanziamento. Piccole biblioteche, invece di essere sostenute, molto spesso devono subire i tagli di budget.
Come cambierebbe la biblioteca se potesse decidere liberamente?
L’ideale sarebbe la condivisione delle risorse, una biblioteca biomedica virtuale italiana.
Il ruolo del documentalista ha una sua piena e riconosciuta identità professionale nella vostra biblioteca?
Colgo l’occasione per segnalare l’attività dell’Associazione BDS (Bibliotecari Documentalisti Sanità Servizio Sanitario Nazionale) e la sua Campagna nazionale per il riconoscimento delle biblioteche e dei bibliotecari del Servizio Sanitario Nazionale. Attualmente la maggior parte di noi è personale amministrativo che, avendo fatto corsi di formazione di vario tipo o grazie a una formazione sul campo, si dedica anche alla biblioteca. Mi auguro che in un futuro prossimo tutti i bibliotecari abbiano il riconoscimento del loro ruolo.