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Ecoscopi in tasca

Sono grandi poco più di un palmare. Elaborano immagini spettacolari. Quando li vedi ti innamori. I device di imaging portatili sono certamente utili, ma è importante mettere bene in chiaro quali sono le loro potenzialità e applicazioni per prevenire il cattivo uso e abuso. Se ne è discusso al Congresso Europeo di Cardiologia, dove Rosa Sicari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa ha presentato le raccomandazioni della European Association of Echocardiography (EAE) sull’uso di questi nuovi strumenti.

“Il primo punto da chiarire – spiega Rosa Sicari in un’intervista a Hypertension.it – è che si tratta di strumenti diagnostici a ultrasuoni che vanno a completare l’esame fisico del paziente e aiutano quindi il medico nella valutazione clinica del paziente. Sono degli strumenti potenti perché hanno una qualità dell’immagine molto alta; ma dobbiamo tenere in considerazione che – per le loro caratteristiche tecniche e le loro funzioni – questi apparecchi portatili non possono essere considerati degli ecocardiografi ma è meglio definirli ecoscopi.”

Sono utilizzabili da chiunque? “Non esattamente. Uno dei punti delle nostre raccomandazioni riguarda infatti la formazione. Dovrebbe essere obbligatorio un training nel campo degli ultrasuoni per quelle figure professionali che non hanno già familiarità con queste strumenti diagnostici”, continua la Sicari. “Questo è un aspetto importante soprattutto in un campo come quello dell’ecocardiografia che già soffre di una serie di problemi legati a una tecnica operatore dipendente: il rischio di diagnosi errate e, soprattutto, di non individuare malattie gravi è maggiore se l’operatore non è specializzato nella metodica”.

Insomma, la tecnologia non è pericolosa di per sé, ma bisogna saperla usare.

Fonte
Ecocardiografi portatili? Mettiamo i puntini sulle i. Hypertension.it 26.09.2011

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