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La Valutazione di esito nella pratica clinica in situazioni di complessità
I bisogni di salute non sono domande semplici che interessano solo la cura di una malattia, ma riguardano il paziente nel suo complesso di vita. Sono quindi domande complesse che necessitano di risposte, sguardi e competenze diverse e coordinate per garantire appropriati percorsi assistenziali. Tutto questo è particolarmente importante per l’assistenza dei pazienti con disturbi multipli e spesso gravi. Tra i i bambini e i ragazzi che in Italia presentano disturbi neuropsichici, circa 100.000 si trovano in situazione di complessità ed i loro bisogni di cura rimangono ancora troppo spesso inevasi.
Le patologie croniche e complesse pongono trasversalmente e a lungo nel tempo una molteplicità di problemi assistenziali che non possono essere affrontati da singole professionalità e che richiedono risposte multispecialistiche, multiprofessionali e soprattutto negoziali. Da tempo viene sottolineato come elemento fondamentale il coordinamento e l’integrazione tra i diversi servizi e professionalità che sono chiamati a intervenire nei diversi momenti di uno stesso percorso evolutivo della patologia. Valutare in modo adeguato e appropriato i risultati terapeutici raggiunti è un diritto del paziente che deve essere garantito e un dovere dei professionisti della salute per migliorare l’assistenza e la cura.
Ne discutono insieme, per la prima volta, esperti nazionali e internazionali in un Convegno organizzato dalla UONPIA della Fondazione “Ca’ Granda” Ospedale Maggiore Policlinico.
“Il bambino e la sua famiglia rischiano di trovarsi disorientati dalle diverse risposte che ricevono a seconda del servizio a cui si rivolgono o degli operatori a cui si affidano” dice Antonella Costantino, Direttore UONPIA della Fondazione IRCCS Ca’ Granda e presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza “Definire e condividere percorsi di diagnosi e cura, che prevedano anche la valutazione dei risultati ottenuti, rappresenta una necessità inderogabile per ogni intervento sanitario anche per l’area neuropsichiatrica dell’età evolutiva” afferma Maurizio Bonati, capo del Dipartimento di Salute Pubblica dell’IRCCS Istituto Mario Negri di Milano.
“La maggior parte degli strumenti in uso valutano un solo aspetto o cercano di risolvere il problema chiedendo separatamente il parere di ciascuno dei soggetti coinvolti (utenti, genitori, insegnanti, clinici) e combinando le risposte in un secondo momento. Ma non è più sufficiente” dice John Lyons, Università di Chicago, ideatore del Total Clinical Outcome Management.
“E’ fondamentale un cambiamento di modello, che coinvolga attivamente i genitori e quando possibile anche i ragazzi nella definizione delle priorità per l’intervento e degli obiettivi significativi nel tempo” conferma Tiziano Vecchiato, Direttore della Fondazione Zancan di Padova.
“Sin dalla valutazione iniziale con il paziente e la sua famiglia un approccio multidimensionale ai problemi è essenziale per dirigere i percorsi di cura” aggiunge Massimo Molteni, direttore Scientifico dell’IRCCS Istituto Medea di Bosisio Parini.
Il convegno vuole stimolare una riflessione e un confronto approfondito sul tema, verso la strutturazione di una comunità di pratica che sappia sviluppare nuove soluzioni per curare e prendersi cura con esiti migliori, facilitando la costruzione di una rete interistituzionale e interprofessionale e l’attivazione di interventi flessibili ed efficaci per tutti gli utenti.
L’evento è aperto alla partecipazione di genitori, insegnanti e operatori del settore ed è parte del progetto di Neuropsichiatria Infantile “Migrazione e acuzie psichiatrica in adolescenza”, attivato da ASL Milano e finanziato da Regione Lombardia.
Fonte: Ufficio Stampa IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, 2014