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Gli adolescenti e la cannabis
Durante il periodo più acuto dell’emergenza da covid-19 si è verificata un’impennata di consumi di sostanze psicotrope in tutte le fasce d’età, in particolare è stato rilevato l’aumento dell’utilizzo nella fascia d’età adolescenziale e tra i giovani adulti. Una newsletter dell’Omceo di Roma riportava i dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità a maggio, in cui si segnala che in Italia “si inizia a fumare prima e spesso lo si fa con la sigaretta elettronica, sempre più popolare tra i giovanissimi, che sembrano preferirla al tabacco tradizionale, sebbene non sia priva di rischi per la salute, ancora in parte non conosciuti, e rappresenti spesso la porta di ingresso verso il fumo tradizionale”.
Secondo la Relazione europea sulla droga 2021 (Emcdda – European monitoring centre for drugs and drugs addiction), basata sui dati di 29 paesi (Ue 27, Turchia e Norvegia), durante la pandemia la capacità della comunità internazionale di garantire l’accesso ai farmaci controllati è stata messa a dura prova, mentre la criminalità organizzata e i trafficanti di droga si sono rapidamente adeguati alle restrizioni di viaggio e alla chiusura delle frontiere, riuscendo a fronteggiare l’interruzione del trasporto internazionale attraverso l’incremento dell’uso di servizi di messaggistica criptati, applicazioni social, siti online e servizi di posta e consegna a domicilio. Ciò significa che una delle conseguenze della pandemia potrebbe essere l’ulteriore digitalizzazione dei mercati della droga, che ne favorirebbe ulteriormente la crescita.
In Italia, come già affermato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in particolare dal dipartimento per le politiche antidroga, si registra uno dei più alti casi di nuovi utilizzatori di cannabis. I ministri dell’Istruzione, della Salute e dell’Economia hanno assegnato le risorse del Fondo per la prevenzione della dipendenza da stupefacenti, per un valore complessivo di 4 milioni di euro, con la finalità di ridurre i tempi di accesso alle cure, soprattutto tra i più giovani.
Il “fumare” come atto psichico
La rivista di studi psicoanalitici Richard e Piggle pubblicata dal Pensiero Scientifico Editore dedica al consumo di cannabis da parte degli adolescenti un corposo e qualificato Focus dal titolo “L’ascolto psicoanalitico della dipendenza da cannabis in adolescenza”. Nel presentarlo Virginia Giannotti, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta e presidente della SIPsIA, afferma che il tema è di rilevante importanza, particolarmente nel presente momento storico. Infatti, “numerose sono le segnalazioni da parte di organismi scientifici nazionali ed internazionali del notevole aumento di consumo di sostanze psicotrope durante gli eventi legati alla pandemia da covid-19”.
Affrontare l’argomento dell’utilizzo di questo tipo di sostanze non è facile, il tentativo che viene proposto è quello di osservare e ascoltare, attraverso lo strumento psicoanalitico, la dinamica psichica che rende la dipendenza da consumo di sostanze come la cannabis una strada preferibile, per chi la consuma, all’accostarsi al dolore psichico legato alla crescita e al cambiamento che durante l’adolescenza implicano dipendenza dalle relazioni e dagli oggetti d’amore.
Il Focus scaturisce dal pensiero del Gruppo di studio sul trattamento terapeutico degli adolescenti con dipendenza da hashish e marijuana che fa parte del Centro studi e ricerca SIPsIA intitolato ad Adriano Giannotti. Il gruppo – spiega Giannotti nell’introduzione – è coordinato da Francesca Tranquilli ed è nato nel 2018 dalla condivisione dell’esperienza clinica nel lavoro con gli adolescenti, e con i loro genitori che manifestano una sofferenza psichica affiancata, in una sorta di percorso parallelo, dall’uso delle canne; il gruppo si è formato dopo la presentazione a un convegno organizzato dall’iW- Istituto Winnicott Corso ASNE-SIPsIA sul tema della dipendenza psichica.
L’obiettivo del lavoro è quello di interrogarsi sul significato dell’uso della canna nel funzionamento psichico dell’adolescente e sulle modalità con cui interagisce con la dipendenza. Nel trattamento degli adolescenti che fanno uso di cannabis si devono tenere in considerazione una molteplicità di tematiche che ciascun articolo andrà ad approfondire.
Un percorso di riflessione
Il percorso di riflessione del gruppo viene introdotto da Fabrizio Rocchetto, che mette in evidenza l’importanza della fase di valutazione iniziale nel trattamento psicoanalitico di questi ragazzi in cui vanno analizzati i fattori che potrebbero condizionarne la trattabilità come l’età, la risposta dell’ambiente e un lavoro di psicodiagnosi specifico ed approfondito. La valutazione clinica deve tener conto dell’uso che viene fatto dell’“oggetto canna”, di quanto il fumare stia al posto del pensare, e quanto la qualità della “dipendenza tossica” che l’adolescente ha sviluppato e vive sia pervasiva nella sua struttura psichica.
A seguire, risulta di grande interesse il lavoro di approfondimento scientifico di Carmelo La Rosa sugli aspetti legati all’inquadramento del consumo delle canne che fa da cornice al lavoro clinico dei membri del gruppo. Vengono puntualmente descritte le implicazioni neurobiologiche che sottostanno alla dipendenza da sostanze psicotrope ed in particolare da cannabis in adolescenza. Viene evidenziato come il suo consumo costituisce un fattore di rischio molto importante, dal momento che può interferire con i processi evolutivi di sviluppo neuronale del cervello e con la sua maturazione verso la futura struttura adulta. Vengono descritte le potenziali conseguenze dell’abuso nel funzionamento psichico e cognitivo, e soprattutto viene presentato il legame tra il consumo (età di esordio, durata e quantità) e lo sviluppo di possibili patologie psichiatriche anche gravi.
Francesca Tranquilli si sofferma nel suo lavoro sul “fumare” come atto psichico oltre che fisico, che diventa per l’adolescente “un metodo per alleviare il dolore, in una sorta di autocura attiva, ed al tempo stesso uno strumento di accesso ad un nuovo mondo relazionale che consente a piacimento di ‘sospendere il tempo’ per non pensare e non sentire quella dolorosa tensione tra regressione e spinta all’affermazione di un Sé nuovo, non sperimentando così la perdita e la differenziazione”.
Valentina Trombacco e Valeria Gristina, attraverso due esempi clinici di grande interesse, portano il tema sulla questione chiave del Focus, “cioè la costruzione del setting e dell’alleanza terapeutica, aspetti fondamentali della tecnica psicoanalitica che necessitano di un continuo lavorio e ridefinizione da parte del terapeuta per le repentine trasformazioni, adattamenti o deformazioni all’interno dell’unicità dell’incontro con il paziente adolescente che fa uso di cannabis.”
Infine, in una forma originale e molto vivida, Niccolò Gozzi presenta il caso di un ragazzo in cui “la dipendenza da cannabis sembra fare da cornice al vissuto degli aspetti concreti della sua deprivazione ambientale e relazionale”.
Erica Sorelli
Ufficio stampa Il Pensiero Scientifico Editore