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A lezione di trial randomizzati

Mike Clarke della Queens University di Belfast descrive alcuni trial randomizzati che hanno avuto importanti ripercussioni sulla pratica.

L’autore dell’articolo, che ha una esperienza ventennale nella conduzione e supervisione di trial randomizzati, ha scelto per l’European Journal of Hospital Pharmacy due esempi classici di trial ben disegnati e ben condotti e che hanno dato un importante contributo al miglioramento della pratica clinica.
Perché sono stati condotti? Come hanno fatto a produrre risultati che hanno risolto grandi incertezze?

Ecco due casi esemplari.
– L’International Subarachnoid Aneurysm Trial (ISAT) offre lo spunto per parlare del principio di incertezza: il dilemma che si deve affrontare nella pratica, quando sono disponibili due opzioni e le evidenze a disposizione per fare una scelta sono insufficienti. La ricerca condotta negli anni novanta è stata fondamentale per stabilire che in caso di emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma cerebrale è preferibile l’avvolgimento endovascolare (endovascular coiling) rispetto alla tecnica chirurgica (neurosurgical clipping). Nello studio erano state arruolate solo persone per le quali, in base al principio di incertezza, non vi erano elementi per stabilire quale dei due interventi fosse preferibile, o da evitare.
– Corticosteroid Randomisation After Significant Head Injury (CRASH) trial. Lo studio, condotto tra il 1999 e il 2004, servì a stabilire con certezza che i pazienti con trauma cranico trattati con corticosteroidi avevano più probabilità di morire rispetto alle persone trattate con placebo.

“L’esperienza personale, singoli casi e confronti non randomizzati tra pazienti trattate/i in modo diverso hanno a lungo orientato gli interventi medici. Anche se queste fonti di conoscenza sono ancora usate e possono fornire informazioni utili (…), il rischio di bias, al momento di stabilire gli effetti dei trattamenti di esiti importanti, le rende inaffidabili. Dalla seconda metà del 20° secolo fino a ora, nel 21° secolo”, conclude Mike Clarke, “il ruolo dei trial randomizzati (e in particolare delle revisioni sistematiche di trial randomizzati) come fonti per la valutazione robusta e affidabile degli effetti di diversi interventi, è diventato ampiamente accettato.”

arabella festa

Fonte
Clarke M. Randomised trials. Eur J Hosp Pharm 2013;20:149-151 doi:10.1136/ejhpharm-2012-000262

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