In primo piano

Il G8 è un’occasione per la Salute globale

Il Canada si prepara ad ospitare quest’anno, oltre ai giochi olimpici di Vancouver, anche il summit dei G8 che si terrà ad Huntville nella regione di Muskoka, Ontario. È un’occasione per portare all’attenzione di milioni di persone le particolarità di questo grande Paese: la sua geografia, il suo multiculturalismo, il suo sistema politico ed i suoi valori democratici. Ma il G8 del 2010 rappresenta una grande opportunità per il Paese di giocare un ruolo di “leader umanitario”, come ricorda il blog di Politica sanitaria Salute Internazionale.

Spiega Carlo Resti dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e dell’Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG): “Più di venti organizzazioni della società civile canadese hanno diffuso un’Agenda per lo sviluppo globale che pone in rilievo la lotta alle povertà, il recupero dalla recessione economica e la protezione dell’ambiente. Il contesto generale non è certo dei più favorevoli ad un sostanzioso e sostenibile aiuto allo sviluppo. Ma la realtà dei fatti circa le tre aree critiche individuate nel documento, lotta alla povertà; riforma del sistema economico finanziario globale; azioni sui cambiamenti climatici ed ambientali, oltre alla lunga serie di promesse fatte dai Grandi, dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fino al summit G20 di Pittsburgh del 2009, inducono ad agire il più in fretta possibile, pena la perdita di un’altra occasione”.

Con l’Agenda per lo sviluppo globale delle organizzazioni della società civile canadese, si ribadiscono alcuni punti di sintesi che i Grandi farebbero bene a “tenere in conto”.

1. Contano i soldi
Senza un certo livello di finanziamento dei servizi sanitari non è possibile migliorare sensibilmente lo stato di salute delle popolazioni. Vi sono rimedi efficaci per la maggior parte delle malattie endemiche che sono alla portata delle tasche dei Paesi ricchi secondo le possibilità economiche del “nostro tempo”.

2. Contano il potere e l’assenza di potere (powerlessness)
Per chi è privo di potere o è fragile nell’arena internazionale, prevalgono le “trappole dello sviluppo”: conflitti, risorse naturali sfruttate solo da pochi, mancanza di sbocco al mare, mancata capacitazione di individui e comunità, cattiva governance, che spiegano perché paesi poveri diventano sempre più poveri.

3. Conta a chi e come si rende conto (accountability)
Si stigmatizza l’eccessiva moltiplicazione di attori che anziché risolvere i problemi, li complica.

4. Conta una nuova politica estera che metta la salute ai primi posti
Si è parlato di una diplomazia per la salute globale che si ispiri ai valori internazionali e alla cooperazione. Sono troppo diffuse le tensioni critiche che spingono invece verso una politica estera ancora troppo mercantilistica e guidata da interessi nazionali.

5. Contano, o conterebbero secondo i canadesi, le strategie nazionali di Salute Globale
Sull’esempio di quella del governo inglese per il 2008-2013. Si potrebbe puntare ad esempio a migliorare lo stato di salute con politiche di contrasto della povertà sui determinanti sociali ed attraverso una finanza ed un commercio più equi, liberi e trasparenti.

6. Conta promuovere una responsabilità globale.
Responsabilità globale da esercitare nelle sedi opportune. Ma non servono, come si è visto, proclami e promesse.

Fonte
Resti C. Canada – Verso il G8 summit. Salute Internazionale 16.06.2010

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *