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Intelligenza artificiale e pratica clinica, se ne parla su Recenti Progressi in Medicina

Nel numero di marzo di Recenti Progressi in Medicina si parla di intelligenza artificiale negli editoriali di Federico Cabitza, Fabrizio Ammirati, Manuela Bocchino, Raffaele Rasoini, Camilla Alderighi, Gianfranco Gensini L’intelligenza artificiale applicata all’elettrocardiogramma , in quello di Gian Luigi Nicolosi Perché l’intelligenza artificiale applicata all’elettrocardiogramma non è ancora routine clinica?   e, infine, nell’editoriale di Eugenio Santoro Intelligenza artificiale in medicina: siamo pronti?  

Gli autori del primo editoriale dichiarano che l’intelligenza artificiale è in grado di leggere e interpretare rapidamente e con precisione i tracciati dell’Ecg, aumentando sempre più la capacità diagnostica e offrendo la possibilità di anticipare le terapie di prevenzione. Tuttavia, evidenziano che “non si hanno evidenze sull’utilità clinica e sulla costo-efficacia di certe applicazioni pratiche. Dalla letteratura emerge, infatti, l’importanza prognostica a favore della prevenzione, ma non sono disponibili prove chiare che correggere precocemente ictus, embolie, scompensi cardiaci migliori qualità e durata di vita dei pazienti.”

Nel secondo editoriale, Gian Luigi Nicolosi sostiene che l’intelligenza artificiale apre molteplici scenari di applicazione all’elettrocardiogramma (Ia-Ecg) in diversi ambiti clinici, con risultati attesi potenzialmente di estremo interesse. Ma affinché l’Ia-Ecg possa diventare una risorsa clinica di routine “è necessario investire istituzionalmente in progetti che abbiano come obiettivi una sempre maggiore e più estesa attenzione ai suoi sviluppi e alle sue applicazioni in vasti ed eterogenei contesti clinici allargati.”

Infine, Eugenio Santoro, nell’ultimo degli editoriali presenti mette in luce che “Strumenti di intelligenza artificiale (Ia), e in particolare le tecniche di machine learning (Ml) e deep learning, hanno trovato applicazione in numerosi campi della medicina. (…) Tuttavia, esistono revisioni sistematiche e meta-analisi che evidenziano i limiti metodologici di questi studi. Molti di questi sono retrospettivi e basati su set di dati precedentemente assemblati, mentre pochi sono quelli prospettici condotti in ambienti clinici reali e basati sul modello delle sperimentazioni cliniche controllate randomizzate. Inoltre, molti di questi adottano una validazione interna del sistema di Ia a scapito di una validazione esterna, più accurata nel raggiungere gli obiettivi.”

L’intelligenza artificiale è anche al centro anche dell’Osservatorio L’intelligenza artificiale applicata all’elettrocardiogramma, ovvero c’è veramente l’ago nel pagliaio?  di Giampaolo Collecchia che illustra come l’intelligenza artificiale applicata all’elettrocardiogramma standard (Ia-Ecg) sia in grado di potenziare enormemente le performance di un esame diagnostico in uso da oltre 100 anni. “Lo strumento”, scrive Collecchia,  “può infatti identificare malattie, cardiache e non cardiache, occulte o prevedibili, spesso asintomatiche, in precedenza non evidenziabili.” Tuttavia, aggiunge Collecchia, “l’Ia-Ecg necessita ancora di validazione in contesti non sperimentali: solo in quel caso le sue potenzialità si potranno considerare verificate e quindi utilizzabili nella pratica clinica.”

Del resto, che il tema dell’intelligenza artificiale in medicina sia foriero di numerosi distinguo, riflessioni e messe a punto, lo si comprende chiaramente quando, nell’Introduzione al volume Intelligenza artificiale e medicina digitale  pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore a cura dello stesso Giampaolo Collecchia e Riccardo De Gobbi, si legge: “Riteniamo che nel momento cruciale in cui la vecchia generazione ‘analogica’, educata alla riflessione critica e autocritica, passa il testimone a una nuova effervescente generazione tecnologica digitale, questa nostra indagine critica possa assumere il valore di una testimonianza che rinvia a maestri di pensiero che nessun algoritmo potrà mai superare. Ne ricordiamo solo alcuni: Ippocrate (…),Aristotele, Galileo, Cartesio, Locke, Voltaire, Kant, Wittgenstein, Popper, pensatori dai quali generazioni di ricercatori hanno attinto per secoli idee e metodi. Se faremo costante riferimento a questi maestri l’intelligenza artificiale, che Tim Appenzeller ha definito, sulla rivista Science, ‘l’apprendista scienziato’, e in generale la medicina digitale, potranno continuare ad essere strumenti di libertà anziché soffocanti tutori del nostro pensiero e del nostro agire.”

Erica Sorelli

Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

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