Un valore che dovrebbe guidare l’allocazione delle risorse in sanità è quello dell’equità, ancor di più quando le risorse sono limitate e ci si trova a dover fare una scelta ragionando in termini di giustizia. Questa è la tesi sostenuta da Elena Granaglia, docente di Scienza della finanze dell’Università di Roma Tre, al congresso 4words: le parole dell’innovazione in sanità, dove ha affrontato il tema valore/valori in una prospettiva di finanza pubblica.
“L’equità è un valore centrale per aiutarci a scegliere quale parte del bilancio pubblico destinare alla sanità piuttosto che ad altri settori, è il processo attraverso cui dare specificazione ai diritti e, come dice la nostra Costituzione, la salute è un diritto”, commenta l’economista dell’Università di Roma Tre. “Parlare di equità in sanità significa cercare di concentrarsi sulle urgenze che sono sentite dalla collettività, significa non rispondere alle esigenze di cura del singolo ma dare uguale voce a tutti, anche ai più deboli.”
Abbracciando la filosofia di Michael Marmot, Granaglia considera che si può fare sempre di più per superare quelle grandi differenze negli esiti di salute in rapporto all’estrazione sociale ed economica degli individui che si osservano anche nei paesi più sviluppati. Differenze che si possono contrastare non solo con le politiche sanitarie, e cioè le offerte di assistenza sanitaria, ma lavorando anche sul contesto.
Infine, Granaglia riflette sul reale valore del welfare occupazionale e del welfare aziendale, forme di sostegno aggiuntivo sostenute da agevolazioni fiscali che sono taxes expenditure, cioè soldi destinati per altre finalità che fanno sì che alcuni abbiano più tutela sanitaria rispetto ad altri. E quindi che non potranno fare molto per il miglioramento equo della salute.