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Emanuele Trevi: l’intelligenza non basta, serve empatia

È uscito oggi sul Corriere della Sera un bellissimo articolo di Emanuele Trevi, in cui lo scrittore fa un accorato appello a tutti coloro che ancora esitano a vaccinarsi o che sono contrari al green pass in nome dell’empatia.

Nel suo articolo, Emanuele Trevi esordisce con fulminante chiarezza: “Dovessi campare mille anni, leggendo e analizzando una per una le argomentazioni contro i vaccini e contro quel loro necessario complemento che sono i green pass, non riuscirei ad assimilare nemmeno un minimo frammento di quella maniera di pensare e di comportarsi”.  Proseguendo la lettura, ci rendiamo conto che le sue argomentazioni risultano complementari alle riflessioni della nostra autrice Guendalina Graffigna, professore ordinario di Psicologia dei consumi e della salute all’Università Cattolica di Roma, che con la casa editrice ha pubblicato Esitanti. Quello che la pandemia ci ha insegnato sulla psicologia della prevenzione.

Là dove Graffigna auspica l’intelligenza dei comunicatori, invitandoli a realizzare una comunicazione completa, autentica, e che, soprattutto, sappia parlare al cuore dei cittadini servendosi della psicologia dei consumi e della salute – la scienza che studia i motivi profondi alla base delle condotte delle persone –, con l’obiettivo di comprendere le ragioni che alimentano le preoccupazioni e i dubbi delle persone, prima di diffondere a gran voce i motivi a favore del vaccino, Emanuele Trevi si appella senza mezzi termini al concetto di empatia: nella situazione attuale  “il discrimine tra gli esseri umani non è più l’intelligenza, ma l’empatia”.

L’intelligenza, che per Guendalina Graffigna deve guidare i comunicatori all’elaborazione di una campagna puntuale e personalizzata, capace di “ascoltare” oltre che di “predicare”, toccando le leve emozionali più profonde della popolazione, ovvero quelle del coinvolgimento e della fiducia, deve accompagnarsi all’empatia dei cittadini auspicata da Trevi.  L’empatia, spiega lo scrittore, “è una consigliera più prudente e insieme più aperta alle infinite possibilità della vita. Non esige da te che superi la paura del vaccino, non zittisce le tue eventuali preoccupazioni filosofiche sull’opportunità del green pass. Ti suggerisce solo di collegare la tua singola esistenza a ciò che è umano in te come negli altri. E di adottare strumenti imperfetti perché altri, per adesso, non ce ne sono”.

Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

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