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Fare i conti con la salute

In quale misura la crisi economica coinvolge la Medicina generale?

Che una crisi economica così profonda come quella che stiamo vivendo abbia ripercussioni negative sul settore sanitario di un Paese è del tutto prevedibile. È certamente meno prevedibile invece che, in tempi sostanzialmente rapidi, la salute della popolazione e la sua gestione possano subire contraccolpi e conseguenze sfavorevoli. La Medicina generale per il ruolo e la funzione che occupa ne è direttamente coinvolta in prima persona.

COVERAl Congresso nazionale FIMMG-METIS è stato presentato il Rapporto con i risultati di un’indagine del Centro Studi della FIMMG sul binomio crisi economia e salute dei cittadini italiani. Come avete condotto l’indagine?

Abbiamo utilizzato la sensibilità e le conoscenze del medico di medicina generale. In quanto porta di primo accesso al sistema delle cure, il medico di medicina generale è un efficace monitor delle condizioni e delle realtà del territorio. Oltre ad essere informato sullo stato di salute dei propri pazienti, è normalmente coinvolto e interessato a molti altri aspetti della loro vita sociale e privata: è al corrente delle sue difficoltà e dei suoi problemi, delle sue preoccupazioni e delle sue sofferenze non solo riferite alla specifica sfera della salute psicofisica (condizione di salute, uso di psicofarmaci, obesità, rinuncia di fare visite specialistiche, difficoltà da pagare le medicine, il profilo della compliance, dello stress, dell’umore e degli stati d’animo) che attengono invece gli ambiti più personali, ampi e articolati del benessere psicofisico nel suo complesso (perdita del lavoro, debiti da pagare, difficoltà di arrivare a fine mese, problemi familiari). Attraverso un sondaggio statistico su un campione di 1050 medici di medicina generale abbiamo voluto misurare l’impatto della crisi sullo stato di salute e il benessere psicofisico della popolazione generale e anche sull’attività dei medici di medicina generale.

FIGURA 1

Quali sono gli effetti dell’attuale crisi economica sulla salute e sul benessere psicofisico della popolazione?

Le statistiche elaborate ci dicono che la crisi economica, come del resto ipotizzato, prevedibile e documentato, non è estranea al destino di salute della popolazione. Gli effetti della crisi sono importanti e pervasivi: causano uno stato di stress, di insicurezza e grande apprensione nelle persone e una una serie di condizionamenti negativi per la gestione del proprio bene salute. Il 48,6% dei medici dice che a seguito della crisi lo stato di salute è peggiorato, il 61,9% che, rispetto al periodo precedente la crisi, i pazienti vengono visitati più di prima. A fronte di un maggior ricorso al medico di medicina generale si evidenza una riduzione dei consumi sanitari: il 28% dei medici riferisce che molti pazienti rinunciano a farmaci, visite e accertamenti a causa delle conseguenze della crisi, 39,8% che molti pazienti hanno problemi ad acquistare farmaci non rimborsabili dal SNN. Il fenomeno è più accentuato nel sud e nelle isole e nei contesti sociali ed economici più deboli.

La crisi economica influisce negativamente anche sull’attività del medico di medicina generale?

I dati raccolti indicano che la stessa figura del medico di medicina generale sembra resa più fragile dalla crisi. Il medico appare preoccupato per la sua attività, per il suo futuro, soprattutto per la sua pensione; avverte il rischio che la protratta contrazione delle risorse possa ridurre la capacità di gestire efficacemente le patologie sul territorio proprio quando si limitano le disponibilità delle cure secondarie ospedaliere. Sulle percezioni dei medici e sull’attribuzione di ciò che essi sentono della crisi, i risultati sono inequivocabilmente chiari e coerenti. Convergono tutti verso una sola direzione: l’esercizio del ruolo del medico può essere utilmente e qualitativamente svolto solo se intorno ad esso esistono condizioni e strumenti professionali accettabili. Se questi vacillano, se il medico perde, per così dire, il “gusto” di lavorare e non vede più davanti a sé un futuro, è l’esercizio del suo ruolo a soffrirne e questo, se non ripristinato al più presto, può compromettere la sua funzione.

