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Diabete di tipo 2: come promuovere il self-management

Gli interventi basati sui computer o sui dispositivi di telefonia mobile possono aiutare i pazienti a gestire il diabete di tipo 2?

Sembra proprio di no, secondo i risultati di una recente revisione Cochrane, alla quale Partecipasalute ha dedicato un articolo nella rubrica “Notizie Cochrane” (Diabete: pochi vantaggi con i “controlli fai da te”).
Gli autori e le autrici del “Cochrane Metabolic and Endocrine Disorders Group” hanno analizzato 16 trial randomizzati controllati che hanno coinvolto 3578 persone adulte, con un’età compresa tra 46 e 67 anni, con diabete da un minimo di 6 a un massimo di 13 anni.

Sono stati riscontrati scarsi benefici nel controllo della glicemia, con un leggero vantaggio per i programmi che usano i telefoni cellulari, e tali benefici, comunque, svanivano dopo 6 mesi; non è stato neanche possibile rilevare miglioramenti degli stati depressivi, nella qualità di vita o diminuzioni di peso.

“Un self-management efficace è un compito difficile, che richiede cambiamenti in molti aspetti della vita delle persone. Qualsiasi intervento per promuovere tali cambiamenti deve essere teso a sostenere un cambiamento comportamentale continuativo in aree diverse, come l’alimentazione, l’attività fisica, l’assunzione regolare dei farmaci, il sostegno emotivo“ afferma Kingshuk Pal, ricercatore del Research Department of Primary Care and Population Health presso la University College London di Londra, “e non abbiamo visto nessuna evidenza convincente di cambiamenti a lungo termine in queste aree negli interventi che abbiamo esaminato”.

Una nota positiva: tali interventi educativi hanno contribuito a migliorare la comprensione della malattia, una comprensione che però non si è tradotta in cambiamenti comportamentali con esiti positivi sulla salute.

Probabilmente si chiede troppo a una app: in una patologia in cui gli stili di vita sono tanto importanti il fattore umano è essenziale. Fare attività fisica, per esempio, fa bene anche a chi soffre di diabete, ma avere l’informazione non basta. Un esempio positivo è quello dei Servizi Sanitari dell’Emilia Romagna, dove l’esercizio fisico viene formalmente prescritto: ma neanche la prescrizione da sola, come si sa, non basta. E infatti dopo la prescrizione la persona viene seguita da esperti con una apposita formazione, ed è assicurata la presenza sul territorio di palestre idonee.

arabella festa

La descrizione dell’iniziativa sulla pagina Prescrizione dell’attività motoria.

Per approfondire
Gustavo Savino: La prescrizione dell’esercizio fisico come farmaco (PDF 1.44 MB)
Piero Melandri: L’attività motoria per prevenire e controllare il diabete mellito (1.12 MB)
La pagina: L’attività fisica come prescrizione medica (Sito: Positivo alla salute)

Fonti
Pal K, Eastwood SV, Michie S, Farmer AJ, Barnard ML, Peacock R, Wood B, Inniss JD, Murray E. Computer-based diabetes self-management interventions for adults with type 2 diabetes mellitus. Cochrane Database of Systematic Reviews 2013, Issue 3. Art. No.: CD008776. DOI: 10.1002/14651858.CD008776.pub2. URL Upon publication: http://doi.wiley.com/10.1002/14651858.CD008776.pub2
Partecipasalute. Diabete: pochi vantaggi con i “controlli fai da te”. 28/03/2013

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