In primo piano
10, 100, 1000 John Snow
A duecento anni dalla nascita di John Snow, pioniere dell’epidemiologia, il Lancet pubblica un necrologio di “riparazione”…
… dopo “un periodo di riflessione eccessivamente lungo”. Alla sua morte, nel 1858, la rivista gli dedicò poche righe, ricordandolo solo per le sue ricerche sul cloroformio e l’anestesia. Nel necrologio tardivo Sandra Hempel racconta come dopo la morte del ricercatore la rivista ricevette molte lettere da parte dei suoi colleghi, che ne avevano intuito la grandezza, definendolo “il più importante ricercatore in materia di colera che ci sia mai stato”. Nigel Paneth e Paul Fine nell’articolo The singular science of John Snow, sempre sul Lancet, sottolineano i collegamenti tra le sue intuizioni sulla diffusione del colera e gli studi sull’anestesia: “La sua conoscenza su come le sostanze in forma gassosa agiscono sulla fisiologia umana gli rese impossibile accettare la teoria dominante sulla diffusione delle malattie epidemiche attraverso i miasmi”. Sia nei suoi studi sull’anestesia, sia in quelli sull’epidemia di colera riuscì a conciliare le osservazioni cliniche, esperimenti di laboratorio e informazioni a livello di popolazione.
Ancora sul Lancet, Paul Fine, Ben Goldacre e A Haines partono dal ricordo di John Snow per rivendicare la centralità dei metodi dell’epidemiologia nel trovare risposte a domande fondamentali per la scienza: cosa è che fa bene, e cosa provoca danni, nel mondo che ci circonda?
Sull’International Journal of Epidemiology Robin Stott (International Physicians for the Prevention of Nuclear War e Climate and Health Council) scrive che oggi ci vorrebbero tanti John Snow, tanti da formare una massa critica, in modo da fare quel che fu fatto nel 1854, quando finalmente venne rimossa la manovella della pompa di Broad Street a Londra per bloccare l’erogazione dell’acqua contaminata, causa dell’epidemia di colera. I John Snow del terzo millennio dovrebbero bloccare il flusso di soldi investiti per cure illusorie e sostenere cambiamenti strutturali nella società che promuovano la salute; bloccare l’influenza di banche e multinazionali sulle iniziative politiche a livello nazionale e globale; bloccare il flusso di petrolio; bloccare il flusso di zuccheri raffinati nelle bevande e vietare le bevande zuccherate nelle scuole.
Nella stessa direzione l’intervento del direttore del CDC, Tom Frieden, alla John Snow Society (settembre 2012) per l’annuale “Pumphandle Lecture” (What Pump Handles Need To Be Removed To Save The Most Lives In This Century?). Secondo Frieden un intervento di salute pubbica è come la manovella della pompa di Broad Street, una leva per ridurre le principali cause di morte nel mondo, e “l’equità è la filosofia della salute pubblica, l’epidemiologia il metodo, la collaborazione la via per il successo”. Tante leve, prima che sia necessario il freno d’emergenza.
Approfondimenti
Per il bicentenario della nascita di John Snow sono in corso diverse iniziative organizzate dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine:
The legacy of John Snow: Epidemiology yesterday, today & tomorrow
Exhibition: Cartographies of Life & Death: John Snow & Disease Mapping
Cartographies of life and death explored in John Snow bicentenary exhibition
Fonti
Hempel S. John Snow (Obituary). Lancet, 2013; 381: 1269 – 1270.
Paneth N, Fine PEM. The singular science of John Snow. Lancet, 2013; 381: 1267 – 1268.
Fine PEM, Goldacre BM, Haines A. Epidemiology—a science for the people. Lancet, 2013; 381: 1249 – 1252.
Stott R. Commentary: Let 1000 John Snows bloom. Int J Epidemiol 2013; 42 (2): 384-386.