FIGURA 2

A conti fatti… possiamo affermare che “se l’economia va male, anche la salute va male”?

Sì, ma non solo la salute va male. I risultati della ricerca dimostrano che la crisi incide sul destino della salute della popolazione, che aumenta le diseguaglianze accentuando la divaricazione dei contesti sociali, che è in grado di condizionare il lavoro e la funzione del medico di medicina generale. Molte delle conseguenze della crisi dovrebbero essere motivo di profonda riflessione, anche per individuare scelte politiche e amministrative orientate alla realizzazione di possibili correttivi. Una di queste è la rinuncia consapevole ad accedere a prestazioni sanitarie anche quando prescritte o comunque necessarie. Pertanto, nell’interpretare il complesso dei consumi sanitari (in particolare per la diagnostica, dove maggiormente incide la partecipazione diretta alla spesa), si dovrebbe tener conto del fenomeno crescente dell’inappropriatezza del consumo “per difetto”. Un altro aspetto è quello del divario geografico: il Sud e le Isole sono le aree maggiormente penalizzate dalla crisi, a ulteriore dimostrazione che le differenze note su indicatori di benessere e di salute, sulla possibilità di accesso a prestazioni sanitarie di qualità, sono esasperate dalla crisi economica, che è in grado quindi di aggravare quelle distanze che si sono purtroppo ampliate a causa delle scelte di questi ultimi anni.

Quali sono le conclusioni da trarre per la professione del medico di generale?

La nostra indagine conferma anzitutto che il medico di medicina generale è un’efficace sentinella di quanto accade sul territorio del nostro Paese; il ruolo che egli svolge, profondamente integrato nel tessuto della società in cui opera, gli consente di percepire le sensazioni, le dinamiche e gli effetti con i quali gli individui vivono eventi e fenomeni complessi. Il medico di famiglia è chiamato intanto a rispondere, prima di altri, rispetto ai disagi subiti dall’utenza in relazione alla costante riduzione dei finanziamenti del sistema sanitario, che colpisce ubiquitariamente ospedale e territorio: dovendo però quest’ultimo inevitabilmente sostenere il carico assistenziale non più gestito dal settore delle cure secondarie ospedaliere. In questo contesto il medico di medicina generale percepisce disagio, insoddisfazione e caduta di fiducia nei confronti di un ruolo professionale esposto a continua difficoltà, in cui viene minacciato il rapporto con i pazienti, da sempre privilegiato dalla professione e vera risorsa per l’intero sistema sanitario.

Un messaggio da dare ai colleghi della FIMMG?

Più che in altre occasioni crediamo che questa volta la ricerca annuale del Centro Studi della FIMMG possa aver fornito un contributo conoscitivo utile a comprendere le conseguenze di eventi che con estremo vigore impattano non solo sul nostro ambito professionale, ma su tutta la nostra società. Questo è stato possibile, anche in tale circostanza, grazie all’impegno di Aldo Piperno, dell’Università di Napoli Federico II, Master in organizzazione e management dei servizi sanitari e membro del Comitato scientifico della SOSE, che è costante punto di riferimento del nostro Centro Studi. Il suo contributo e quello del suo collaboratore dottor Marco Centra, direttore del settore statistico dell’ISFOL, sono stati anche questa volta fondamentali per lo sviluppo dell’indagine e per la successiva fase di elaborazione dei dati. Ringraziamo anche il Presidente Nazionale della FIMMG Stefano Zingoni, già responsabile del Centro Studi, che continua a rendere disponibile, anche per queste occasioni, il suo grande patrimonio di esperienza e di saggezza; al il Segretario Nazionale della FIMMG Giacomo Milillo e a tutto l’Esecutivo Nazionale per il permanente sostegno al ruolo del Centro Studi, e a tutti i medici che con la loro disponibilità e collaborazione, partecipando ai questionari, permettono la realizzazione di queste ricerche.

 

3 ottobre 2012

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