Per stabilirlo un gruppo di lavoro guidato da Paul Glasziou, uno dei principali esponenti dell’EBM, ha esaminato 133 trial randomizzati pubblicati nel 2009 su New England Journal of Medicine, JAMA, Lancet, Annals of Internal Medicine, PLOS Medicine e BMJ. Solo il 39% degli articoli ha superato l’esame, eseguito dagli autori armati di check list.
Che fare dunque per avere descrizioni più accurate degli interventi non farmacologici, requisito essenziale per poterli riprodurre?
Il gruppo di lavoro ha contattato per email tutti gli autori per la corrispondenza degli articoli con descrizioni insufficienti, chiedendo chiarimenti dettagliati. In questo modo la percentuale è salita al 59%. Un risultato da sottolineare è che un terzo dei trial faceva riferimento a un sito con informazioni e materiali supplementari sull’intervento, ma un quarto di tali risorse non era citato, e molte di queste non erano liberamente accessibili, oppure l’url non era più funzionante.
L’articolo del gruppo guidato da Paul Glasziou è corredato da un “video abstract” in cui oltre all’esposizione dei punti principali dello studio, c’è un’animazione in cui autori e autrici degli articoli esaminati cercano di rispondere alle implacabili domande sulle loro ricerche: un video che può in parte risarcire lettori frustrati da articoli con informazioni incomplete e inutilizzabili.
Fonte
Hoffmann TC, Erueti C, Glasziou PP. Poor description of non-pharmacological interventions: analysis of consecutive sample of randomised trials. BMJ 2013; 347:f3755