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Giornata in memoria delle vittime di Covid: presentazione di “Abbracciare con lo sguardo”

La presentazione del volume, a cui prenderanno parte, oltre agli autori, Sandro Anselmo, Maurizio Sacchetto e Adriano Zagato, sarà moderato da Marta Barattia, e si svolgerà il 15 marzo alle 17 presso la Sala Conferenze della Biblioteca civica Francone di Chieri (To). Obiettivo dell’incontro è creare un’occasione di scambio per raccontare e ricordare la drammatica esperienza che tre anni fa colpì gli ospedali coinvolgendo medici, pazienti e personale sanitario in una tragedia dai confini assolutamente imprevisti.

Abbracciare con lo sguardo. Cronache dal reparto Covid racconta cosa accadde quando, il 22 febbraio 2020 in Piemonte, si registrò il primo caso di infezione da coronavirus Sars-CoV-2 e gli ospedali si trasformarono per contenere l’infezione e garantire a tutti le cure necessarie. In particolare, gli autori raccontano come nel solo ospedale “San Giovanni Bosco” di Torino transitarono, nell’arco di poco più di due mesi, oltre 1200 casi sospetti di covid-19. E si soffermano sulle misure che vennero prese per fronteggiare la situazione: 56 medici e 138 infermieri garantirono assistenza ai pazienti sobbarcandosi serie infinite di turni con l’aiuto di decine di operatori sociosanitari e addetti alla sanificazione.

Riportiamo di seguito un brano dell’introduzione a firma Davide Tizzani, che a distanza di tempo restituisce molto efficacemente il senso di inesorabilità che all’epoca pervase la vita di chi si trovò a fronteggiare un’emergenza mai neppure lontanamente immaginata: “Poi uno è diventato rapidamente due, da casi sporadici a decine di casi in un unico ma infinito turno lavorativo. Da un sassolino si è scatenata la frana. La scintilla ha scatenato un incendio. Dalla fantasia alla consapevolezza, senza neanche avere il tempo di accorgersi che se tu quello ai piedi della montagna, che tutto prende fuoco. Accorgersi, ormai tardivamente, che quell’epidemia apparentemente lontana è realtà tangibile, vicina, è intorno a te. Che se tu l’infetto, i tuoi cari, il tuo collega, il tuo paziente.”

Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

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