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Le coppie di fronte all’ecografia 4D
L’esperienza di osservare l’ecografia 4D insieme al partner in un contesto non medico dovrebbe essere inserita nella routine dei servizi ginecologici rivolti alle donne in gravidanza e potrebbe costituire uno strumento di assessment e di intervento precoce in un’ottica di promozione della salute mentale del bambino e di sostegno alla genitorialità ed alla famiglia. Lo ipotizza uno studio pubblicato dalla rivista Infanzia e Adolescenza.
La gravidanza comporta numerosi cambiamenti per la coppia in attesa del primo figlio, sia a livello fisico e biologico che a livello emotivo e relazionale. Durante la transizione alla genitorialità, parallelamente alla relazione coniugale, si iniziano a formare nuovi sistemi relazionali: la relazione di ogni genitore con il figlio, la relazione co-genitoriale e la relazione della famiglia come insieme. Inoltre madri e padri iniziano a sviluppare rappresentazioni mentali del figlio e di se stessi come genitori. L’ecografia ostetrica è divenuta ormai una procedura di routine per le donne in gravidanza e nella maggior parte dei casi per le coppie; è stato inoltre evidenziato che può contribuire alla formazione ed al consolidamento del legame materno-fetale e della relazione padre-bambino. L’ecografia, infatti, rende la presenza del bambino più visibile per entrambi i genitori e può favorire la transizione alla paternità, dato che l’uomo in attesa di un figlio non è direttamente coinvolto nei cambiamenti fisici della gravidanza ed il suo contatto con il bambino è mediato principalmente dai cambiamenti corporei della partner. Anche la relazione co-genitoriale può essere influenzata dall’ecografia ostetrica: durante l’ecografia, infatti, la coppia ha un’esperienza condivisa di “contatto” con il figlio che stimola emozioni intense e favorisce la condivisione delle fantasie coscienti sul figlio e la capacità di anticipare le relazioni familiari future senza escludere il partner o il bambino dalla relazione.
Lo sviluppo delle nuove tecnologie nella diagnostica prenatale sta contribuendo alla diffusione dell’ecografia ostetrica a tre dimensioni (3D) e quattro dimensioni (4D) nella pratica clinica, con effetti rilevanti anche per l’impatto psicologico sulle madri e sui padri. In particolare si evidenzia la capacità di facilitare il riconoscimento dei movimenti e del volto del bambino e la possibilità di una maggiore condivisione dell’immagine del bambino rispetto all’ecografia a due dimensioni (2D). Nonostante nella letteratura scientifica vi sia un sostanziale accordo sul ruolo positivo dell’ecografia ostetrica per lo sviluppo del legame materno-fetale, attualmente vi sono risultati controversi sul fatto che l’ecografia 3D o 4D abbia un’influenza maggiore dell’ecografia 2D.
I ricercatori del Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica dell’Università La Sapienza di Roma coordinati da Massimo Ammaniti hanno deciso di esplorare l’utilizzo dell’ecografia 4D come stimolo per rilevare la presenza di comportamenti genitoriali e co-genitoriali in coppie in attesa del primo figlio e di verificare se le madri ed i padri riconoscono il bambino attraverso l’ecografia e se attribuiscono a se stessi ed al partner un’identità genitoriale. Hanno partecipato alla ricerca 18 coppie in attesa del primo figlio che hanno effettuato un’ecografia 4D di controllo tra la 24a e la 28a settimana di gravidanza (M= 26.09, SD=2.04). Le madri hanno un’età media di 32.2 anni ed i padri hanno un’età media di 33.1 anni. 13 coppie sono coniugate e 5 coppie sono conviventi; il titolo di studio è la laurea nel 63,9% dei casi (N=23) ed il diploma nel 36,1% dei casi (N=13). Le coppie sono state reperite all’interno della popolazione ambulatoriale di alcuni studi ginecologici di Roma che collaborano alla ricerca1 ed hanno partecipato volontariamente. I feti non presentano malformazioni o patologie e durante l’ecografia i ginecologi hanno ricevuto l’istruzione di videoregistrare qualche minuto in cui si veda chiaramente il volto del bambino. Nel campione attuale, oltre alle madri tutti i padri erano presenti al momento dell’ecografia. Tutte le coppie che hanno effettuato l’ecografia 4D di controllo e che rispondevano ai criteri di inclusione del protocollo hanno aderito alla ricerca, mostrando interesse soprattutto per l’utilizzo dell’ecografia 4D.
