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Giornata mondiale dell’Infermiere
Oggi 12 maggio si celebra la Giornata internazionale dell’infermiere. La data, scelta per ricordare Florence Nightingale, madre dell’Infermieristica moderna, coincide quest’anno con il bicentenario della sua nascita – avvenuta il 12 maggio del 1820 a Firenze – motivo per cui il 2020 è anche stato dichiarato Anno mondiale dell’infermiere. Trovandoci ancora in una situazione di emergenza pandemica, in piena Fase 2 e con un futuro ancora incerto davanti ai nostri occhi, la figura dell’infermiere – che nelle settimane trascorse ha assunto lineamenti quasi eroici – non ha mai meritato più attenzione e riconoscenza.
Con l’obiettivo di sottolineare la centralità di questa figura professionale, procediamo dunque con una breve carrellata di alcune pubblicazioni di catalogo, che fanno emergere la complessità estrema dei nodi che ogni giorno l’infermiere è chiamato a sciogliere, sempre confrontandosi in prima linea con l’urgenza primaria della vita che tenta di vincere la sua battaglia.
Pescando nel nostro catalogo, ci imbattiamo subito in un testo di riferimento che può a tutti gli effetti essere considerato un “classico”, ovvero La pratica del Primary Nursing di Marie Manthey.
Marie Manthey è una pioniera del Primary Nursing, sistema organizzativo adottato per la prima volta nel 1968 dallo University of Minnesota Hospitals e poi utilizzato da molti altri ospedali negli Stati Uniti e nel mondo, basato sulla diffusione di un’assistenza centrata sulla relazione con i pazienti. In questo libro Marie Manthey illustra in dettaglio gli elementi operativi del Primary Nursing, ne esplora lo sviluppo e fornisce ai lettori una guida per implementarlo. Ben prima che si parlasse diffusamente di relazione medico-paziente, di dialogo come elemento fondante della cura e di ascolto come suo pilastro incontrovertibile, il Primary Nursing di Marie Manthey è stato il primo modello in grado di fornire ai pazienti un’assistenza basata sulla relazione.
Continuando la ricerca, troviamo il recente volume Coercizione e disagio psichico. La contenzione tra dignità e sicurezza di Luisa Menegatto e Adriano Zamperini, che, pur trattando un tema specifico quale i metodi di contenzione nel trattamento psichiatrico, affronta il tema della relazione tra paziente e infermiere alle prese con uno degli aspetti più controversi dell’assistenza. Senza addentrarci nelle pieghe delle argomentazioni, è interessante seguire il percorso degli autori nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) nel momento in cui scoprono che la pratica della contenzione, la massima forma di custodia privativa della libertà individuale, ufficialmente non più messa in atto, nella realtà viene ancora utilizzata e che concretamente a praticarla sono chiamati proprio gli infermieri.
Proseguendo la ricerca nel catalogo delle nostre pubblicazioni e tenendoci volontariamente alla larga dai numerosi volumi incentrati sul grande tema della medicina narrativa, che della centralità della relazione nella cura fa il suo mito fondante, troviamo un altro volume che tocca l’argomento del nursing in modo efficace. Si tratta de La comunicazione diseguale. Ricordi di ospedale e riflessioni linguistiche di Lucia Fontanella, in cui l’autrice racconta una sua esperienza personale per mettere in luce tutto ciò che in ospedale manca o funziona male in termini di ascolto e comunicazione. A questo proposito, prendiamo in prestito le parole di Giuliano Bono, anch’egli autore della nostra scuderia (Il tempo di morire), il quale parlando del libro della Fontanella scrive: “Essere capiti è fondamentale. Solo nelle situazioni di estrema emergenza, quando la priorità è l’intervento rapido ed efficace (situazioni in cui di salito il malato è semincosciente) viene meno l’utilità della comunicazione. Un umano quando si ammala entra in uno stato di regressione, e si affida a chi lo deve curare”. Invece, nella quotidianità, scrive ancora Bono citando Lucia Fontanella: “… avrete notato quante strategie sanno usare i medici e gli infermieri per non incrociare lo sguardo dei pazienti. Hanno paura di essere ‘arpionati’, hanno paura di una domanda, hanno paura di incontrare le persone che sono i malati …”
A conclusione di questo breve excursus, ricordiamo la rivista Assistenza infermieristica e ricerca (AIR) che la nostra casa editrice pubblica dal 1999 con l’obiettivo di promuovere e sviluppare il confronto sulle conoscenze che hanno un impatto sulla pratica, sulla formazione e sulla direzione dell’assistenza infermieristica, nonché di contribuire allo sviluppo delle competenze cliniche, di ricerca e gestionali degli infermieri. AIR offre, con cadenza trimestrale, un forum aperto agli articoli originali, di revisione della letteratura e di ricerca, e un osservatorio internazionale, attraverso un progetto culturale la cui priorità è sempre stata quella di stimolare gli infermieri ad essere produttori e consumatori di ricerca.
Chi fosse interessato ad abbonarsi alla rivista e a conoscere le modalità può trovare tutte le info nella scheda in catalogo e in questo articolo.
Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore