Il nuovo Piano Sanitario Nazionale è stato approvato a gennaio: ci sono novità? Se lo chiede Maurizio Bonati, direttore di Ricerca & Pratica, in un editoriale pubblicato sulla rivista e accessibile gratuitamente sul sito. “Le quattro criticità che erano già state evidenziate nei precedenti Piani potrebbero essere riassunte in:
1) – ospedale e + territorio;
2) + efficienza;
3) – costi;
4) + organizzazione;
oppure sintetizzate in: + appropriatezza.
Infatti solo con l’appropriatezza delle prestazioni (cure) il sistema sarà efficiente. Appropriatezza che è sinonimo di razionalità della risposta al bisogno del paziente.
In ambito sanitario dovrebbero quindi essere essenziali i principi di equità, di provata evidenza e di economicità per governare il sistema. Ma anche a questo proposito nulla di nuovo rispetto al PSN 2006-2008, dove il terzo dei sette punti focali di intervento recitava: ’favorire la promozione del governo clinico e della qualità nel Servizio sanitario nazionale’, a sottolineare che nella pratica poco o nulla è cambiato. Allora era la Clinical Governance a dare un tono di internazionalizzazione al documento, nel prossimo PSN saranno l’Health Technology Assessment e l’Health Impact Assessment a caratterizzare lo slang dei programmatori sanitari italiani. Ma nella pratica?”
Insomma: un documento poco convincente. Nel corso delle varie riscritture, sottolinea Bonati, “sono scomparse oltre 70 pagine per lo più dedicate alla salute pediatrica e al contesto europeo”. Tagli probabilmente non casuali, in un Paese dove i minorenni e le minorenni giocano ruoli secondari e alcuni governanti preferirebbero fare a meno dell’Europa…
Fonte
Bonati M. Quale strategia per la salute dei cittadini? Ricerca & Pratica 2011;1. doi: 10.1707/551.6571