Internet sta modificando il nostro cervello, compromettendone alcune capacità fondamentali, quali la memoria, la concentrazione, l’orientamento spaziale. Questa è le tesi di Nicholas Carr che arriva a sperare che i tassisti non usino il navigatore satellitare, per non compromettere la conoscenza delle città per diretta esperienza…
“Ma il nemico giurato di Carr non è il web ma Google (non a caso, la polemica fu avviata da un suo articolo su the Atlantic intitolato Is Google making us stupid?) al punto che il post sul blog The rough type ha il sapore di un déjà vu: A message to you, Larry”, si legge su un post di Dottprof.com che prende spunto dall’ultimo libro di Carr da poco uscito anche in Italia con il titolo Internet ci rende stupidi?.
Nel suo libro Carr riporta “il parere del giudice Danny Chin che ha respinto l’accordo tra Google e gli editori, sostenendo si spinga troppo oltre il ragionevole obiettivo di rendere disponibile il patrimonio di conoscenze contenuto nelle opere digitalizzate. Bel contrattempo per il Google’s scanner-in-chief, come Carr definisce Larry Page.”
Ma Carr non riporta tutto quanto è stato pronunciato dal giudice, che ha alle fine ha chiesto alle parti che autori ed editori aderiscano attivamente all’accordo dando esplicitamente il consenso, piuttosto che negandolo a posteriori.
Qual è il problema principale di questa disputa?
Leggi il post di Dottprof.com e commenta!