In primo piano
Il coraggio di parlare: gerarchie, checklist e sicurezza
L’aviazione è una continua fonte di insegnamenti per la sicurezza in ambito sanitario. Su Outliers (Fuoriclasse. Storia naturale del successo) Malcolm Gladwell ha raccontato come tra le cause dei numerosi incidenti sulle linee aeree coreane ci fosse una comunicazione indiretta e ambigua nella cabina di pilotaggio, anche in situazioni critiche: una eccessiva deferenza nei confronti dell’autorità del pilota si traduceva nell’incapacità di evitare il disastro aereo. Tutta colpa di una marcata gerarchizzazione della società: usando la terminologia del sociologo olandese Geert Hofstede, tutta colpa di un’elevata “distanza dal potere”, “la misura in cui gli individui meno potenti di un’organizzazione accettano che il potere sia distribuito in misura diseguale al suo interno”. Si va da un punteggio di 40 per gli USA e 11 per l’Austria, a un punteggio di 80 per la Cina, 50 per l’Italia.
Se un’organizzazione è fortemente gerarchizzata, le persone ai gradini inferiori hanno forti resistenze a mettere in discussione l’operato di chi occupa posizioni di leadership. In tali contesti può risultare difficile l’applicazione delle checklist che hanno tra gli elementi chiave la comunicazione tra tutti i membri dello staff. Ne parla Karthik Raghunathan, anestesiologo statunitense di origine indiana, su BMJ Quality and Safety in Healthcare: forte della sua esperienza cross-culturale, dice che le checklist per la sicurezza “possono rendere più semplici le negoziazioni ostacolate dalla distanza dal potere, fornendo un contesto standardizzato simile a quello usato in aviazione e democratizzando l’ambiente”, tuttavia, “comprendere la cultura è cruciale per adattare gli interventi per migliorare la sicurezza in setting diversi”.
L’argomento è ripreso da un altro articolo sullo stesso numero della rivista, di cui è coautore Peter J Pronovost, il creatore della check list per la prevenzione delle infezioni del sangue legate all’uso di cateteri venosi centrali, che con cinque semplici regole ha salvato, e continua a salvare, migliaia di vite. Nel suo articolo si legge: “managers e medici senior non devono rimproverare infermiere e medici junior che esprimono le loro preoccupazioni, e ognuno deve sentirsi a proprio agio nel dare voce alle proprie opinioni di fronte a una situazione rischiosa per il paziente”.
Infine: in un suo recente discorso Atul Gawande (chirurgo, autore di best seller come Checklist e direttore del Global Patient Safety Challenge dell’OMS) racconta di un intervento chirurgico su una donna anziana, con una grave complicazione, risolta grazie all’intuizione di un giovane interno, a ulteriore conferma della validità del nostro proverbio “sa più il papa e un contadino che il papa solo…”
Fonti
Jeong HJ, Pham JC, Kim M, Engineer C, Pronovost PJ. Major cultural-compatibility complex: considerations on cross-cultural dissemination of patient safety programmes. BMJ Qual Saf 2012; 21: 612-615
Raghunathan K. Checklists, safety, my culture and me. BMJ Qual Saf 2012; 21:617-620 Published Online First: 4 April 2012 doi:10.1136/bmjqs-2011-000608
Gawande A. Non tutto è perduto. Internazionale 954, pp 56-58, 22 giugno 2012.