In primo piano
Un blog come journal club?
“Perché occuparsi di salute e sanità internazionali serve dunque a diventare più informati e più colti. Serve anche a diventare migliori: a uscire da se stessi, a guardare agli altri, al mondo”.
Perché un blog? La storia paradossalmente narra che l’idea è nata da un libro…
Siamo partiti da un libro, Politica, salute e sistemi sanitari, e dalla necessità di avere un luogo dove aggiornare i suoi contenuti. Da qui siamo arrivati all’idea del blog dove in effetti questo avviene: l’area dei Sistemi sanitari internazionali serve a questo.
Anche se in realtà gli argomenti del blog vanno ben oltre i Sistemi sanitari; ci sono altre tre aree dedicate alla salute globale (Salute globale), all’immigrazione (Migrazioni e salute) e al management (Innovazione e management).
Quali sono gli obiettivi?
Creare una risorsa utile ad accesso libero, dove i lettori trovano sia notizie di attualità e di prima mano (esempi: “Una finestra sulla Palestina“, “I sistemi sanitari al tempo della crisi“), che temi trattati in forma più sistematica (un esempio: il profilo dei sistemi sanitari internazionali o le principali epidemie/endemie). Il tutto corredato da una ricca documentazione perché tutto ciò possa essere occasione sia di aggiornamento, che di riflessione e approfondimento.
Ma questi temi fanno parte parte del dibattito all’interno del mondo medico scientifico internazionale?
Certo sono tutti temi che riviste come BMJ, The Lancet, Jama, Health Affair, NEJM affrontano spesso. Il blog è anche un luogo per rendere accessibili al nostro pubblico quelle riflessioni e quei dibattiti.
Dunque il blog diventa un journal club, consultabile all’occorrenza?
Sì e non solo. Vuole anche essere un luogo dove dare risonanza, commentandoli e recensendoli, ai rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alle fonti dei dati statistici (Le fonti informative sulla salute internazionale).
Un luogo da cui informare, discutere, ma anche fare formazione?
Il blog per sua stessa natura è uno strumento incrementale: si stratificano mano a mano sia i post sia la documentazione di riferimento.
Se avremo la forza, la sufficiente immaginazione e organizzazione mentale vorremmo riuscire a creare dei dossier verticali su singoli argomenti e singoli paesi, con post e documentazione correlata.
Un esempio, è quello delle filone sulle grandi malattie: abbiamo il post sulla malaria (World Malaria Report 2008), ci sarà quello su schistosomiasi(Verso l’eliminazione della schistosomiasi), e poi la tubercolosi e l’Aids. Avremo un dossier sulla Cina (Il sistema sanitario cinese. La storia), uno sugli Stati Uniti e sui principali sistemi sanitari.
Dall’intervista a Tozzi è emerso che “il web sociale funziona se si è disposti a mescolare le competenze, in un clima colloquiale/informale necessario allo scambio di idee”. Che ne pensa?
Penso che in questo blog ci sono tutti i presupposti: un coordinatore, degli esperti per le singole aree, un gruppo nutrito di esperti di tematiche specifiche delle singole aree, con la presenza di moltissimi giovani e un supporto tecnico adeguato. Inoltre, c’è la massima apertura verso l’esterno, gli utenti finali: oltre alla possibilità di commentare i singoli articoli, c’è la possibilità di proporre argomenti alla redazione e proporsi come collaboratori attivi che possano allargare il gruppo già adesso attivo.
11 marzo 2009