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Debutta in società un magazine online davvero millennial
Senti chi parla, il magazine online che “racconta l’attualità attraverso le parole dei suoi protagonisti”, è finalmente diventato una testata registrata.
È un progetto del Pensiero Scientifico Editore nato nel 2017 da un’idea di tre studenti della Scuola Holden di Torino (Giovanni Barbato, Rebecca De Fiore, Elisa Tasca), oggi parte della redazione.
Quell’idea iniziale si è trasformata prima in un sito, andato online nel 2018, e poi in una testata giornalistica generalista con una quindicina tra autori e collaboratori la cui età media si attesta intorno ai 35 anni (poco meno dell’età del suo direttore responsabile, Caterina Visco).
Dalla politica alla salute, dallo sport alla cultura, i giornalisti di Senti chi parla trovano, riportano e approfondiscono le parole che rischiano di andare perdute nel rumore di fondo della Rete. Discorsi, lezioni, interviste – video già presenti in Internet o registrati dal vivo – che, opportunamente presentati al pubblico, possono aiutare la comprensione della realtà in cui viviamo: le testimonianze del processo agli indipendentisti della Catalogna, il racconto del Brasile di Bolsonaro fatto dai gruppi LGBTQI, i progressi della medicina di precisione, le analisi di fenomeni politici come la rinascita dei nazionalismi o culturali come la musica Trap.
Senti chi parla amplifica e dà risalto tanto ai fatti centrali del nostro presente quanto a questioni e voci ignorate dall’hype social, talvolta lontane dal giornalismo mainstream, offrendo ai lettori una possibilità di approfondimento e cercando di colpire la curiosità delle nuove generazioni.
Con l’obiettivo di lasciare spazio allo sguardo di chi si avvicina a questa professione, infatti, la scelta dei temi, delle personalità e dei discorsi da portare all’attenzione dei lettori è dettata dalla sensibilità dei redattori sia verso realtà che li toccano da vicino, legate alla loro quotidianità e al nostro Paese, sia verso questioni di portata internazionale e tendenze globali. Senti chi parla vuole essere una fonte precisa e puntuale, dal micro al macroscopico.
Testimone di un mondo strettamente connesso, in cui una fitta rete di parole sono lì a indicarci come ciò che succede in piazza sia specchio di quello che si discute alle grandi tavole internazionali, ma anche bussola preziosa in grado di parlare del presente senza fermarsi a 280 caratteri o a una gif animata.
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