Tra le ultime novità editoriali del Pensiero Scientifico Editore, c’è un libro che si intitola La diagnosi ritrovata. Le basi del ragionamento clinico, in cui gli autori sottolineano come la correttezza della cura sia uno dei più importanti frutti di un ragionamento clinico corretto. Gli autori – Giampaolo Collecchia, Riccardo De Gobbi, Roberto Fassina, Giuseppe Ressa, Renato Luigi Rossi – sono medici con esperienza quarantennale nella medicina generale, che hanno prima raccolto e poi narrato un ricco e variegato ventaglio di storie con l’obiettivo di rendere espliciti quali siano i meccanismi cognitivi che entrano in gioco nella mente dei medici nel momento in cui sono chiamati a fornire le loro ipotesi diagnostiche.
Un volume ponderoso che ha il pregio di farsi leggere tutto d’un fiato, perché di ogni caso narrato vengono narrati con vivacità sia i procedimenti di analisi sia i possibili errori clinici sia ancora i motivi per cui alcune diagnosi vengono trascurate. L’opera si rivolge agli studenti e agli specialisti in formazione, ma anche ai medici già in attività, che ritengono che la diagnosi in medicina non sia la semplice risultante di tante diagnosi specialistiche e che condividono la convinzione che il medico debba ascoltare e comprendere il paziente nella sua interezza anziché visitarne i singoli organi.
In termini di organizzazione sanitaria, la visione della medicina generale proposta dagli autori comporterebbe un numero molto esteso di cambiamenti – contrattuali, economici, culturali – ma, come scrive Gianni Tognoni nella sua prefazione al volume, “scegliere di andare avanti senza riconoscere la realtà dei bisogni non è lecito”. Del resto, questo racconto a più voci “è un esperimento che dimostra la fattibilità e la ricchezza di una strategia di responsabilità nel condividere, senza disgiungerle, incertezza e sperimentazione di risposte”. Nella speranza che questo suggerimento sia culturalmente contagioso.
Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore