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Le biblioteche mediche giovano alla qualità delle cure

Nell’osservatorio dedicato alle biblioteche mediche online pubblicato sull’ultimo numero di Recenti Progressi in medicina  Rebecca De Fiore si chiede se la presenza di bibliotecari e di documentalisti esperti di letteratura scientifica nell’équipe sanitaria abbia effetti positivi sull’assistenza ai pazienti e possa rendere più appropriato ed efficace anche il processo decisionale clinico.

La risposta è sì. Le numerose esperienze virtuose, come la Biblioteca virtuale per la salute – Piemonte e la Biblioteca Alessandro Liberati del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario del Lazio, costituiscono per il personale sanitario un supporto competente che si rivela utile nelle scelte cliniche, svolgendo un ruolo dirimente nel migliorare la qualità delle cure.

De Fiore non manca di evidenziare gli studi che già negli anni scorsi avevano evidenziato il legame tra decisioni più informate e effetti positivi sul processo decisionale clinico. A partire dallo studio di Aitken et al. pubblicato nel 2011, in cui emergeva che l’88% delle persone intervistate aveva modificato un piano di terapia proprio per le indicazioni ricevute dal documentalista, passando per la revisione sistematica di Brettle et al. che aveva esaminato i servizi, la qualità e l’impatto sull’assistenza al paziente dei cosiddetti “bibliotecari clinici”: il 68% dei 18 studi inclusi nella revisione mostrava che la collaborazione dei documentalisti era preziosa per il miglioramento delle cure.

Successivamente, nel 2015, una survey multicentrica condotta in Inghilterra da Ayre et al. aggiungeva un ulteriore tassello: lavorare a contatto con le competenze dei bibliotecari medici apportava un contributo significativo all’educazione continua professionale dei medici e degli infermieri. Risultato che era stato confermato dai risultati di un trial randomizzato controllato condotto l’anno precedente da Marshall et al. secondo cui l’80% dei partecipanti aveva indicato che le informazioni ricevute dai documentalisti erano pertinenti e avevano avuto un impatto positivo sia sul loro processo decisionale sia sulle cure fornite.

Le esperienze virtuose non mancano anche in Italia. Tra queste, De Fiore segnala tre realtà particolarmente significative. La prima è la Biblioteca virtuale per la salute – Piemonte (Bvs-P), che opera dal 2009 su iniziativa regionale al fine di costituire un unico punto accesso alle risorse bibliografiche per i professionisti del Servizio sanitario regionale e di Arpa, con un patrimonio accessibile a tutti i professionisti del sistema regionale tramite qualsiasi computer con collegamento a internet, previa autenticazione.

La seconda è la Biblioteca Alessandro Liberati curata dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio con l’obiettivo di motivare il personale sanitario a seguire le fonti di informazione professionale, soprattutto indirizzando la consultazione sulle ormai numerosissime fonti ad accesso aperto.

La terza, costituita dalle esperienze del Sistema bibliotecario biomedico lombardo (il consorzio di biblioteche più “antico” del nostro Paese) e di altre Regioni, la maggior parte delle quali però non ha ancora compiuto il passaggio verso un governo coordinato del patrimonio documentale.

Complessivamente, si tratta di “esperienze che sono una conferma non solo dell’importanza del ruolo delle biblioteche mediche online per il miglioramento della qualità dell’assistenza, ma anche del gradimento del servizio da parte del personale sanitario, che è in prima persona consapevole dell’impatto positivo di un supporto competente per la selezione e la valutazione della letteratura utile alle scelte cliniche al letto del paziente.”

Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

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