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Infermieri di notte

Non sembra ragionevole o sicuro, nelle condizioni organizzative medie degli ospedali italiani demandare agli infermieri durante il turno di notte decisioni complesse che probabilmente di giorno prenderebbero i medici. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Assistenza Infermieristica e Ricerca.

La notte occupa larga parte del tempo di degenza di un paziente e può avere, tanto quanto il giorno, un impatto importante sugli esiti clinici (ad esempio su un deterioramento clinico non riconosciuto tempestivamente) e sulla sua soddisfazione verso le cure ricevute (ad esempio tempestività delle risposte ed efficacia). Le attività svolte dagli infermieri durante il turno notturno possono essere diverse da un reparto all’altro, in relazione ai problemi dei pazienti ma anche delle attività richieste dall’organizzazione (ad esempio, sistemazione degli esami e delle cartelle). Di norma si ritiene che l’assistenza notturna sia meno intensa e impegnativa tanto da richiedere meno risorse.

Ciò che accomuna tutte le notti, indipendentemente dal tipo di reparto, è la loro complessità:

a) gli infermieri sono soli, con molti pazienti da gestire e spesso affiancati solo da un operatore di supporto che, pur preziosa risorsa, non può essere loro di aiuto, soprattutto quando devono prendere decisioni;

b) non sempre durante la notte è facile capire il problema del paziente, o quando è necessario chiamare il medico di guardia. Anche durante la notte numerosi problemi, oltre all’ansia dei pazienti ed alla loro esigenza di essere rassicurati. Proprio durante la notte i pazienti tendono a richiedere più informazioni sulla loro situazione clinica e hanno bisogno di supporto. Anche durante la notte gli infermieri si trovano spesso a dover prendere decisioni di una certa rilevanza (per quasi la metà dei problemi che si presentano).

I dati sono stati raccolti da un osservatore in 4 reparti di medicina interna dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, in 12 notti selezionate con criterio di convenienza. Per ogni chiamata sono stati registrati caratteristiche del paziente, orario e motivo della chiamata. Sono state rilevate 483 chiamate, in media 40,2 chiamate per notte, 4 chiamate per ciascuno dei 115 pazienti che hanno chiamato. Ciascun infermiere ha gestito mediamente 18 chiamate. Il 42,4% (205/483) delle chiamate si sono verificate tra le ore 21.00 e le 23.59. Il 18,6% (90/483) delle chiamate è stato fatto per più motivi contemporaneamente, 1.2 in media per ciascuna chiamata. Per il 3,1% delle chiamate è stato attivato il medico di guardia.

La creazione di protocolli e linee guida per l’esecuzione di esami strumentali ed ematochimici potrebbe ridurre ulteriormente le chiamate del medico di guardia: tuttavia, potrebbe sovraccaricare di ulteriore lavoro gli infermieri, che in questo studio gestivano in media 16 pazienti. In alcuni lavori si raccomanda che nei reparti di medicina e chirurgia il rapporto dovrebbe essere tra 3 e 10 pazienti per infermiere.

Fonte
Tomietto M, Zanardo D, Chiandetti R, Giacomuzzi P, Spangaro S, Sbrugnera S, Fabris S, Palese A. Intensità del lavoro notturno degli infermieri di medicina: studio osservazionale sulle chiamate dei pazienti. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2010; 29(1) DOI 10.1702/486.5749.

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