Per rilevare le rappresentazioni dei genitori in merito alla co-genitorialità è stata costruita una specifica intervista facendo riferimento ad alcune interviste note in campo internazionale (Ammaniti et al., 1995; Lis e Zennaro, 1997; McHale et al., 2004; Von Klitzing et al., 1999): le osservazioni sono state effettuate nel laboratorio del Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica della Sapienza Università di Roma, mediamente una settimana dopo che le coppie hanno effettuato l’ecografia 4D di controllo. Al termine dell’intervista congiunta, ai genitori viene mostrato su uno schermo il video dell’ecografia 4D e vengono osservate le loro interazioni. Ai genitori viene data la consegna di “parlare al bambino, immaginando che li possa ascoltare”; inoltre, riproponendo il modello di Losanna per l’LTP prenatale (Carneiro et al., 2006), viene detto loro di alternarsi a parlare al bambino seguendo lo schema di quattro configurazioni triangolari diverse: prima uno dei genitori si rivolge al bambino mentre l’altro mantiene una posizione di terzo, poi si scambiano i ruoli, successivamente i due genitori si rivolgono insieme al bambino ed infine i genitori parlano tra di loro. Ai genitori viene detto che la procedura dura circa cinque minuti, che possono decidere la durata e possono fermare o rivedere il video con il mouse posto su un tavolino di fronte a loro. La durata dell’osservazione dei video per le 18 coppie è risultata compresa tra un minimo di 2.40 ed un massimo di 10.31 minuti (M=5.01). Le osservazioni sono state videoregistrate e codificate a diversi livelli: oltre all’adattamento delle Prenatal Coparenting Scales (Carneiro et al., 2006) per valutare l’alleanza cogenitoriale prenatale, sono stati esplorati due indicatori dei comportamenti delle madri e dei padri mentre osservano insieme l’ecografia che sono oggetto del presente lavoro:
– il contenuto dei dialoghi dei genitori mentre si rivolgono al bambino osservato nell’ecografia 4D,
– i sorrisi e la durata dei dialoghi di madri e padri verso il bambino visto nell’ecografia 4D e verso il partner.
I dialoghi dei genitori durante la procedura osservativa con ecografia sono stati trascritti verbatim ed è stata effettuata un’analisi di contenuto esplorativa su un campione pilota per individuare le aree tematiche coerenti con gli obiettivi della ricerca. Sono state individuate sei categorie: (a) riconoscere parti del corpo e/o movimenti del bambino nel video ecografico, (b) nominare se stessi come “mamma” o “papà”, (c) nominare il partner come “mamma” o “papà”, (d) individuare somiglianze tra se stessi ed il bambino visto nell’ecografia, (e) individuare somiglianze tra il partner ed il bambino visto nell’ecografia, (f) chiamare il bambino per nome.
I risultati preliminari dell’osservazione delle coppie in gravidanza mentre osservano il bambino nel video dell’ecografia 4D confermano il ruolo dell’ecografia nella fase di transizione alla genitorialità. Il riconoscimento del bambino da parte di tutti i genitori del campione, attraverso i suoi movimenti o i lineamenti del volto, sottolinea come l’ecografia sia ormai un’esperienza di routine per le coppie in gravidanza e non rappresenti uno stimolo estraneo. La procedura osservativa con ecografia permette di rilevare alcuni aspetti dell’identità genitoriale e del processo di affiliazione per madri e padri in attesa del primo figlio, in particolare attraverso il nominare se stessi ed il partner come “mamma” e “papà” ed il chiamare il bambino per nome. Inoltre si evidenza il ruolo delle somiglianze tra se stessi o il partner ed il bambino, emerso dai dialoghi dei genitori, che può rappresentare l’inclusione del bambino nel nucleo familiare già durante la gravidanza. I risultati dell’analisi microanalitica dei comportamenti dei genitori confermano la capacità dell’immagine del bambino nel video ecografico di catturare l’attenzione dei genitori, che sorridono di più al video rispetto al partner. Si evidenziano inoltre alcune differenze tra madri e padri: le madri sorridono più dei padri al bambino ed i padri parlano meno al bambino che alla partner. Da questi risultati, si può ipotizzare che la costruzione della relazione con il bambino durante la gravidanza avvenga in modo più lento per i padri, che non si devono confrontare con i cambiamenti corporei, e che di fronte all’immagine del figlio i comportamenti materni di sorriso e dialogo si possano attivare più facilmente. Inoltre si evidenzia che osservare madri e padri mentre interagiscono insieme di fronte all’ecografia 4D permette di elaborare ipotesi sugli specifici stili di co-parenting che le coppie iniziano a costruire durante la gravidanza. Infine, i comportamenti imitativi dei genitori osservati durante la procedura con ecografia possono avere un ruolo importante come precursori dell’interazione con il bambino reale.
Fonte
Ammaniti M, Mazzoni S, Menozzi F. Ecografia in gravidanza: studio della co-genitorialità. Infanzia e Adolescenza 2010; 9 DOI 10.1710/535.6404.