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Antidepressivi: stiamo esagerando?

Gli antidepressivi sono il nuovo bersaglio della rubrica BMJ “Too much medicine”, sui rischi della sovradiagnosi. L’editoriale della direttrice, Fiona Godlee, parla chiaro, fin dal titolo “Don’t keep taking the tablets”, non continuate a prendere pillole.

Questo il quadro attuale, come viene descritto nell’analisi di Christopher Dowrick, dell’Università di Liverpool, e Allen Frances, autore di “Primo, non curare chi è normale” e curatore pentito del DSM-IV: negli ultimi anni c’è stata una crescente tendenza a fare diagnosi di depressione, anche nella medicina di base, con conseguente prescrizione di trattamenti farmacologici, anche in casi in cui ci si trova di fronte a persone che attraversano momenti di tristezza o difficoltà.

In Italia, come in molti altri paesi, il consumo di antidepressivi è aumentato enormemente: secondo il rapporto OSMED 2011 “nel periodo compreso dal 2000 al 2011, le dosi prescritte e distribuite di antidepressivi sono aumentate del 340%”.

Cosa dicono le evidenze? Torniamo all’articolo di Dowrick e Frances: nella depressione lieve (mild) gli antidepressivi hanno un effetto minimo o nullo, molto simile all’effetto dei placebo, “la vigilanza attiva può avere un effetto migliore degli antidepressivi”.

Una piccola checklist per indirizzare le scelte, sempre a cura di Dowrick e Frances, indirizzata soprattutto a chi opera nella medicina di base:

  • prima di diagnosticare la depressione, ascoltare attentamente la storia della persona, e valutare il contesto: ci sono stati lutti o altri problemi importanti? I sintomi sono lievi e recenti? Si tratta di un primo episiodio?
  • I sintomi lievi, o i sintomi legati al lutto o ad altri problemi, di solito non diventano più gravi con il passare del tempo e, ogni volta che sia possibile, andrebbe evitata una diagnosi di depressione.
  • I pazienti con lievi sintomi depressivi non hanno bisogno antidepressivi: gli eventuali benefici sono dovuti all’effetto placebo.
  • I sintomi lievi, o i sintomi legati altri eventi vitali, spesso si risolvono con il tempo, con il sostegno psicologico e con interventi ambientali.

Limitare la prescrizione di antidepressivi non deve significare ignorare la richiesta di aiuto delle persone che attraversano momenti di crisi. Come afferma in un articolo un paziente con depressione, Stuart Jessup, è comunque necessario indirizzare e informare il paziente: “il medico può aiutare il paziente ad aiutare se stesso, il che è molto meglio che dare una ricetta con un antidepressivo e congedarlo”.

arabella festa

FontiGodlee F. Don’t keep taking the tablets. BMJ 2013; 347 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.f7438
Dowrick Ch, Frances A. Medicalising unhappiness: new classification of depression risks more patients being put on drug treatment from which they will not benefit. BMJ 2013;347:f7140
Jessup S. Patient perspective: mild depression must not be ignored. BMJ 2013;347:f7225

La videointervista a Allen Frances.

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