La migliore strategia per gestire informazioni relative a opzioni diagnostiche e terapeutiche è essere consapevoli delle eventuali distorsioni contenute nei disegni degli studi e nella presentazione dei dati. Non serve la specializzazione in statistica, bisogna solo esercitare un pochettino di scetticismo e di curiosità su quanto si legge.
Lo dichiara Leslie Citrome (New York Univesity School of Medicine), nel suo commento a una serie di articoli sull’uso, e abuso, della statistica.
Di particolare interesse il contributo sul marketing farmaceutico, che fornisce alcune utili indicazioni su come le aziende utilizzino la statistica per presentare i loro prodotti nella migliore luce possibile.
Ecco alcune domande che è bene porsi:
– I risultati sono presentati in termini di riduzione assoluta del rischio o, ancora meglio, di number needed to treat?
– Gli intervalli di confidenza sono utilizzati in modo appropriato?
– La letteratura citata viene da una grande rivista, oppure proviene da simposi o supplementi di riviste?
– I grafici presentano i dati correttamente?
– A sostegno delle dichiarazioni ci sono numeri o, invece, affermazioni vaghe e/o con connotazioni emotive?
Pochi semplici accorgimenti, che possono aiutare a valutare criticamente il materiale informativo sottoposto alla nostra attenzione.
Fonti:
Citrome L. Nine out of ten doctors prefer Camels! Three brief essays regarding how we use and abuse statistics. Int J Clin Pract 2010; 64: 997-998.
Lexchin J. Statistics in drug advertising: what they reveal is suggestive what they hide is vital. Int J Clin Pract 2010; 64: 1015-8.
Ghaemi NS. Death by confounding: bias and mortality. Int J Clin Pract 2010; 64: 1009-14.
Williamson DF. The population attributable fraction and confounding: Buyer Beware. Int J Clin Pract 2010; 64: 1019-23.