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La sfida di Spinsanti: mettere la spiritualità in rapporto con la terra

Nel suo ultimo libro Sulla terra in punta di piedi. La dimensione spirituale della cura, pubblicato dal Pensiero Scientifico Editore, e scritto in collaborazione con la moglie Dagmar Rinnenburger, Sandro Spinsanti – scrittore, bioeticista, teologo e psicologo – riflette sull’inevitabile urgenza di una dimensione spirituale del processo di cura. In un mondo reso malato dal comportamento irresponsabile dell’uomo e in cui epidemie e pandemie impongono di riconsiderare il rapporto con la natura, l’autore posa lo sguardo su tutto ciò che nella concretezza della vita quotidiana si intreccia con la spiritualità. La conclusione a cui Spinsanti perviene è che occorre prendersi cura di tutto ciò che ci circonda – pazienti, persone, animali, piante, ambiente – nella consapevolezza che solo dall’amore, dal rispetto, dalla pietas intesa nel suo significato più profondo, possa scaturire un modo diverso di attraversare questa vita.

Nella bella intervista all’autore, raccolta da Ivana Carpanelli per l’Istituto italiano di Bioetica, la riflessione verte sulla sfida di mettere la spiritualità in rapporto con la terra. È questo, infatti, l’aspetto più originale e interessante su cui vale la pena soffermarsi: trovare il punto d’incontro tra una dimensione fortemente etica e la rete dei viventi sulla terra. Dice a questo proposito Sandro Spinsanti: “Sia le parole che le immagini possono essere fuorvianti. Per molti lo è sicuramente la parola “spiritualità”, che ho voluto evitare nel titolo, ripiegando sulla aggettivazione: la dimensione spirituale. Spiritualità ha un sentore di sagrestia, evoca scenari disincarnati, se non addirittura ostili alla vita terrena e corporea. Anche l’immagine della posizione eretta può essere mal interpretata. Dall’antichità greca l’attribuzione della posizione eretta all’uomo è stato il simbolo della sua supremazia rispetto agli animali. È stata la sigla di un antropocentrismo che siamo invitati a scrollarci di dosso.”

Nel nostro tempo, spiega Spinsanti, occorre superare la contrapposizione di antica memoria tra spirito e materia per riferirsi a un’accezione di spiritualità fondata sull’umiltà e la cura. Una spiritualità che si confronti con il destino terreno dell’umanità e la sua sopravvivenza: “Eravamo abituati a coniugare il progresso spirituale dell’umanità o con l’attenzione che sposta il centro di gravità dalla vita terrena alla vita eterna – nella prospettiva religiosa – o con un affinamento della nostra qualità umana. Ora invece siamo stati bruscamente confrontati con la sopravvivenza della specie umana.” In altre parole, se guardiamo alle probabili cause che hanno scatenato la pandemia in cui tutt’ora ci stiamo dibattendo nonché i disastri ambientali dovuti a uno sfruttamento cieco e predatorio delle risorse terrestri, non è difficile comprendere che per sopravvivere l’umanità dovrà cambiare radicalmente modo di vivere.

Per farlo, dovrà attingere alla dimensione spirituale, imparando a prendersi cura della Terra nel suo insieme in maniera sobria-rispettosa-giusta.

Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

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