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La comunicazione competente è una forma di pronto soccorso
Cesare Buquicchio è autore insieme a Cristiana Pulcinelli e Diana Romersi di un volume pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore sull’importanza che la comunicazione riveste durante le emergenze sanitarie: La comunicazione nelle emergenze sanitarie . Il sottotitolo del libro chiarisce senza possibilità di equivoci l’intento degli autori: gestione dell’infodemia e contrasto alla disinformazione come strumenti di sanità pubblica.
Il presupposto di partenza è che quando le informazioni sanitarie di alta qualità non sono disponibili e le domande e le preoccupazioni non vengono affrontate, le informazioni sanitarie di bassa qualità possono diffondersi rapidamente influendo negativamente sulle decisioni inerenti alla salute dei cittadini. In altri termini, spiega Cesare Buquicchio a Marina Vanzetta nell’intervista uscita su L’Infermiere, “quando c’è un’emergenza sanitaria, comunicare è una prima forma di pronto soccorso”.
La recente pandemia da Covid 19 ha confermato definitivamente che l’eccesso di informazioni spesso non corrette produce gravi e numerosi danni informativi che spesso si ripercuotono direttamente sulla salute dei cittadini. “Per il cittadino, infatti”, chiarisce Buquicchio nell’introduzione al volume, “sapere cosa sta accadendo e come deve comportarsi per proteggere sé stesso e gli altri può fare la differenza tra la vita e la morte. (…) La comunicazione serve a proteggere tutta la comunità e deve arrivare anche a chi ha meno possibilità di essere informato, a chi ha un basso livello di alfabetizzazione sanitaria. Per questo va considerata come uno degli strumenti fondamentali di sanità pubblica.”
Ma come si fa a costruire una comunicazione efficace?
Imparando a comunicare efficacemente il rischio, risponde l’autore nell’intervista. E soprattutto assumendo il paradosso per cui la scienza e la medicina procedono per errori e, dunque, non bisogna cadere nella tentazione di dare ai cittadini false rassicurazioni, ma essere in grado di comunicare l’incertezza in modo autorevole.
Per passare dall’infodemia – la sovrabbondanza di informazioni, accurate o meno, nello spazio digitale e fisico che accompagna un evento sanitario acuto come un’epidemia – all’infoterapia, è necessario innanzitutto ascoltare le domande e i dubbi dei cittadini, questo eviterà la nascita di distorsioni informative, le famigerate fake news.
In altre parole, sostiene Buquicchio, occorre imparare rapidamente ad affrontare le emergenze sanitarie o ambientali che minacciano il nostro pianeta creando un processo per comprendere il flusso complessivo di conversazioni, narrazioni e disinformazione che caratterizza di volta in volta la comunità sociale coinvolta. Soltanto così sarà possibile mantenere il legame tra scienziati ed esperti da una parte e cittadini dall’altra e superare, insieme, l’emergenza sanitaria.
Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore