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La medicina nelle serie TV: come si costruisce l’immaginario collettivo sull’universo medico

La medicina è un tema che ha sempre attirato l’attenzione del grande pubblico, in particolare per l’importanza che essa assume nella vita reale delle persone. Non sorprende pertanto che, da quando esistono le serie televisive e le fiction, molte di esse siano ambientate in ospedale o abbiano come protagonisti medici e infermieri, andando a costituire un vero e proprio genere ormai noto come medical drama. Ma come nascono queste serie e in cosa si distinguono dalle altre? Quanto c’è di vero in quello che viene rappresentato? Che immagine emerge del lavoro di medici e infermieri? E ancora, è lecito ipotizzare di usare queste serie per educare il pubblico riguardo a questioni mediche e di salute?

A queste e a molte altre domande si cercherà di rispondere durante il nuovo incontro promosso dalla Biblioteca Alessandro Liberati, in collaborazione con il DEP Lazio e il Pensiero Scientifico Editore, in programma per giovedì 30 marzo dalle ore 17.00 alle 18.30 presso il DEP Lazio in via Cristoforo Colombo 112 (Roma).

Interverranno all’incontro il regista e sceneggiatore Giambattista Avellino, la sceneggiatrice Alessandra Kre, la produttrice creativa di Cattleya Laura Cotta Ramosino – che grazie alla loro esperienza sul campo risponderanno ai quesiti collegati al rapporto tra medicina e piccolo schermo – e Anna Acampora, medico presso il DEP Lazio, che esprimerà la propria opinione riguardo al realismo delle narrazioni e all’immagine del medico che questi prodotti tendono a tratteggiare.

Del resto, già a partire dagli anni ’50 e ’60 i primi medical drama, come “Ben Casey” e “Il dottor Kildare”, si sono cimentati ad esplorare l’universo della medicina, ricostruendo realisticamente le situazioni e gli ambienti della professione medica. Con il passare degli anni le rappresentazioni ad ambientazione medica sono diventate sempre più accurate e si sono sempre più diffuse, sia in Italia sia all’estero. Il successo di alcune produzioni si è protratto per anni, basti pensare alle 19 stagioni di “Grey’s Anatomy”, in cui temi importanti come la malattia, la sperimentazione clinica, gli esiti positivi e negativi delle terapie, la relazione tra medico e paziente sono stati al centro delle singole puntate, e molte delle situazioni rappresentate sono state tratte da casi reali, scelta che ha ulteriormente contribuito al realismo del racconto.

Ovviamente per quanto queste serie si sforzino di rappresentare il lavoro medico in modo plausibile, permangono delle semplificazioni e degli adattamenti atti a rendere il prodotto più interessante e coinvolgente per il pubblico, finendo spesso per sacrificare aspetti nevralgici nella vita quotidiana dei professionisti sanitari, che è ben più complessa e varia di quanto tenda a mostrare il piccolo schermo, giacché le sfide che devono affrontare – dalla gestione delle cure a lungo termine dei pazienti, alla difficoltà dell’organizzazione del lavoro e via dicendo – sono molte e non sempre idonee per un serial televisivo.

In questa BAL Talk proveremo a capire un po’ di più la struttura e le caratteristiche dei medical drama, consapevoli del contributo decisivo che hanno fornito alla costruzione dell’immaginario collettivo sull’universo medico.

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